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Il futuro del lavoro in Italia: il programma Gol e le sfide da affrontare entro il 2025

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in Italia affronta sfide significative nella riforma delle politiche attive per il lavoro, evidenziando la frammentazione del sistema rispetto a modelli più integrati come quello scozzese.

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Il futuro del lavoro in Italia: il programma Gol e le sfide da affrontare entro il 2025 - Movitaliasovrana.it

Con la scadenza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che si avvicina, le politiche attive per il lavoro in Italia si trovano a un crocevia decisivo. Il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori , con un finanziamento di 4,4 miliardi di euro, punta a coinvolgere tre milioni di persone entro il 2025, di cui 800 mila in percorsi formativi. Tuttavia, le domande su ciò che lascerà questo programma come eredità si fanno sempre più pressanti, specialmente in un contesto di già evidente frammentazione del sistema attuale. Questo articolo esplora le differenze infrastrutturali e strategiche tra l’Italia e altri Paesi, come la Scozia, attraverso le parole del sociologo del lavoro Francesco Giubileo.

Differenze infrastrutturali rispetto ai Jobcentre in Scozia

Durante la sua recente visita in Scozia, Giubileo ha avuto modo di osservare da vicino il Jobcentre Plus di Edimburgo. La prima cosa che colpisce è l’aspetto moderno e ristrutturato della struttura, situata in pieno centro, un netto contrasto con molti dei centri per l’impiego italiani, spesso ubicati in aree periferiche e in condizioni di degrado. Ma il tema va oltre l’aspetto estetico. La chiave della differenza risiede nell’approccio integrato dei servizi offerti. Nei Jobcentre inglesi, un utente può accedere a un’intera gamma di servizi senza dover rimanere bloccato in un iter complesso, potendo contare su un’unica figura di riferimento: il work coach. Questa modalità di lavoro combina diversi aspetti della ricerca di occupazione e formazione, dando la possibilità agli utenti di ricevere il supporto necessario in un’unica sede.

Al contrario, in Italia, la realtà presenta una frammentazione inaccettabile: gli utenti spesso si trovano a dover interagire con molteplici entità, come l’INPS, i centri per l’impiego e le agenzie di lavoro. Per chi appartiene a categorie svantaggiate, il discorso diventa ancora più complicato, poiché è necessario entrare in contatto anche con i servizi sociali comunali. Questa situazione non fa che aumentare la disillusione tra gli utenti, rendendo ancora più difficile l’approccio al mercato del lavoro.

La responsabilità politica della frammentazione organizzativa

La complessità dell’infrastruttura italiana nel settore del lavoro è il risultato di decisioni politiche prese nel corso degli anni. È un problema sistemico che va ben oltre l’operato di un singolo governo. Riforme fondamentali, come quelle introdotte dal Titolo V della Costituzione, hanno contribuito a creare una rete di agenzie regionali che, invece di semplificare, hanno accentuato la disconnessione tra le varie istituzioni. Lo Stato, attraverso l’INPS, le Regioni con le loro agenzie e i Comuni con i servizi sociali, hanno funzioni e competenze che non sempre si integrano, lasciando molti cittadini in balia di un sistema confuso e caotico.

Negli altri Paesi, invece, come Germania e Regno Unito, esiste una struttura nazionale che si occupa in modo uniforme delle politiche sia attive che passive. Questo approccio permette di evitare la dispersione di risorse e di garantire un servizio più efficace ai cittadini. Giubileo evidenzia che la strada per il progresso in questo ambito passa necessariamente attraverso una ristrutturazione delle attuali competenze, portando a un’unificazione dei servizi e a una maggiore efficienza operativa.

I risultati reali del programma Gol e le sfide da affrontare

Uno dei punti chiave del programma Gol era il sostegno al potenziamento delle risorse umane nei centri per l’impiego . Tuttavia, nonostante le ambiziose aspirazioni, la realtà ha mostrato lentezza nel reclutamento, specialmente in alcune Regioni. Le difficoltà nel trovare professionisti qualificati, unite alla gestione poco efficiente delle risorse, hanno ridotto notevolmente le possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Per quanto riguarda le infrastrutture, molti progetti per la creazione o ristrutturazione delle sedi sono stati bloccati dall’inefficienza burocratica e dalla mancanza di risorse adeguate.

Alcuni obiettivi relativi alla presa in carico degli utenti sono stati raggiunti, ma Giubileo sottolinea che registrare le persone non rappresenta un successo. Lavorare a stretto contatto con gli utenti, offrendo loro un sostegno concreto, è un passo fondamentale che in Italia è ancora lontano dalla realtà. Inoltre, i percorsi formativi previsti dal programma, in gran parte non realizzati, evidenziano come la difficoltà nel fornire servizi adeguati stia creando una disparità di opportunità, soprattutto nelle aree più svantaggiate del Paese.

L’importanza della formazione per la mobilità lavorativa

La questione della formazione è una delle più critiche nell’ambito dell’occupazione giovanile e non solo. Molte Regioni, come il Veneto e l’Emilia Romagna, dispongono di agenzie solide, in grado di fornire servizi utili e preparati. Altre, invece, stanno ancora combattendo per implementare programmi efficaci. Purtroppo, i percorsi di formazione attuali non sempre corrispondono alle reali esigenze del mercato del lavoro. I dati mostrano che gran parte della popolazione senza occupazione necessita di percorsi formativi prolungati, quelli che per varie ragioni l’Italia non riesce ad offrire.

Le barriere abitative, come il costo elevato dell’affitto, influenzano l’accesso a opportunità formative e professionali, rendendo necessarie politiche abitative integrate, che, per ora, sono state trascurate dal progetto Gol. Al contrario, paesi come la Finlandia hanno inserito garanzie abitative nei loro programmi, riconoscendo quanto sia essenziale l’indipendenza nella partecipazione al mercato del lavoro.

Riflessioni sulle speranze e sulle prospettive future

Il programma Gol ha certamente apportato cambiamenti significativi, come la creazione di uno schema nazionale che ha avviato una standardizzazione necessaria delle procedure. È fondamentale che tale meccanismo venga mantenuto e migliorato, affinché non si ritorni alla disomogeneità dei servizi offerti attualmente. Tuttavia, le difficoltà di implementazione sono evidenti e la frammentazione rimane una realtà difficile da superare, preoccupando per le future opportunità di formazione di qualità.

Giubileo mette in evidenza anche la questione dell’utenza straniera, che richiede un’attenzione particolare e servizi specifici, un aspetto già affrontato con successo in altri contesti internazionali. Infine, l’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare la situazione, liberando gli operatori da compiti ripetitivi, mentre sarebbe fondamentale preparare il personale per incontrare le esigenze dell’utenza diversificata.

L’obiettivo rimane quindi quello di costruire una rete di supporto solida per tutti, ma il percorso sembra ancora lungo. La necessità di un cambiamento profondo nella cultura e nelle pratiche lavorative è evidente e richiama a un impegno collettivo che deve andare oltre la semplice applicazione di misure emergenziali.