Polemiche e rinuncia: Nuccia Albano lascia la consulenza per il medico di Messina Denaro
Nuccia Albano rinuncia all’incarico di consulente medico-legale nel processo contro Alfonso Tumbarello, suscitando polemiche per il suo legame con la mafia e la sua posizione istituzionale.

Polemiche e rinuncia: Nuccia Albano lascia la consulenza per il medico di Messina Denaro - Movitaliasovrana.it
Le recenti designazioni nell’ambito della giustizia siciliana hanno scatenato un acceso dibattito. Nuccia Albano, assessora regionale alla Famiglia nel governo Schifani, ha accettato un incarico come consulente medico-legale nel processo contro Alfonso Tumbarello, il medico accusato di concedere assistenza a Matteo Messina Denaro, superlatitante condannato per vari crimini. Tuttavia, dopo meno di due ore dalla nomina, Albano ha scelto di ritirarsi a seguito di forti critiche.
La nomina di Nuccia Albano e le reazioni politiche
Nel pomeriggio odierno, a Marsala, si è tenuta un’udienza che ha visto l’indicazione di Nuccia Albano come consulente per Alfonso Tumbarello. Ma la scelta è stata immediatamente contestata da esponenti politici. Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, ha sollevato interrogativi sulla coerenza di una figura istituzionale come Albano con un incarico che rischia di generare ambiguità. La reazione è stata in gran parte guidata dalla consapevolezza che il legame della Albano con Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia al centro di vicende giudiziarie, potesse alimentare polemiche.
La vicenda ha destato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, data anche la carriera di Albano nel campo della medicina legale. La sua nomina, all’apparenza ora controversa, ha sollevato dubbi sulla circostanza che una rappresentante di un governo regionale possa trovarsi coinvolta in un caso così sensibile. Le polemiche non sono tardate ad arrivare, esplodendo in un dibattito che ha reso evidente la delicatezza della questione.
Il profilo di Nuccia Albano e i suoi legami famigliari
Nuccia Albano è un’esperta medica legale, avendo parteggiato per anni in questioni significative, tra cui l’analisi dei resti delle vittime della strage di Capaci, che portò alla morte del giudice Giovanni Falcone. Questo aspetto del suo curriculum la pone come una figura di rilievo nel panorama sanitario e giuridico siciliano. Ma la sua elevata posizione istituzionale è complicata da un’eredità familiare non indifferente. Nuccia è figlia di Domenico Albano, un noto capomafia di Borgetto, deceduto in carcere e il cui nome è associato a episodi di violenza e criminalità organizzata.
In un’intervista rilasciata a Report, la Albano ha riconosciuto il proprio legame con il padre, pur dichiarando di non voler essere identificata con le sue azioni. La sua posizione, a suo dire, rimanda a una storia personale complessa e ricca di contrasti, evidenziando una crescita lontana dalla figura paterna, ma al contempo, segnata dal suo retaggio. Le sue parole hanno portato empatia e comprensione, ma anche sospettosità in un contesto già teso.
La rinuncia all’incarico e le conseguenze
Dopo che la nomina ha sollevato un fiume di critiche, Nuccia Albano ha comunicato la sua decisione di rinunciare all’incarico di consulenza nel processo Tumbarello. La scelta è avvenuta a pochi dall’annuncio ufficiale del suo coinvolgimento. La Albano ha spiegato che la richiesta di consulenza era arrivata dal medico stesso, con il quale aveva una conoscenza professionale derivante dal loro passato lavorativo insieme. È interessante notare come la Albano sottolinei di aver accettato l’incarico per il principio di colleganza, una scelta che però alla luce delle polemiche ha ritenuto opportuno ritirare.
Alfonso Tumbarello è sotto accusa per presunti legami con la mafia. La Procura di Palermo lo ha accusato di aver fornito assistenza sanitaria a Matteo Messina Denaro consapevole della sua identità, un crimine per il quale è prevista una condanna di 18 anni. Il processo, che ha già subito diversi rinvii, potrebbe ulteriormente ritardare con nuove perizie richieste dal tribunale di Marsala.
Il caso di Nuccia Albano continua a sollevare interrogativi su come le figure istituzionali vengano percepite dalla società, e su quale sia il confine tra carriera e storia personale, in un contesto giuridico già carico di emozioni e tensioni.