Home Femminicidi in aumento: la dura lettera della sindaca di perugia sulla violenza di genere

Femminicidi in aumento: la dura lettera della sindaca di perugia sulla violenza di genere

La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, denuncia l’emergenza femminicidi e chiede un cambiamento culturale profondo, sottolineando l’importanza dell’educazione per prevenire la violenza di genere.

Femminicidi_in_aumento%3A_la_dur

Femminicidi in aumento: la dura lettera della sindaca di perugia sulla violenza di genere - Movitaliasovrana.it

La questione della violenza contro le donne continua a rappresentare una delle emergenze sociali più gravi del nostro Paese. La sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi, denuncia senza mezzi termini la crescente spirale di femminicidi in un accorato video diffuso sui social. Attraverso la sua voce, emergono preoccupazioni e riflessioni su un fenomeno che ha radici profonde nella cultura patriarcale. Questa situazione non può più essere ignorata o minimizzata, e Ferdinandi chiede un cambiamento radicale.

L’inarrestabile cifra del femminicidio

La sindaca Ferdinandi, esplorando il triste tema dei femminicidi, esprime una visione cruda e realistica: “Non è più ‘una ogni tre giorni’. Ci stanno ammazzando come mosche.” Queste parole evidenziano non solo l’intensità della situazione, ma anche la necessità di affrontare il problema con la serietà che merita. La morte di Martina Carbonaro, una giovane uccisa dal suo ex fidanzato, segna l’ultima di una lunga serie di tragedie. Ferdinandi afferma chiaramente che non si tratta di una semplice “tragedia” o “sciagura”, ma di una realtà drammatica e pervasiva.

La sindaca denuncia la reazione della società a questi crimini, rivelando un atteggiamento di rassegnazione e impotenza. “Non possiamo come istituzione, di fronte a un fenomeno così pervasivo e ricorrente, ogni volta in maniera vigliacca, confrontarci a ciò che succede con stupore,” afferma con forza. Queste parole gridano la frustrazione di chi si impegna quotidianamente per la protezione delle donne. La violenza di genere non può più essere vista come un evento isolato, ma deve essere riconosciuta come parte di una cultura che continua a tollerare e perpetuare la sopraffazione.

Un’emergenza culturale da affrontare

Ferdinandi sottolinea che il femminicidio è figlio di un modello culturale e sociale, il patriarcato, che permea la società e alla cui disgregazione è necessario dare avvio. “È impossibile che il nostro Paese sia più spaventato dal femminismo che dal femminicidio,” avverte. La sindaca chiama a una riflessione profonda sui valori e le strutture che formano la nostra società, invitando a confrontarsi onestamente con la realtà.

Servono attriti e trasformazioni radicali nella cultura predominante, quella che resiste al cambiamento e alimenta la violenza di genere. “Non è più il tempo della resilienza, è quello della resistenza,” afferma, esprimendo la necessità di un’opposizione attiva contro ogni forma di sopraffazione. Questo è un tema cruciale che richiede uno sforzo collettivo, non solo istituzionale ma anche sociale, per demolire le radici della violenza.

L’importanza dell’educazione nella prevenzione

Uno degli snodi fondamentali nella lotta contro il femminicidio, secondo Ferdinandi, è l’educazione, che deve partire dai banchi di scuola. La sindaca avverte che ci sono “resistenze enormi” a queste iniziative educative. È fondamentale introdurre temi come la cultura del consenso per preparare le nuove generazioni a gestire le proprie emozioni e relazioni in modo sano. “Perché altrimenti poi si esce nel mondo e quando si dice no, quando non si governano le emozioni, le proprie pulsioni, non è una sciagura che possa accadere qualcosa di così atroce,” conclude, lasciando un messaggio chiaro e diretto.

Promuovere una cultura di rispetto e consapevolezza può ridurre il numero di femminicidi e potenziare la diffusione di relazioni sane. Le scuole sono il terreno fertile per la nascita di questa nuova consapevolezza, e la sindaca Ferdinandi esorta tutti a unirsi nell’impegno per lottare contro la violenza di genere. La strada da percorrere è lunga e complessa, ma l’azione parte dal riconoscimento della necessità di un cambiamento profondo nella cultura collettiva.