Enrico Mentana: quarantacinque anni di giornalismo tra successi e vita privata
Enrico Mentana, icona del giornalismo italiano, racconta la sua carriera quarantennale tra Tg1 e Tg5, le maratone televisive e un lato personale legato ai suoi amati cani.

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Nel panorama del giornalismo italiano, Enrico Mentana rappresenta una figura di riferimento unica. Con un’esperienza che abbraccia oltre quarantacinque anni, il direttore di La7 ha intervistato il Corriere della Sera, rivelando le sue radici nel mondo dell’informazione, le sfide affrontate e un angolo della sua vita lontano dalle telecamere. Dalla sua carriera al Tg1 all’emozionante esperienza con il Tg5, Mentana condivide ricordi, anedoti e riflessioni su un percorso che lo ha portato ad affrontare alcune delle notizie più significative della storia recente.
Gli albori al Tg1 e il passaggio al Tg5
Enrico Mentana ha iniziato la sua carriera al Tg1 della Rai, quando aveva solo 25 anni, un’avventura che ha segnato il suo ingresso nel mondo del giornalismo. Anni ’80, tempi in cui il telegiornale era tutto diverso: “Era come essere l’ultima ruota del carro degli esteri”, racconta Mentana, ricordando come le tecnologie di allora, come carta carbone e telescriventi, si confrontavano con i grandi nomi del settore, come Massimo Valentini ed Emilio Fede. Con il passare degli anni, Mentana ha saputo ritagliarsi uno spazio significativo, diventando poi il direttore del Tg5 all’età di 37 anni. Questo passaggio, inizialmente accolto con scetticismo da molti, si rivelò una svolta nel panorama dell’informazione. Era il 1992, e il Tg5 iniziava a imporsi nel panorama mediatico, sfidando la storica supremazia del Tg1. L’appoggio di Silvio Berlusconi si rivelò cruciale per la creazione di un’alternativa concreta nella televisione italiana.
Mentana ricorda vividamente l’ambizione che lo ha portato a sfidare il colosso Rai: “I record sono fatti per essere battuti.” Avere chiaro il proprio percorso e le sfide da affrontare è stato fondamentale in un’epoca di cambiamenti rapidi e incertezze. La sfida principale, come lui stesso ammette, era rendere il Tg5 competitivo, un obiettivo che ha perseguito con costanza, pur riconoscendo che, forse, lo ha personalizzato più del necessario. Le maratone televisive, che lo hanno reso famoso, rappresentano un aspetto cruciale del suo lavoro, una sfida che ha saputo affrontare con passione e determinazione.
Le maratone televisive: un genere unico
Mentana è diventato un’icona delle maratone televisive, un formato che ha reinvenuto e reso popolare nel corso della sua carriera. La sua ironia mista alla capacità di rimanere concentrato per ore su un tema in continua evoluzione hanno reso queste dirette una peculiarità del suo stile. In un’intervista, ricorda con un sorriso le maratone più durature, come quella per le ultime elezioni europee, durata quasi 22 ore: “Alla fine, non capivo nemmeno più dove fossi.” Questo tipo di impegno richiama l’attenzione a ciò che è essenziale nel giornalismo: la capacità di essere presenti, di narrare la cronaca in tempo reale e di interagire con il pubblico in modo diretto e coinvolgente.
Questa particolare conformazione esprime anche il rapporto di Mentana con il suo lavoro. La sua dedizione emerge non solo dal numero di ore trascorse in studio, ma anche dalla necessità di restare aggiornati sugli eventi e le notizie, spesso frenando la propria vita personale. “C’è gente che fa qualcosa di più pesante di me: vedere le maratone,” scherza, riconoscendo così il sacrificio e la responsabilità che comporta essere al timone di un telegiornale di successo. Le maratone di Mentana non sono semplici notizie, ma veri e propri eventi televisivi che riuniscono il pubblico attorno a temi di rilevanza nazionale e internazionale.
Un legame speciale con i suoi cani e la vita privata
Oltre alla carriera di successo, Mentana condivide anche un angolo più personale della sua esistenza, rivelando il suo affetto per i suoi cani. La presenza di tre Cavalier King, portati perfino in trasmissione, testimonia un lato della sua vita che spesso rimane in secondo piano rispetto agli impegni professionali. Racconta dell’arrivo di Nina durante la pandemia, e dell’adozione di Bice e Blu, aggiungendo un tocco di dolcezza e umanità alla sua figura pubblica. Questo collegamento con i suoi animali non è solo una questione di compagnia, ma riflette anche la vulnerabilità e il calore che Mentana riesce a esprimere al di fuori del suo ruolo di giornalista.
A proposito della sua compagna Francesca Fagnani, Mentana non risparmia complimenti sul suo programma “Belve”, dichiarando di non sentirsi in posizione di dare suggerimenti. Riconosce il suo impegno e la sua sintonia con un pubblico differente rispetto al suo, enfatizzando l’importanza di mantenere le rispettive identità professionali in una coppia di giornalisti. Questo aspetto della loro relazione mette in luce la natura competitiva ma anche rispettosa del loro rapporto, sottolineando come ognuno possa crescere nella propria carriera senza interferenze.
Mentana si presenta come un professionista a tutto tondo, capace di bilanciare la propria vita personale con le sfide di un settore in continua evoluzione. Le sue parole e i suoi ricordi fanno emergere l’immagine di un uomo appassionato, consapevole del proprio percorso e delle persone che l’hanno affiancato. Sono tutti elementi che compongono il mosaico della sua vita, sia pubblica che privata, e offrono uno sguardo autentico su una delle voci più riconoscibili e rispettate del giornalismo italiano contemporaneo.