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Italia introduce leggi severissime contro la crudeltà sugli animali, ma una riforma inquieta

Il Senato italiano approva una legge che inasprisce le pene per i crimini contro gli animali, ma emergono preoccupazioni per un disegno di legge sulla caccia che contrasta con queste misure.

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Italia introduce leggi severissime contro la crudeltà sugli animali, ma una riforma inquieta - Movitaliasovrana.it

Il Senato italiano ha finalmente approvato una nuova legge che promette di stravolgere il panorama della giustizia per gli animali nel Paese. Questa normativa, accolta con entusiasmo da molti, prevede pene più severe per i crimini contro gli animali, cercando di porre fine a pratiche inaccettabili come maltrattamenti e traffico di animali. Tuttavia, l’euforia è offuscata da un disegno di legge in arrivo che ha suscitato profonde preoccupazioni tra le associazioni di protezione animale. Questo articolo esplora le nuove leggi e il contesto in cui si inseriscono.

le nuove pene per la protezione degli animali

Con il varo di questa legge, l’Italia ha alzato il livello di protezione per gli animali, introducendo misure drastiche contro chi compie atti di violenza. A partire da adesso, le pene per chi uccide un animale possono arrivare fino a quattro anni di carcere e multe fino a 60.000 euro. I maltrattamenti saranno puniti con reclusioni fino a due anni, mentre chi organizza combattimenti clandestini rischia fino a quattro anni e sanzioni di 160.000 euro. Anche chi scommette o osserva questi eventi può ricevere pene fino a due anni e multe di 30.000 euro. Le nuove disposizioni includono anche sanzioni per il traffico di cuccioli, che possono portare a pene da quattro a diciotto mesi di reclusione e multe fino a 30.000 euro.

L’approvazione di questa legge ha provocato un’ondata di entusiasmo tra i sostenitori della protezione animale. Michela Vittoria Brambilla, deputata attivamente impegnata in questa battaglia, ha celebrato il traguardo come una vittoria per chi non ha voce. Tuttavia, la legge ha suscitato anche dibattiti e interrogativi riguardo alla sua applicazione futura e alle contraddizioni insite in alcune scelte politiche del governo.

il contrasto con la riforma sulla caccia

A pochi giorni dall’approvazione di questa legge, però, è emerso un disegno di legge in arrivo al Consiglio dei Ministri che ha messo in allerta le associazioni ambientali. LIPU, ENPA, WWF Italia e LAC hanno lanciato un appello, definendo la proposta governativa tra le più nocive per la fauna selvatica. Questa riforma, secondo le associazioni, è fortemente orientata a favore dei cacciatori e presenta misure che sembrano andare in direzione opposta rispetto a quella della nuova legge contro i maltrattamenti.

Il governo Meloni sta proponendo una serie di cambiamenti che riguardano la pratica della caccia, trasformando quest’attività ludica in un presunto strumento di tutela della biodiversità. Se questo disegno di legge dovesse diventare operativo, ci sarebbe un notevole ampliamento delle aree cacciabili, compressione delle zone protette e addirittura la riapertura degli impianti per la cattura di richiami vivi. Inoltre, la normativa prevede che la caccia possa avvenire in aree demaniali, con rischi significativi per turisti e residenti. Le sanzioni per chi protesta contro tali pratiche possono arrivare fino a 900 euro, rendendo evidente il contrasto tra le misure di protezione animali e quelle che favoriscono l’attività venatoria.

una contraddizione da risolvere

Le nuove normative sulla protezione degli animali a un certo punto sembrano entrare in conflitto con l’atteggiamento del governo nei confronti della caccia. Le affermazioni del Ministro Salvini, che si è espresso per la protezione degli animali domestici, lasciano interrogativi sul reale impegno del governo verso la fauna selvatica. La questione sembra delinearsi lungo una linea di demarcazione: esistono animali “buoni”, come i cani e i gatti, e animali “cattivi”, come quelli che vivono in natura e che potrebbero diventare bersagli di pratiche venatorie.

Questa apparente dissonanza legge potrebbe evocare riflessioni su come la cultura della caccia e delle tradizioni venatorie venga ancora una volta messa in primo piano, mentre il benessere degli animali selvatici rimane un tema scottante e controverso. Se la legge attualmente approvata è il segnale di un cambiamento, resta da vedere come si concilierà con riforme che sembrano invece retrocedere nella lotta per la protezione della fauna.

Il futuro delle politiche italiane per gli animali si presenta quindi complesso e delicato. Non resta che attendere la reazione dei cittadini e delle associazioni coinvolte, mentre la discussione su diritti e doveri nei confronti degli animali continua a far discutere.