Ritiro della patente e pazienti in cura: le tensioni dietro il tavolo tecnico del ministero dei Trasporti
Il ministero dei Trasporti avvia un tavolo tecnico per il ritiro della patente ai pazienti in cura con farmaci stupefacenti, ma esclude molte associazioni, suscitando preoccupazioni e tensioni.

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Il ministero dei Trasporti, sotto la guida di Matteo Salvini, ha finalmente avviato un tavolo tecnico per affrontare il delicato tema del ritiro della patente per i pazienti in cura con farmaci stupefacenti. Questa decisione, attesa da cinque mesi, risponde alle preoccupazioni legate all’applicazione del nuovo Codice della strada, che mette a rischio la sicurezza dei pazienti senza tener conto della loro condizione. Tuttavia, il silenzio del ministero sui partecipanti e l’esclusione di molte associazioni rappresentative preoccupano i diretti interessati.
Le attese del tavolo tecnico e il silenzio del ministero
La situazione attuale è tesa. Nonostante la creazione del tavolo tecnico, ci sono poche informazioni sui membri coinvolti e sulle tempistiche delle convocazioni. Mentre il ministero dei Trasporti mantiene un riserbo totale, i pazienti e le associazioni, che hanno già espresso le loro preoccupazioni al ministero della Salute, non sono state invitate a partecipare. I gruppi più noti come il Comitato Pazienti Cannabis Medica e altre sigle affini sono completamente esclusi da questo importante processo decisionale. Questa mancanza di comunicazione crea disorientamento e frustrazione tra i pazienti, che si sentono abbandonati in un momento delicato.
Un passaggio cruciale legato al tavolo è stato l’invio di una PEC da parte dell’Associazione PazientiCannabis, presieduta da Santa Sarta, l’unica finora a richiedere formalmente di essere inclusa negli incontri con il ministero. La situazione è complicata, poiché senza una voce ufficiale dei pazienti, le decisioni potrebbero non riflettere le reali necessità di chi vive quotidianamente con il peso di una malattia e delle relative cure.
Le figure chiave del tavolo e le loro relazioni
Tra i nomi che circolano riguardo al tavolo tecnico, spiccano il dottor Vittorio Guardamagna e l’imprenditore Tobia Zampieri. Guardamagna, noto direttore del dipartimento per le Terapie del Dolore all’Istituto Europeo di Oncologia, ha espresso interesse a partecipare, sottolineando l’importanza di considerare le esperienze e le esigenze dei pazienti. Zampieri, presidente dell’Associazione Nazionale Pazienti Cannabis Italia, ha alimentato il dibattito con le sue dichiarazioni su Facebook, dove ha approfittato per rispondere alle domande sulla sua partecipazione.
La sua presenza al tavolo ha sollevato interrogativi sulla modalità con cui è stata selezionata. Zampieri ha dichiarato di non aver avuto bisogno di richiedere un invito ufficiale, mentre altri gruppi si domandano quali criteri siano stati utilizzati per la scelta dei partecipanti. Ciò ha generato una frattura tra le associazioni più tradizionali e quelle che si affacciano ora nel panorama delle cure con cannabis.
Tensioni tra le associazioni: accuse e minacce legali
Le tensioni tra le associazioni sono aumentate negli ultimi giorni, culminando in accuse di plagio da parte di Zampieri nei confronti di Santa Sarta. L’imprenditore ha affermato che Sarta ha copiato il nome della sua organizzazione nel 2022. Inoltre, Zampieri ha manifestato il suo disappunto verso alcune associazioni, avvertendo che i suoi legali sono pronti ad agire. Questo clima di rivalità alimenta divisioni e confusione, peggiorando ulteriormente la situazione per i pazienti, che rischiano di veder eclissate le loro necessità.
Mentre le polemiche infuriano tra i gruppi esistenti, i pazienti continuano ad affrontare le conseguenze pratiche della nuova normativa del Codice della Strada. In molti si chiedono se una reale collaborazione tra le varie parti possa emergere, o se i conflitti all’interno delle associazioni ostacoleranno la costruzione di un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Le richieste di una convocazione ufficiale
La creazione di un tavolo tecnico è solo un primo passo rispetto a una questione complessa e urgente. Molti nel settore dei pazienti in cura con cannabis si aspettano che le associazioni di categoria vengano finalmente ascoltate. Sebbene Zampieri abbia condiviso aggiornamenti attraverso i social, molti altri restano in attesa di novità ufficiali.
Il dottor Guardamagna ha sottolineato che il ministro Salvini ha mostrato apertura alle problematiche dei pazienti nel corso di un recente incontro, ma resta da vedere se queste parole si tradurranno in azioni concrete. Le associazioni di malati oncologici come Aimac e Anvolt non hanno ricevuto alcun invito, ma sono pronte a partecipare. La loro esclusione potrebbe rappresentare un’occasione persa per ottenere un dialogo proficuo e sviluppare soluzioni adeguate alle esigenze dei pazienti.
L’attesa diventa quindi una questione di urgenza, e il tempo scorre. Le associazioni dei pazienti iniziano a sentire la pressione della necessità di lavorare al fianco delle istituzioni per trovare soluzioni che tutelino diritti e sicurezza. La speranza è che i prossimi sviluppi portino a una maggiore inclusione e rappresentanza, per garantire che la voce di chi vive questa realtà venga ascoltata e rispettata.