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Benessere mentale e ascolto digitale: il nuovo welfare aziendale per il 2025

Il benessere mentale nei luoghi di lavoro è cruciale, con un crescente interesse per il counseling digitale, soprattutto tra i giovani, che avvertono disparità generazionali e necessitano di supporto.

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Benessere mentale e ascolto digitale: il nuovo welfare aziendale per il 2025 - Movitaliasovrana.it

Nei contesti lavorativi contemporanei, il benessere mentale emerge come un tema centrale, specialmente tra i giovani. La crescente tensione generazionale, unita alla necessità di spazi di dialogo, ha portato a un aumento dell’interesse per i servizi di counseling digitale. Secondo una recente indagine condotta da ISSIM, il 57,4% dei lavoratori manifesta la volontà di adottare soluzioni di ascolto a distanza per affrontare le proprie difficoltà personali e professionali. Questo desiderio è particolarmente forte nella fascia più giovane della popolazione lavorativa, dove il 56,6% dei partecipanti ha dichiarato di sentirsi trattato meno favorevolmente rispetto ai colleghi più esperti. La ricerca, chiamata “Scenari Welfare”, ha coinvolto oltre 800 lavoratori di età compresa tra i 18 e i 65 anni, tracciando un quadro chiaro della situazione del welfare in Italia.

Il ruolo strategico del welfare aziendale

In un ambiente di lavoro in continua evoluzione, il welfare aziendale diventa un elemento cruciale per attrarre e trattenere i talenti. La presidente di ISSIM, Laura Bruno, sottolinea la necessità di un modello di benessere che si adatti ai cambiamenti sociali ed economici. Gli strumenti di ascolto digitale si configurano come una risposta efficace alle esigenze emergenti dei lavoratori. Il counseling digitale, infatti, non è solo una soluzione temporanea scaturita dalla pandemia, ma rappresenta un’opzione da integrare stabilmente nelle politiche aziendali. La direttrice di ISSIM, Roberta Barge, afferma che questi strumenti offrono la possibilità di comprendere le aspirazioni dei dipendenti e di facilitare un bilanciamento tra vita personale e professionale. Si tratta di un passo verso un welfare più vicino alle necessità delle persone, capace di generare benessere diffuso all’interno delle organizzazioni.

L’emergere dell’ascolto digitale

L’ascolto digitale si rivela sempre più fondamentale nel contesto odierno. La pandemia da Covid-19 ha accelerato questa necessità, trasformando un servizio d’emergenza in un elemento chiave per la salute mentale dei lavoratori. Le statistiche parlano chiaro: il 32,1% degli intervistati considera il benessere mentale come la priorità assoluta, seguito da questioni organizzative e familiari. Non solo, il 42,9% dei lavoratori si è dichiarato favorevole a partecipare a incontri online regolari per discutere il proprio stato emotivo e professionale. Questi dati dimostrano come la richiesta di counseling digitale non sia più un’iniziativa sporadica, ma una necessità riconosciuta da un’ampia fetta della forza lavoro italiana.

La disparità generazionale nel mondo del lavoro

La tematica della disparità generazionale è particolarmente manifesta nel contesto lavorativo attuale. Il 56,6% dei lavoratori percepisce un trattamento sfavorevole per le nuove generazioni rispetto agli over 50, un sentimento fortemente avvertito tra coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni. Tuttavia, i giovani portano anche un valore aggiunto: il 47,6% dei lavoratori riconosce la loro familiarità con la tecnologia come un elemento di vantaggio. Questi dati evidenziano quanto sia necessario instaurare un dialogo costruttivo e inclusivo tra le varie generazioni presenti in azienda. Gli strumenti di ascolto, come colloqui individuali e supporto digitale, sono indicati dal 59,3% dei lavoratori come fondamentali per migliorare le relazioni interne e affrontare le differenze generazionali.

Work-life balance: il grande tema irrisolto

Il bilanciamento tra lavoro e vita privata continua a essere una sfida per molti italiani. Solo il 13,1% degli intervistati afferma di avere successo in questo aspetto, mentre la maggioranza si sente in grado di affrontare la situazione, seppur con molte difficoltà. Il supporto percepito da parte delle aziende in questo ambito risulta insufficiente: solo il 40,7% degli intervistati ritiene che le direzioni aziendali ascoltino le loro esigenze. Le difficoltà nella gestione del tempo e lo stress sono le principali fonti di disagio, evidenziate dal 51,3% dei partecipanti. La mancanza di tempo per sé e per la famiglia pesa sul benessere dei lavoratori, rendendo essenziali politiche aziendali più flessibili e collaborative.

L’empowerment femminile nelle aziende

Il tema dell’empowerment femminile è particolarmente forte nelle grandi aziende e nelle multinazionali. Purtroppo, nella maggior parte delle piccole e medie imprese, questo tema è spesso trascurato. Le lavoratrici mostrano una crescente consapevolezza riguardo alle disuguaglianze di genere, riconoscendo l’importanza di affrontare questi problemi. Azioni concrete come favorire la flessibilità per le donne con carichi familiari e offrire percorsi di crescita professionale sono da considerare prioritari. La promozione di un dialogo aperto è fondamentale per migliorare l’ambiente lavorativo e per creare spazi di ascolto che stimolino una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro.

Diversity, equity e inclusion: la necessità di rinnovamento

Negli ultimi tempi, però, i programmi di Diversità, Equità e Inclusione sembrano subire una battuta d’arresto nelle aziende italiane. La risposta dei lavoratori è divisa: il 36,2% considera un errore abbandonare questi programmi, mentre un altro 36,1% richiede un approccio più bilanciato che ne garantisca l’importanza senza eccessi. Sebbene una parte della popolazione lavorativa esprima qualche scetticismo riguardo alla loro effettiva utilità, la maggioranza riconosce il valore di queste iniziative. La necessità di diversità e inclusione rimane un tema centrale, soprattutto in un contesto lavorativo che evolve rapidamente e richiede adattamenti alle esigenze di una forza lavoro sempre più diversificata.