Pietro Famengo vince il “Premio Maculan” 2025 con le sue pappardelle di primavera
Il “Premio Maculan” 2025 premia Pietro Famengo per le sue innovative “Pappardelle di Primavera” abbinate al Torcolato 2013, celebrando l’arte dell’abbinamento tra vino dolce e piatti salati.

Pietro Famengo vince il “Premio Maculan” 2025 con le sue pappardelle di primavera - Movitaliasovrana.it
Il “Premio Maculan” 2025 ha celebrato l’arte enogastronomica, premiando il talento e la creatività nel trovare l’abbinamento perfetto tra vino dolce e piatti salati. Quest’anno, l’ambito riconoscimento è andato a Pietro Famengo, chef del ristorante Corte Villa Rossi di Noale, in provincia di Venezia. Famengo ha impressionato la giuria con le sue “Pappardelle di Primavera”, abbinate al Torcolato 2013 dell’azienda Maculan.
Ritorno in grande stile per il premio
Fausto Maculan, titolare dell’azienda vinicola insieme alle figlie Angela e Maria Vittoria, ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’iniziativa, sottolineando l’entusiasmo e la qualità delle proposte ricevute durante il concorso. Giunto alla sua terza edizione, il “Premio Maculan” ha visto una partecipazione significativa, con chef professionisti e appassionati che hanno messo in campo ricette innovative e una rielaborazione creativa del vino dolce.
Maculan ha dichiarato che il premio rappresenta un’importante occasione per promuovere la cultura enogastronomica legata ai vini dolci, invitando i partecipanti a sperimentare e valorizzare il potenziale di questi vini all’interno della cucina contemporanea. Con una giuria di esperti del settore, composta da critici enogastronomici e chef di spicco, il concorso ha offerto un panorama ricco di idee e ispirazioni.
I finalisti e i criteri di valutazione
Dopo una prima selezione effettuata da un comitato tecnico, i quattro finalisti hanno presentato le loro creazioni a una giuria di esperti presieduta da Daniel Canzian, noto chef milanese e presidente europeo dell’associazione JRE – Jeunes Restaurateurs. La giuria dei critici era composta da nomi influenti del panorama gastronomico, tra cui Paolo Massobrio, Marco Colognese, Alberto Tonello, Sissi Baratella, Mariella Tanzarella, Liliana Savioli e Ario Gervasutti.
Le ricette in gara sono state valutate su vari criteri, tra cui l’equilibrio dei sapori, l’originalità, la presentazione e l’abilità di esecuzione. Questo approccio ha permesso di premiare non solo il piatto in sé, ma anche la capacità degli chef di armonizzare la loro proposta con il vino scelto, in questo caso il pregiato Torcolato 2013.
I premi e l’arte dell’abbinamento
Oltre a ricevere il riconoscimento, Pietro Famengo ha ottenuto come premio una selezione di vini Maculan. A questo si aggiunge un’opera artigianale in vetro borosilicato realizzata da Massimo Lunardon, un decanter a forma di vespa, omaggio alla storica varietà autoctona del Vespaiola. Questa creazione rappresenta non solo l’arte culinaria ma anche la tradizione vinicola legata all’azienda.
Oltre a Famengo, anche i finalisti Carla de Iuliis, Andrea Petucco e Riccardo Savignoni hanno avuto modo di mettersi alla prova con le loro ricette. La competizione si è rivelata un’importante piattaforma per esaltare la cultura del vino dolce e il suo potenziale all’interno della gastronomia, sottolineando come la semplicità degli ingredienti possa fondersi con l’eleganza dei vini per dare vita a combinazioni straordinarie.
Il “Premio Maculan” non solo celebra i talenti in cucina, ma incarna la volontà di diffondere la conoscenza e la passione per il mondo del vino, incentivando una maggiore creatività tra i gastronomi di oggi.