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Fiducia nella scienza in Italia: analisi dei dati e percezioni culturali nel 2025

La fiducia degli italiani nella scienza supera il 70%, ma emergono scetticismi legati a istruzione e status sociale, evidenziando la necessità di una comunicazione scientifica più trasparente e partecipativa.

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Sempre più italiani mostrano fiducia nei confronti della scienza, con oltre il 70% della popolazione che concorda con l’affermazione secondo cui è importante fidarsi del lavoro degli scienziati. Allo stesso modo, circa il 70% degli intervistati crede nell’onestà delle ricerche scientifiche e nella loro aderenza a valori etici. Tuttavia, nonostante questi dati incoraggianti, emergono anche aree di scetticismo e diffidenza che meritano di essere esplorate.

Fattori di fiducia verso la scienza

Secondo un’indagine condotta da EngageMinds Hub dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, la fiducia nella scienza appare piuttosto complessa. Sebbene siano molti coloro che riconoscono l’importanza della ricerca scientifica, quasi la metà degli intervistati ritiene che gli scienziati possano nascondere volutamente informazioni rilevanti. Inoltre, il 30% non esita a affermare che vi sia una protezione reciproca tra i ricercatori anche di fronte a errori. Tuttavia, un dato positivo emerge dal fatto che solo il 20% degli italiani considera le teorie scientifiche come spiegazioni insufficienti della realtà.

Questi risultati testimoniano un atteggiamento di ambivalenza nei confronti della scienza, influenzato da vari aspetti come il background culturale e la qualità della comunicazione scientifica. Le esperienze recenti legate alla pandemia hanno ulteriormente evidenziato le complessità della scienza, mettendo a confronto la ricerca con la vita quotidiana delle persone. Le differenze di fiducia si manifestano anche in base al titolo di studio e alla situazione economica, con gruppi specifici che si rivelano più scettici.

Le differenze di fiducia in base a istruzione e status sociale

Solo il 30% degli italiani ha una forte fiducia nella scienza. Tuttavia, questo numero varia considerevolmente tra diverse categorie socio-economiche. Tra i laureati, la fiducia nella scienza sale al 40%, e il 39% di coloro con un reddito elevato condivide questa visione. Un notevole 54% di chi si colloca politicamente a sinistra manifesta una fiducia marcata, così come il 42% degli individui attivi e informati. Al contrario, le persone con un basso livello di istruzione , a basso reddito e con un orientamento politico a destra evidenziano tendenze di sfiducia più marcate.

Questo divide evidenzia l’importanza della comunicazione scientifica mirata e del coinvolgimento attivo della comunità. Secondo Guendalina Graffigna, direttore del Centro di Ricerca EngageMinds Hub, è fondamentale rendere la scienza più accessibile e partecipativa, creando un dialogo che possa unire la società scientifica e la popolazione.

Fiducia nelle istituzioni e incidenza sul rapporto con la salute

Il grado di fiducia nella scienza è strettamente connesso anche alla percezione delle istituzioni, in particolare del Sistema Sanitario Nazionale . Tra i cittadini fiduciosi nelle istituzioni, il 43% manifesta anche una forte fede nella scienza; in contrasto, il 46% delle persone che non si fidano del SSN ha una visione negativa nei confronti della ricerca scientifica. Questi dati evidenziano un legame cruciale tra la fiducia nelle istituzioni e nella scienza.

Non sorprende che la salute e la scienza siano intimamente collegate. Coloro che esprimono un buon rapporto con i medici e percepiscono un buon stato di salute tendono a riporre più fiducia nella scienza. Al contrario, un cattivo rapporto con i professionisti della salute coincide con una ridotta fiducia nella ricerca scientifica.

La sfida della comunicazione scientifica

La diffusione del pensiero complottista ha un impatto significativo sul modo in cui la scienza viene percepita. Tra gli individui inclini al complottismo, il 61% ha dichiarato di non fidarsi della scienza, un dato molto più alto rispetto alla media nazionale. Le teorie stravaganti e le convinzioni infondate si alimentano in un contesto di sfiducia, come dimostra l’attenzione ai miti sul vaccino per il COVID-19, accusato da alcuni di contenere microchip per il controllo della popolazione.

Questo scenario richiede una risposta incisiva: la trasparenza e la partecipazione devono diventare paradigmi centrali nella comunicazione scientifica. Scrivere e documentare in modo chiaro, condividendo non solo i risultati ma anche i dubbi e i limiti della ricerca, sarà vitale per costruire un rapporto di fiducia tra scienza e cittadini. In quest’ottica, il dialogo aperto e l’ascolto attivo delle preoccupazioni della società possono stimolare una cittadinanza più informata e critica, pronta ad accettare e sostenere le sfide scientifiche del futuro.

In questo contesto complesso, il successo della scienza non dipende solo dai suoi risultati, ma anche dalla qualità degli scambi tra il mondo scientifico e la popolazione.