Incendio all’ex Mira Lanza: una situazione di degrado che preoccupa il quartiere Marconi di Roma
Un incendio all’ex complesso industriale Mira Lanza di Roma riaccende le preoccupazioni dei residenti per la sicurezza e l’abbandono dell’area, evidenziando l’inefficienza burocratica nella bonifica.

Incendio all'ex Mira Lanza: una situazione di degrado che preoccupa il quartiere Marconi di Roma - Movitaliasovrana.it
Il 29 maggio, all’alba, una densa nube nera ha avvolto il quartiere Marconi di Roma, riportando alla memoria le promesse mai mantenute riguardo alla bonifica dell’ex complesso industriale dell’Mira Lanza. Un incendio ha nuovamente acceso la preoccupazione tra i residenti, abituati a chiudere le finestre a ogni episodio di rogo. Questo luogo, una volta simbolo dell’industria romana, è diventato ormai un’area abbandonata, ma ancora molto pericolosa. Non è la prima volta che succede e, con l’avanzare della situazione, non sarà l’ultima.
Il triste ritorno all’incendio
L’incendio all’ex saponificio dell’Mira Lanza ha colpito nuovamente l’area, facendo riaffiorare innumerevoli preoccupazioni. Gli abitanti, già colpiti dalla paura dei fumi tossici, guardano al passato con disillusione. Questo complesso, un tempo vibrante per l’industria di Roma, si trova ora in una situazione drammatica: abbandonato, privo di manutenzione e senza un progetto definito che ne possa garantire una riqualificazione. L’incendio ha rappresentato l’ennesima prova di un territorio ormai in balia dell’incuria e degli incendi.
La questione, purtroppo, non è nuova. Gli incendi che colpiscono aree simili in tutta Italia hanno messo in evidenza un problema che va oltre il fumo e la paura. Rappresentano l’insuccesso di un sistema che, nonostante le promesse, continua a lasciare i cittadini in uno stato di precarietà. La palude della burocrazia ha ostacolato ogni tentativo di risanamento, creando una ferita aperta a cui nessuno sembra pronto a porre rimedio.
Un progetto rimasto sulla carta
Nel 2024, l’amministrazione capitolina aveva deciso di avviare un accordo con l’Università Roma Tre per trasformare l’ex Mira Lanza in uno studentato pubblico, un tentativo di ridare vita a un’area morta. Tuttavia, a più di un anno dalla firma del protocollo, l’ex saponificio rimane ancora in uno stato di abbandono. Le attività previste, come la rimozione dei rifiuti e la sicurezza dell’area, non sono state portate a termine.
Nonostante l’ottimismo mostrato inizialmente, i residenti osservano con indifferenza le ripetute promesse. Il Campidoglio stesso ha confermato l’inefficienza del processo, ed è chiaro che l’area non è stata ancora consegnata all’Università. Questo ritardo segna una mancanza di azione da parte delle autorità, mentre i cittadini subiscono quotidianamente le conseguenze.
Burocrazia che frena i progetti
La complessità burocratica dell’amministrazione è un fattore decisivo nel ritardare i necessari interventi di bonifica. L’intricata rete di competenze, che coinvolge diversi dipartimenti come urbanistica, patrimonio e ambiente, ha reso difficile il coordinamento e l’efficacia delle iniziative. Ogni ufficio ha il proprio ritmo e le proprie priorità, creando un contesto in cui è difficile avanzare.
Il fuoco non aspetta, e quando divampa lascia un segno indelebile. L’episodio dell’incendio del 29 maggio ha reso evidente la vulnerabilità di un’area ancora ostaggio dell’incuria, in cui la legge sembra non avere abbastanza peso. La promessa di un piano di bonifica da parte dell’Eni, previsto per la fine del 2025, appare lontana e incerta. In aggiunta, le gare per il rilancio della struttura, come annunciato dall’assessore Veloccia, sono state fissate per il 2026, ma la popolazione ha cominciato a perdere fiducia in tali tempistiche.
La reazione dei cittadini
Le parole dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Francesca Barbato e Marco Palma, esprimono il malcontento palpabile tra i residenti. Hanno paragonato l’ex Mira Lanza a Monte Mario, evidenziando la ricorrenza di incendi. Ritenendo l’incuria un vero e proprio attentato alla salute pubblica, mettono in guardia su ciò che potrebbe accadere se queste questioni continueranno a essere ignorate. Esprimono una preoccupazione legittima riguardo il futuro di Roma, temendo che la città possa diventare alla stregua della Terra dei Fuochi, area campana tristemente nota per i roghi e l’abbandono.
Questo episodio è solo l’ennesimo richiamo alla realtà di un contesto abitativo che continua a essere trascurato. L’abbandono e la presenza di roghi in aree urbane come questa pongono i cittadini in una situazione di allerta quotidiana. La speranza di un rilancio rimane solo una promessa vuota, mentre il degrado avanza inesorabile senza soluzioni immediate o progetti concreti all’orizzonte.