Home Bruxelles accelera contro i Pfas: tensioni e pericoli in Italia tra industria e salute pubblica

Bruxelles accelera contro i Pfas: tensioni e pericoli in Italia tra industria e salute pubblica

La Commissione Europea accelera le misure contro i Pfas, sostanze inquinanti nei beni di consumo, mentre emergono preoccupazioni per la salute pubblica e l’inefficienza delle normative attuali.

Bruxelles_accelera_contro_i_Pf

Bruxelles accelera contro i Pfas: tensioni e pericoli in Italia tra industria e salute pubblica - Movitaliasovrana.it

Le recenti discussioni in seno alla Commissione Europea portano a una corsa contro il tempo per limitare l’uso di sostanze inquinanti, notoriamente i Pfas, nei beni di consumo come cosmetici, materiali a contatto con gli alimenti e indumenti. L’urgente necessità di agire per la salute pubblica si scontra con un sistema industriale che presenta numerose criticità, provocando un intenso dibattito tra istituzioni, attivisti e comunità locali.

La questione dei Pfas in Europa: urgenza di intervento

L’Unione Europea sta cercando di porre un freno all’uso dei Pfas, sostanze chimiche altamente inquinanti e persistenti nell’ambiente, utilizzate in vari settori. Mentre si prova ad accelerare il processo di regolamentazione, alcune aree industriali rimangono escluse da questa nuova normativa, creando un’incoerenza evidente. Molte aziende continuano a utilizzare queste sostanze per cui non esistono valide alternative, affermando la necessità di un approccio bilanciato. Tuttavia, questa scelta potrebbe comportare risultati deludenti nella lotta alla contaminazione. Le preoccupazioni aumentano, specialmente dopo che in Italia ci sono stati risvolti significativi legati alla salute pubblica.

Attualmente, l’iter di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la ex Solvay, ora Syensquo, a Spinetta Marengo, sta attirando l’attenzione dei comitati locali. Durante la terza riunione della Conferenza dei Servizi avvenuta il 20 maggio, è emerso che le richieste di misure rigorose e inamovibili sono fondamentali per proteggere l’ambiente e le comunità locali. Ma perché un’industria già sotto scrutinio per le sue pratiche inquinanti riesce a operare ancora oggi senza un’adeguata autorizzazione ambientale?

Giuseppe Ungherese di Greenpeace ha evidenziato la gravità della situazione, sottolineando l’assoluta mancanza di azione da parte degli enti preposti, che rappresenta un costo morale e materiale per i cittadini. La comunità è in attesa di soluzioni concrete, mentre le autorità sembrano in attesa di misure efficaci.

Tragico bilancio di una morte: il caso dei vigili del fuoco

Un’altra vicenda preoccupante riguarda la salute dei vigili del fuoco ad Arezzo, quattro dei quali hanno perso la vita tra ottobre 2022 e dicembre 2023 a causa di una neoplasia cerebrale. Questa storia ha sollevato interrogativi sull’esposizione ai Pfas e sulla loro presenza nei prodotti di uso quotidiano. È trascorso troppo tempo da quando il sindacato Conapo ha sollecitato approfondimenti su questo caso, portando l’attenzione su un tema estremamente delicato.

Il dialogo sulla salute dei lavoratori esposti a sostanze tossiche si intensificherà in un prossimo approfondimento su YouTube, previsto per il 5 giugno 2025. Qui, il pubblico avrà l’opportunità di interagire facendo domande su queste sostanze pericolose. L’incontro sarà un’occasione cruciale per chiarire il ruolo del Governo Meloni nell’affrontare queste problematiche e l’andamento delle vicende legate a Miteni di Trissino e Syensquo.

Il caso Syensquo: preoccupazioni sul rinnovo della AIA

Con riferimento alla questione di Syensquo, Greenpeace e i comitati locali stanno esercitando pressioni affinché l’azienda si attenga a normative più severe riguardo le emissioni in atmosfera e limiti serrati per i Pfas nel suolo e nelle acque sotterranee. I monitoraggi effettuati dall’Arpa nel 2024 hanno evidenziato la presenza di Pfas nell’aria e nelle acque, a conferma che l’emergenza è tutt’altro che risolta. Il preoccupante ritrovamento di sostanze potenzialmente cancerogene nel sangue della popolazione residente accentua il senso di allerta.

Una sentenza del Tribunale di Vicenza ha già stabilito il legame tra esposizione ai Pfas e patologie gravi, come dimostrato dal caso di Pasqualino Zenere, ex operaio di Miteni, morto nel 2014. Con il progresso del processo penale contro ex dirigenti della fabbrica, il timore è che la situazione non venga affrontata con la giusta serietà, nonostante le evidenze inconfutabili.

La legge regionale del Piemonte e l’emergenza degli scarichi

La situazione in Piemonte mette in evidenza la complessità della gestione degli scarichi industriali. Nel 2021, la regione ha introdotto norme più severe sui Pfas, generando preoccupazioni nelle aziende. La società SMAT ha segnalato l’incapacità dei depuratori di gestire tali sostanze, lanciando un appello alle autorità per limitare la presenza di Pfas negli scarichi industriali.

I problemi persisteranno, con costi crescenti per le industrie, che si trovano a dover inviare il percolato delle discariche in altre regioni, oltre a mettere a rischio la salute dei fiumi locali. I gestori di rifiuti esprimono la necessità di un intervento normativo più incisivo, mentre gli effetti negativi della prolungata esposizione ai Pfas continuano a farsi sentire. In questo contesto, il governatore Cirio ha chiesto la sospensione dei termini di applicazione delle nuove regole, ottenendo così che la questione continui a essere un nodo cruciale per la regione.