Procura di Milano: Leonardo Apache La Russa a processo per revenge porn con un complice
La Procura di Milano indaga Leonardo Apache La Russa per revenge porn, coinvolgendo anche l’amico Tommaso Gilardoni. La denuncia di una giovane di 22 anni solleva questioni su consenso e responsabilità legali.

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La Procura di Milano ha avviato un procedimento penale nei confronti di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, per accuse di revenge porn. L’inchiesta, che ha come sfondo la denuncia di una giovane di 22 anni, si concentra su episodi di diffusione illecita di contenuti sessuali. I pubblici ministeri hanno richiesto il rinvio a giudizio non solo per La Russa, ma anche per il suo amico Tommaso Gilardoni. La vicenda, complessa e delicata, si inserisce in un filone investigativo molto più ampio legato a presunti abusi sessuali, per i quali gli inquirenti hanno richiesto l’archiviazione. Tuttavia, la giovane si oppone e l’udienza per discutere la sua posizione è fissata per il 25 settembre.
accuse e dettagli del caso
Il caso di revenge porn contro Leonardo Apache La Russa è emerso da un’inchiesta avviata nel 2023. Secondo quanto esposto dagli inquirenti, il 19 maggio dello stesso anno, La Russa avrebbe, senza il consenso della giovane, inviato a Gilardoni un video sessualmente esplicito, inizialmente creato per rimanere privato. Il contenuto del video non è stato reso pubblico, ma gli accertamenti hanno rivelato che La Russa e il suo amico avrebbero utilizzato WhatsApp per inviarlo a terzi. Un episodio successivo risale ad agosto 2023, quando Gilardoni avrebbe inoltrato lo stesso filmato a un conoscente coinvolto nell’organizzazione di un festival musicale a Milano.
Le indagini, portate avanti dalla Squadra Mobile della Polizia, hanno messo in luce la cronologia degli eventi di quella notte: una serata iniziata in una discoteca della movida milanese e terminata nell’appartamento di La Russa. Al termine della serata, la ragazza, dopo aver assunto vari tipi di sostanze, si è svegliata nel letto dell’indagato con l’impressione di aver subito violenze. Malgrado la delicatezza del caso e la gravità delle accuse, la Procura ha ritenuto che dall’analisi dei filmati non emerga una chiara evidenza del tentativo di sfruttare la sua vulnerabilità.
la denuncia e le repliche legali
Il legale della giovane, Stefano Benvenuto, ha spiegato che la ragazza si trovava in uno stato di “alterazione” tale da compromettere le sue capacità di autodeterminazione. Questo aspetto è centrale nel dibattito legale, poiché la percezione di consenso in situazioni di fragilità è oggetto di attenzione da parte della giurisprudenza. L’avvocato della giovane ha sottolineato che la mancanza di lucidità della ragazza nel momento degli eventi possa avere rilevanza nella valutazione delle responsabilità di La Russa e Gilardoni.
I due indagati devono rispondere di accuse di diffusione illecita di immagini, mentre il giudice per le indagini preliminari, Rossana Mongiardo, avrà il compito di decidere come procedere. Le opzioni includono l’archiviazione delle accuse, l’avvio di nuove indagini oppure l’imputazione coatta. La situazione è destinata a evolversi nei prossimi passi processuali e la pubblica opinione è attenta allo sviluppo di un caso che coinvolge nomi di rilevo della politica italiana.
Il dibattito legale fino ad ora si è concentrato sulle questioni di consenso e sulla condotta delle parti coinvolte. Gli avvocati difensori, Vinicio Nardo e Adriano Bazzoni per La Russa e Luigi Stortoni e Alessio Lanzi per Gilardoni, hanno già espresso le loro posizioni e si aspettano un esito che potrebbe avere ripercussioni significative sia a livello personale che professionale per i loro assistiti. Il processo di percezione sociale riguardo a questioni come il revenge porn è in continua evoluzione, e casi di questo genere accendono dibattiti non solo nell’ambito legale, ma anche nella cultura contemporanea.