La Juventus in una fase di transizione: il mercato e il rinnovamento dirigenziale
La Juventus affronta una fase di cambiamenti radicali nella dirigenza e nel progetto sportivo, dopo una stagione deludente, cercando di ritrovare la propria identità e competitività.

La Juventus in una fase di transizione: il mercato e il rinnovamento dirigenziale - Movitaliasovrana.it
La Juventus si trova attualmente in un periodo di grande cambiamento. Con recenti addii e una ristrutturazione della dirigenza, la società sta cercando di cambiare rotta dopo una stagione segnata da risultati deludenti in campo. Nonostante gli sforzi economici e i traguardi finanziari raggiunti, la pressione è alta e il futuro del club appare incerto.
Un addio atteso e le conseguenze sul progetto sportivo
Il club bianconero è conosciuto per la sua storia e il peso che ogni decisione porta con sé. La presenza di John Elkann ha segnato un nuovo approccio nella gestione, caratterizzata da una severa valutazione del grado di successo di chi lavora all’interno della società. I recenti cambiamenti hanno riguardato figure importanti come il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, affiancato dai collaboratori Pompilio e Stefanelli, la cui uscita è ormai una certezza, a seguito di una stagione in cui gli obiettivi sportivi non sono stati raggiunti e gli investimenti non hanno prodotto i risultati sperati. L’ammontare di 250 milioni di euro spesi nel mercato trasferimenti non ha ripagato con un’esperienza di Champions League all’altezza delle aspettative e lo stesso vale per la Coppa Italia.
Nell’ambiente juventino, il silenzio è spesso la norma quando si tratta di comunicare le decisioni difficili. Anche se il diretto interessato può sentirsi sicuro della propria posizione, in pochi attimi quel senso di stabilità può essere scalfito. Giuntoli, fino a poco tempo fa, era certo della fiducia della proprietà, ma oggi sta per lasciare l’incarico senza aver avuto il tempo di rendersi conto di quanto stesse cambiando il suo status all’interno della società.
Un turbine di cambiamenti nella dirigenza
Le recenti uscite dalle strutture dirigenziali della Juventus hanno creato un certo scompiglio. Negli ultimi anni, la squadra dirigenziale ha visto succedersi circa venti figure chiave. La transizione è iniziata con la partenza di Beppe Marotta e Fabio Paratici, rispettivamente direttore generale e direttore sportivo, la cui gestione aveva garantito un’epoca di successi. Dopo il loro allontanamento, la squadra ha affrontato non solo una diminuzione delle vittorie, ma anche un cambiamento significativo nella leadership, con molti ex dirigenti che si sono trasferiti a rivestire ruoli importanti altrove, come Ricci e Adornato, ora all’Inter.
La situazione ha subito una notevole accelerazione nell’autunno del 2022, quando un’inchiesta ha coinvolto alti dirigenti tra cui Agnelli e Nedved, portando a un rovesciamento della governance. Le investigazioni hanno messo in crisi una struttura che, nonostante i problemi, era riuscita a mantenere un certo livello di competitività. Il cambio di direzione ha portato la Juventus a ripensare le sue relazioni con le istituzioni calcistiche, tornando a stabilire contatti con Figc e Uefa, abbandonando il controverso progetto della Superlega.
L’evoluzione del settore sportivo e il futuro incerto
La Juventus continua a ripensare la propria strategia di reclutamento e formazione, evidenziando una continua evoluzione nel settore giovanile. La recente partenza di Federico Cherubini, figura di riferimento per il progetto NextGen, segna un altro capitolo di questa lunga e complessa fase di transizione. Con dodici anni di servizio alle spalle, Cherubini ha contribuito a scoprire talenti promettenti, ma la sua non riconferma rappresenta un segnale chiaro del cambio di passo che la società sta perseguendo.
Altri addii significativi comprendono quello di Gigi Milani, noto per il suo fiuto nel mettere in luce giovani giocatori, e Albanese, responsabile della comunicazione, così come Giovanni Manna, che ha recentemente portato il Napoli a vincere un ulteriore scudetto. Ogni partenza sembra rimettere in discussione le basi stesse della squadra, creando un senso di instabilità che i tifosi non possono ignorare.
L’intenzione di Elkann di intraprendere una “rivoluzione” sotto il segno di un supposto “anno zero” appare, sinora, come una strategia continua senza sosta. I dirigenti che hanno caratterizzato la precedente era agnelliana vengono gradualmente sostituiti da nuove figure, in un movimento che si propone di dare una scossa all’ambiente e rimettere la Juventus sulla retta via. Mentre il tempo scorre e la pressione aumenta, il club sta navigando in mari incerti, alla ricerca di una nuova identità e di un ritorno alla gloria passata.