Il futuro incerto dei club con proprietari condivisi in Europa League
La qualificazione dell’Olympique Lione all’Europa League solleva interrogativi sulla multi-proprietà, coinvolgendo il Crystal Palace e creando potenziali esclusioni e riposizionamenti nelle competizioni europee.

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La qualificazione all’Europa League provoca una serie di interrogativi nel mondo calcistico, specialmente riguardo alle regole UEFA sulle multi-proprietà. Il caso più emblematico è quello di due club, l’Olympique Lione e il Crystal Palace, entrambi sotto la supervisione dell’imprenditore statunitense John Textor. Questo sviluppo solleva preoccupazioni su come la UEFA possa gestire la situazione e quale impatto avrà sui tre club coinvolti.
La qualificazione dell’Olympique Lione e le conseguenze
L’Olympique Lione ha appena raggiunto una storica qualificazione all’Europa League, ma il suo principale azionista, John Textor, possiede anche il 43% del Crystal Palace, un’altra squadra che si trova nella competizione. Secondo le regole UEFA, un’unica persona non può controllare più di un club che partecipa alle competizioni europee. Questo scenario crea una tensione notevole tra i club e le autorità calcistiche europee.
Se il Crystal Palace non riuscirà a dimostrare la legittimità della sua posizione, uno degli scenari più probabili prevede una retrocessione del club dalla seconda alla terza competizione continentale. Quest’ultimo è rappresentato dalla Conference League, che vedrebbe il Nottingham Forest, attualmente previsto per la Conference, promuoversi all’Europa League al suo posto. Ma non è tutto: l’eventuale esclusione del Crystal Palace comporterebbe un riposizionamento degli altri club in competizione.
Il conflitto in Conference League
Nonostante il Crystal Palace possa essere estromesso, il conflitto non si ferma qui. Anche all’interno della Conference League, una situazione simile si presenta. Infatti, il Brondby è uno dei club già qualificati, e sorprendentemente, il suo proprietario, David Scott Blitzer, è un altro imprenditore statunitense che è anche azionista del Crystal Palace. Pertanto, anche in questo caso, si violerebbero le normative UEFA riguardanti la multi-proprietà.
Questa complessità deriva dalla rete di alleanze e investimenti nel calcio moderno, rendendo difficile per la UEFA fare chiarezza su come proseguire. La federazione avrà bisogno di considerare come bilanciare gli interessi economici delle singole squadre con le normative stabilite. Se non verranno trovate soluzioni straordinarie e rapide, il Brighton potrebbe essere ammesso alla Conference League, mentre il Crystal Palace rischia di essere totalmente escluso da qualsiasi competizione europea per la prossima stagione.
Potenziali scenari futuri
La situazione è in rapida evoluzione. Se il Crystal Palace non dovesse ottenere la liberazione dalla UEFA, si prospetta un’ulteriore complicazione per la stagione 2025/26. Potremmo trovarci di fronte a due sole opzioni: l’esclusione completa del Crystal Palace dalle competizioni europee oppure la necessità di rivedere le regole UEFA riguardanti le multi-proprietà per evitare simili conflitti in futuro.
Ciò potrebbe influenzare profondamente il panorama del calcio europeo. La necessità di una maggiore chiarezza nelle norme è più che mai evidente, poiché i club cercano di attrarre investitori e di migliorare le proprie posizioni nelle competizioni internazionali. Per ora, il futuro delle tre squadre coinvolte rimane incerto, lasciando i tifosi e le società in attesa di news. Sarà interessante osservare come UEFA reagirà a questa situazione intricata e quali decisioni influenzeranno il destino di club storici come il Crystal Palace, l’Olympique Lione e il Nottingham Forest.