Olimpiadi Milano Cortina 2026: tensione per il futuro di un ambulatorio veterinario e per l’ambiente
Controversie e proteste circondano le Olimpiadi Milano Cortina 2026, con la demolizione di un ambulatorio veterinario e preoccupazioni per l’impatto ambientale della nuova cabinovia in una zona fragile.

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Le Olimpiadi Milano Cortina 2026 non smettono di far discutere. Recentemente, la Fondazione Milano Cortina 2026 ha preso una decisione controversa, mirando a demolire un ambulatorio veterinario cruciale. Questo servizio è l’unico punto di riferimento per gli animali nella zona di Cortina e nella valle del Boite, fino a Vodo di Cadore. Gli organizzatori hanno in mente di abbattere l’abitazione di Ernesto e Andrea Curtolo in via del Parco, lì dove sorgerà una nuova cabinovia per accedere a Socrepes. Il piano prevede anche di installare dei piloni sui prati di Mortisa e nel villaggio di Lacedel, in una zona resa vulnerabile da frane e di grande valore ecologico. Gli abitanti della contrada non ci stanno, tanto da affidare a legali il compito di ricorrere al Tar contro questo progetto invasivo. Gli ambientalisti, a loro volta, si preparano a un flash mob di protesta programmato per sabato 31 maggio, un anno dopo l’inizio dei lavori per la pista da bob.
L’impatto della cabinovia sul territorio locali
Il progetto della cabinovia ha sollevato un’ondata di polemiche poiché è previsto in una zona delicata dal punto di vista geologico e ambientale. Roberta De Zanna, consigliera comunale di minoranza, ha messo in evidenza le problematiche legate alla realizzazione di un impianto su una frana attiva. Queste dichiarazioni evidenziano il crescente malcontento tra la popolazione, preoccupata per l’impatto estetico e ambientale del progetto. De Zanna ha annunciato la mobilitazione degli ambientalisti, sottolineando i costi di manutenzione elevati che graverebbero sulle finanze comunali, aggiungendo che l’impianto potrebbe chiudere subito dopo le Olimpiadi, a causa della mancanza di parcheggi adeguati.
Un particolare allarme è emerso riguardante la riduzione di spazi verdi e paesaggistici nella zona, minacciati da progetti come quello della cabinovia. Il dissenso comune fa eco all’indignazione delle associazioni locali, che denunciano l’«impotenza» di fronte a scelte politiche avverse alla tutela del territorio. Le critiche si concentrano anche sull’asserita delocalizzazione dei servizi pubblici in favore di accordi privati poco trasparenti.
Le controversie sul progetto della cabinovia
Recentemente, è stato nominato Fabio Massimo Saldini come commissario straordinario per la costruzione della cabinovia, un progetto che si presenta già in difficoltà. La Regione Veneto aveva sollevato preoccupazioni legate ai rischi idrogeologici del luogo, ma le modifiche fatte hanno portato al via libera della Conferenza dei Servizi. L’investimento stimato per questo impianto raggiunge circa 30 milioni di euro, in un contesto di spesa complessiva di 127 milioni. Purtroppo, i sostegni privati per completare il progetto non sembrano sufficienti, lasciando Simico in difficoltà e costringendo a un cerchio vizioso di richieste e progetti non portati a termine.
Questo impianto sarebbe destinato a migliorare l’accessibilità per il pubblico durante le competizioni di sci femminile, ma i biglietti non sono stati ancora messi in vendita a causa delle incertezze operative. Infatti, le condizioni necessarie per la gestione dei flussi di pubblico restano un’incognita, rimanendo una questione critica per gli organizzatori.
Le conseguenze per il servizio veterinario e la comunità locale
La demolizione dell’ambulatorio veterinario di Fabio Frison e Alessandro Siorpaes, attivo da oltre trent’anni, sta già suscitando gravi preoccupazioni tra i residenti. La struttura, che si trova su un terreno comunale e gode di diritti di superficie, è vitale per la salute degli animali di Cortina e dei villeggianti, nonché per la tranquillità degli stessi cittadini. L’eventuale chiusura di questo servizio costringerebbe gli animalisti a un lungo viaggio per raggiungere l’assistenza veterinaria, creando un disagio notevole nella comunità.
In un colloquio con il Corriere delle Alpi, Ernesto Curtolo ha manifestato il senso di abbandono che si respira tra i cittadini. Malgrado i tentativi di dialogo con le istituzioni, non ci sono state risposte soddisfacenti. Altri residenti, come Curtolo, stanno preparando ricorsi al TAR nel tentativo di opporsi alla demolizione della loro abitazione e, con essa, del loro legame con il territorio.
Allarme infiltrazioni mafiose nelle Olimpiadi
Anche l’aspetto della legalità agli appalti è emerso come un tema cruciale nella gestione dei lavori per le Olimpiadi. L’organizzazione Libera ha messo in evidenza la possibilità di infiltrazioni mafiose, richiedendo maggiore trasparenza e controllo degli appalti. Secondo una relazione della Direzione Investigativa Antimafia, nel 2024 sono stati individuati numerosi soggetti potenzialmente coinvolti in situazioni di corruzione. Questo clima di sospetto non fa che alimentare i timori dei cittadini, già preoccupati per come queste Olimpiadi potrebbero cambiare irrimediabilmente il volto di Cortina e delle sue valli.
La lotta per la tutela del territorio e dei servizi locali continua a infiammare gli animi, mentre il countdown verso le Olimpiadi prosegue. Le questioni rimangono aperte e la comunità è in attesa di sapere quale direzione prenderà questo importante evento sportivo, che potrebbe trasformarsi in un campo di battaglia tra sviluppo e tutela del patrimonio naturale e culturale.