Home Enrico Borghi presenta il suo nuovo saggio sulle sfide delle democrazie nell’era contemporanea

Enrico Borghi presenta il suo nuovo saggio sulle sfide delle democrazie nell’era contemporanea

Il saggio di Enrico Borghi, presentato al Senato, analizza le sfide delle democrazie liberali e l’importanza di un europeismo sovranazionale in un contesto geopolitico in evoluzione.

Enrico_Borghi_presenta_il_suo_

Enrico Borghi presenta il suo nuovo saggio sulle sfide delle democrazie nell'era contemporanea - Movitaliasovrana.it

Il saggio “Sotto attacco. Cosa sta accadendo, cosa potrebbe accadere, come ne usciremo” del senatore di Italia Viva, Enrico Borghi, ha suscitato grande interesse durante la presentazione avvenuta ieri alla sala Zuccari del Senato. Con un’introduzione curata da Matteo Renzi, il libro raccoglie riflessioni approfondite sulle nuove sfide che le democrazie liberali occidentali si trovano ad affrontare. Tra gli ospiti della manifestazione ha partecipato anche Michela Ponzani, docente di Storia Contemporanea presso l’Università Tor Vergata, e Lorenzo Guerini, presidente del Copasir. La discussione si è focalizzata sull’evoluzione del contesto geopolitico attuale.

Le nuove sfide globali per le democrazie liberali

Nel suo libro, Borghi analizza come i Paesi emergenti e le autocrazie, in particolare Russia e Cina, stiano contestando l’attuale ordine mondiale. “Stiamo vivendo una fase straordinaria, l’era della costruzione di un nuovo ordine mondiale,” ha dichiarato Borghi, sottolineando la necessità di mantenere speranza nonostante le avversità. Il senatore evidenzia che non si tratta di una mera rivisitazione dello scontro tra capitale e lavoro, ma piuttosto della necessità di sviluppare un europeismo sovranazionale che si opponga al crescente nazionalismo sovranista.

L’analisi di Borghi non si limita all’Italia; infatti, afferma che anche in altre nazioni europee si stanno vivendo cambiamenti similari. La Romania, per esempio, ha fatto scelte elettorali in linea con questa visione, e la Polonia sarà prossima a seguire un percorso analogo. Inoltre, il senatore menziona la Germania, che ha formato una coalizione centrata su temi di riforma europeista, e la Francia, che sta sperimentando alleanze più simili a quelle italiane in un contesto di crescente polarizzazione politica.

L’importanza di una strategia europea

Lorenzo Guerini, intervenendo nel dibattito, ha messo in luce il ruolo crescente dei Paesi appartenenti al blocco Brics. Questi Stati, pur essendo molto eterogenei, condividono la critica verso l’ordine internazionale attuale, ritenuto sorpassato. Borghi ha citato casi emblematici come il Brasile, che è in procinto di superare l’Italia e si avvicina al Regno Unito, nonché l’India e la Cina, già attori globali ben consolidati. Guerini puntualizza che la crisi dell’ordine mondiale ha ripercussioni dirette sulle organizzazioni sovranazionali, che sembrano incapaci di gestire i conflitti, aumentando così il rischio di guerre.

Il presidente del Copasir ha insistito sull’urgenza di comunicare all’opinione pubblica l’importanza degli investimenti nella difesa. A suo avviso, l’Europa deve sviluppare una certa autonomia strategica, e questo richiede una riflessione profonda sulla cessione di sovranità nazionale in favore di una difesa collettiva europea. Guerini sostiene che la difesa non può essere semplicemente un’amalgama di simboli, ma deve fondarsi su scelte comuni basate sui valori condivisi.

L’analisi di Renzi sulla situazione geopolitica

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha offerto una prospettiva cruda ma realistica sull’attuale scenario geopolitico, evidenziando la fase post-Yalta che stiamo attraversando. “Stiamo vivendo un’epoca caratterizzata dall’imprevedibilità, influenzata non dalle dittature ma dalla più grande democrazia del mondo,” ha affermato. Secondo Renzi, la figura di Donald Trump incarna questa imprevedibilità, capace di stabilire contatti diretti senza la necessità di intermediari, come dimostrato dal suo dialogo con la Corea del Nord nel 2018.

L’ex premier ha avvertito circa le sfide geopolitiche che emergono dalla prevedibilità della Cina e le incertezze rappresentate dalla Russia. Renzi ha denunciato l’incapacità dell’Europa di giocare un ruolo significativo in momenti cruciali e ha messo in guardia: “L’Europa deve decidere di essere parte del tavolo delle trattative o, altrimenti, sarà persa.”

Riflessioni sulla politica interna e la questione medio-orientale

Renzi ha anche toccato la questione della politica interna, riferendo su come le divisioni che si sono create nel governo attuale influenzino il dibattito su temi cruciali come l’Ucraina. “Dobbiamo affrontare la realtà della politica estera in modo unitario, piuttosto che limitare i discorsi ai posizionamenti di una sola parte,” ha suggerito. A suo avviso, la vera sfida è rappresentata dalla leadership del governo attuale: “È necessario un governo competente e coeso per poter affrontare questioni così complesse.”

A margine della presentazione, Renzi ha parlato del suo prossimo evento programmato per il 6 giugno, in collaborazione con Carlo Calenda, focalizzandosi sulla questione medio-orientale. Ha confermato che ci sono punti di sintonia su molte questioni, nonostante le divergenze di opinione. Tuttavia, ha comunicato chiaramente la sua preferenza per un incontro piuttosto che per una manifestazione concorrente programmata per il giorno successivo.

Renzi ha chiuso l’incontro sottolineando che la presenza di diverse voci nel dibattito politico è fondamentale e non deve essere vista come motivo di divisione, quanto piuttosto come un’opportunità di arricchire la democrazia.