La crescita del turismo in Croazia: un equilibrio precario tra bellezza naturale e sviluppo
La crescita del turismo in Croazia trasforma le coste, ma solleva preoccupazioni per l’equilibrio tra sviluppo turistico e salvaguardia ambientale, con esempi di gestione sostenibile come Sakarun.

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Con il turismo che continua a crescere in Croazia, molte località stanno affrontando importanti cambiamenti paesaggistici. La crescente domanda di spazi balneari ha spinto il paese a intraprendere interventi massicci sulle sue coste, portando a una trasformazione radicale del paesaggio naturale. Mentre le immagini di spiagge di sabbia fine e acque cristalline attirano visitatori da tutto il mondo, il dietro le quinte di questa bellezza spesso nasconde un’attività di modifica della costa che solleva interrogativi sull’equilibrio fra sviluppo turistico e salvaguardia ambientale.
La sfida dello spazio nelle località costiere
La questione centrale che i comuni costieri croati si trovano ad affrontare è la disponibilità di spazio. Dalibor Carevic, professore di ingegneria civile costiera all’Università di Zagabria, ha messo in evidenza come il problema risieda proprio nella capacità di mantenere l’equilibrio tra l’arrivo di turisti e la preservazione dell’ambiente. “Dove vuoi mettere tutti questi turisti che vogliono solo sdraiarsi sulla spiaggia?” si chiede Carevic, sottolineando che dei 6.000 chilometri di costa croata, solo il 6% è composto da spiagge naturalmente sabbiose o ciottolose. Questa situazione porta i comuni a prendere decisioni drastiche, con il rischio di compromettere l’integrità degli ecosistemi marini.
Primosten: esempio di trasformazione costiera
Primosten, un comune situato tra Spalato e Zara, rappresenta una delle trasformazioni più emblematiche nel panorama costiero croato. Fino agli anni ’60, l’area era caratterizzata da rocce senza alcuna spiaggia. Stipe Petrina, il sindaco della città, ricorda quel periodo e spiega come, con l’arrivo del turismo, siano state intraprese opere di modifica radicali. “Ci descrivevano come i selvaggi di Primosten,” racconta. Il sindaco ammette che rocce sono state rimosse e il territorio spianato per creare spazi balneabili. Oggi, il 95% dei turisti nuota sulle spiagge artificiali e la località ha superato le 90.000 presenze turistiche all’anno.
Il prezzo della crescita turistica
Tuttavia, Carevic avverte che l’espansione del turismo non è priva di conseguenze. “Più cresce il contributo economico della costa, più spazio viene sottratto al mare,” afferma. Le opere di ampliamento delle spiagge sono accompagnate dalla costruzione di nuove infrastrutture, come parcheggi e strade, che non fanno altro che impoverire ulteriormente gli ecosistemi costieri. La scarsità di fiumi in Croazia riduce l’apporto di sedimenti, un fattore che rende il mare maggiormente vulnerabile ai cambiamenti e agli interventi umani.
Esperienze positive nella salvaguardia ambientale
Nonostante queste sfide, ci sono esempi di gestione sostenibile delle risorse naturali. Sakarun, sull’isola di Dugi Otok, è un esempio di come un approccio più rispettoso dell’ambiente possa dare risultati positivi. Negli ultimi tre anni, i camion non hanno più accesso al sito, permettendo alla posidonia, una pianta marina di fondamentale importanza, di proteggere la sabbia e prevenire l’erosione. Kristina Pikelj, docente di geologia e attivista, guida un progetto che coinvolge studenti universitari nel monitoraggio della biodiversità e nella sensibilizzazione riguardo l’importanza della protezione degli ecosistemi costieri.
La situazione richiede azioni consapevoli e investimenti mirati, affinché si possano trovare soluzioni durature che bilancino l’industria turistica e la conservazione dell’ambiente. Tuttavia, il tempo è essenziale, dato che i progetti di spiagge artificiali si trovano a dover affrontare le conseguenze del riscaldamento globale, che minaccia di alterare ulteriormente il fragile equilibrio delle coste croate.