Vicenza ricorda la magia del ’97: una storia di lotta e trionfi in Serie A
La storica ascesa del Vicenza verso la Serie A nella stagione 1996-1997, guidata da Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin, segna un trionfo indimenticabile per squadra e tifosi.

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La storica ascesa del Vicenza verso la Serie A è stata un percorso segnato da passione, determinazione e un gruppo di giocatori affamati di successo. La stagione 1996-1997 rappresenta un capitolo fondamentale per la squadra veneta, con Pieraldo Dalle Carbonare, all’epoca presidente, al timone di una clamorosa rinascita. Una storia che risveglia emozioni forti e racconta di una squadra che riesce a conquistare il cuore dei propri tifosi.
Un cammino verso la serie a
Il Vicenza inizia il suo viaggio verso la massima serie con un percorso non semplice. Dopo la gestione di un allenatore che porta la squadra ad un decimo posto in Serie B, la dirigenza decide di puntare su Francesco Guidolin. Dalle Carbonare riconosce le qualità del mister, apprezzando il suo stile di gioco e la sua determinazione. La scelta si dimostra vincente: l’intesa tra il presidente e il nuovo allenatore si rivela subito proficua. La squadra, formata da giocatori come Murgita, Di Carlo e Sartor, comincia a costruire un forte legame, alimentato dalla voglia di vincere e dalla consapevolezza di avere un obiettivo da raggiungere.
I risultati iniziali non sono strabilianti, ma l’incoraggiamento di Dalle Carbonare e le aspettative riposte nel gruppo creano un’atmosfera di fiducia. Durante il ritiro, il presidente addirittura scommette con Guidolin sul successo della squadra: “Quanti soldi? Non ve lo dico!” afferma, mantenendo il mistero sulle cifre ma raccontando del clima di competitività che si respira all’interno dello spogliatoio. La scintilla che darà il via alla favola del Vicenza è già accesa.
La rincorsa al sogno, tra emozioni e tensioni
Il girone d’andata della stagione si chiude a decimo posto, un risultato che lascia spazio a timori e aspettative contrastanti. Tuttavia, l’arrivo del girone di ritorno segna l’inizio di una nuova era. Il Vicenza, con un Murgita straripante, colleziona punti decisivi, passando da 25 a ben 43 nel ritorno. La squadra trova la propria identità, dimostrando di avere una fame di vittorie che trascina anche i tifosi. Dalle Carbonare si dice entusiasta, ma non può negare la tensione che si accumula durante quella storica partita contro il Chievo: “Le emozioni forti ci sono, e non dimenticherò mai quei momenti”.
Le vittorie arrivano, e il Vicenza entra prepotentemente nel contesto della Serie A, mettendo a segno un numero impressionante di successi, fino alla vetta della classifica. Murgita si rivela l’attaccante decisivo, contribuendo con diciassette gol nella seconda metà della stagione. I festeggiamenti per il trionfo si trasformano in momenti indimenticabili, complice l’unità e il legame profondo tra squadra e tifosi.
Un trofeo indimenticabile e il legame con il passato
Il coronamento di quell’epoca straordinaria è la vittoria della Coppa Italia, un risultato che segna il nome del Vicenza nella storia del calcio italiano. Dalle Carbonare descrive la scena con grande entusiasmo, ricordando l’arrivo di Arrigo Sacchi al Menti, in qualità di ct della nazionale. Il divertente racconto di come il preparatore dei portieri, Ernesto Galli, si preoccupasse del futuro del calcio, fa respirare l’atmosfera di un calcio che sta cambiando, ma che in quella stagione ha trovato la sua essenza.
Oggi il presidente è un semplice tifoso. Anche se non partecipa più attivamente alle partite, continua a seguire la squadra del cuore, testimoniando così che il legame tra l’individuo e la propria squadra è indissolubile. La cena con i vecchi compagni del ’97, per ricordare gli antichi trionfi, parla di amicizie che superano il tempo e la distanza. Con la consapevolezza che nel calcio vi è sempre una storia pronta a ripetersi, il Vicenza vive nel cuore di tanti, unendo generazioni di tifosi sotto un unico, grande amore.