Accuse a militari per naufragio colposo: nuovo risarcimento per le vittime della strage di Cutro
Il processo per la strage di Cutro coinvolge militari accusati di naufragio e omicidio colposo, mentre le famiglie delle vittime possono richiedere risarcimenti dallo Stato, sollevando interrogativi sulla responsabilità civile.

Accuse a militari per naufragio colposo: nuovo risarcimento per le vittime della strage di Cutro - Movitaliasovrana.it
L’eco della tragica strage di Cutro risuona ancora nel dibattito pubblico, mentre quattro finanzieri e due ufficiali della guardia costiera si trovano al centro di un caso legale di grande rilevanza. Accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, i militari potrebbero affrontare conseguenze significative in un processo che coinvolge non solo la loro responsabilità ma anche quella delle istituzioni. Familiari delle vittime e superstiti hanno ora la possibilità di ottenere un risarcimento dal ministero dell’Economia e delle Finanze e dal ministero delle Infrastrutture, aprendo domande cruciali sulla responsabilità civile in questo dramma.
Risarcimento per le vittime: le dichiarazioni della gup
La Giudice per le indagini preliminari di Crotone, Elisa Marchetto, ha confermato che i familiari delle vittime e i superstiti della tragedia navale possono richiedere un risarcimento. La decisione viene da una lettura di responsabilità attribuibile ai datori di lavoro dei militari accusati. Ciò crea un importante precedente, poiché si stabilisce un legame diretto tra le azioni degli imputati e la responsabilità civile da parte dello Stato. La richiesta di costituirsi parte civile, avanzata dagli avvocati che rappresentano i familiari delle vittime, è stata accolta in parte dalla gup, che ha aperto il processo ai risarcimenti.
Non solo il ministero delle Finanze e quello delle Infrastrutture sono chiamati a rispondere, ma sono stati coinvolti anche nei procedimenti legali il Fondo di garanzia delle vittime della strada, che verrà attivato in caso di incidenti causati da imbarcazioni non assicurate. Questo sviluppo potrebbe complicare ulteriormente la giustizia per le vittime, visto il coinvolgimento dei fondi pubblici e delle assicurazioni.
Il ruolo della Consap e le impostazioni precedenti
La questione della Consap, la concessionaria servizi assicurativi pubblici, si fa complessa. In precedenti udienze, la Consap aveva negato la sua responsabilità per gli eventi legati al caicco Summer Love, sostenendo che non era un’imbarcazione destinata al trasporto di passeggeri e quindi non doveva seguire il codice assicurativo. Tuttavia, la nuova situazione legale, che coinvolge funzionari delle forze dell’ordine, ha spostato le responsabilità verso il settore pubblico e i meccanismi di soccorso marittimo.
L’intervento della gup Marchetto segna una differenza di approccio rispetto al passato. Le assicurazioni pubbliche, che una volta erano esentate dalla loro responsabilità, adesso devono affrontare un’udienza in cui si deciderà se i militari debbano essere giudicati o meno per il ritardo nei soccorsi, sottolineando la responsabilità degli apparati statali in situazioni di emergenza.
La difesa di Salvini e le tensioni politiche
Nel frattempo, la questione suscita un acceso dibattito politico. Matteo Salvini, leader della Lega e attuale ministro delle Infrastrutture, ha difeso senza riserve le operazioni delle forze armate coinvolte, dichiarando che nessuno può mettere in dubbio l’impegno delle donne e degli uomini in divisa. La sua posizione, espressa durante un evento in Calabria, si contrappone alle accuse che circolano intorno alla mancanza di tempestività negli interventi di salvataggio.
Salvini ha anche negato di aver contattato il presidente della Regione, Occhiuto, per influenzare il processo, smentendo le insinuazioni su un tentativo di annullare le richieste di risarcimento. Tuttavia, le voci politiche si intrecciano con le questioni legali, rendendo la situazione ancora più carica di tensioni e di aspettative. I legali delle famiglie delle vittime esprimono delusione per il fatto che la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno non siano stati inclusi come responsabili civili nel processo, evidenziando la complessità del sistema di comando e responsabilità.
La sfida legale si trasferisce al 9 giugno
Il prossimo 9 giugno sarà una data cruciale per il destino di questi militari e per le famiglie delle vittime. Durante l’udienza, si aspetta che i ministeri interessati presentino le loro posizioni e che il tribunale prenda una decisione. L’assenza di alcune istituzioni politiche da questo processo continua a sollevare interrogativi sulle strutture di responsabilità e sulle dinamiche del salvataggio in mare.
Con la giustizia che si prepara ad affrontare una fase chiave, le famiglie delle vittime rimangono in attesa, sperando che possano finalmente trovare un riscontro alle loro richieste di giustizia e risarcimento in un dramma che ha segnato profondamente la comunità.