Home Risveglio del lago di Pilato: il misterioso gioiello dei monti Sibillini riaffiora dopo l’inverno

Risveglio del lago di Pilato: il misterioso gioiello dei monti Sibillini riaffiora dopo l’inverno

Il lago di Pilato nei monti Sibillini riemerge dopo l’inverno, rivelando la sua bellezza unica. L’escursionista Sara Marcelli sottolinea l’importanza della tutela dell’ecosistema circostante e del rispetto per la natura.

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Nel cuore dei monti Sibillini, il lago di Pilato comincia a mostrare segni di vita dopo un lungo periodo di silenzio dovuto all’inverno. Nonostante le sfide climatiche recenti, come la siccità e la scarsità di nevicate, questo lago glaciale, noto per la sua forma peculiare a occhiale, affiora lentamente tra le rocce, ricordando a tutti la sua bellezza unica. Sara Marcelli, un’esperta scalatrice del Cai di Ascoli Piceno, ha condiviso la sua esperienza durante una recente escursione, svelando il fascino di questo ambiente naturale.

L’accesso al lago dopo l’inverno

Sara ha iniziato il suo viaggio da Foce di Montemonaco, un piccolo borgo incastonato tra la magia della Sibilla e il monte Vettore. Questo percorso è tra i più suggestivi e selvaggi che portano al lago, offrendo panorami straordinari. Secondo i racconti di Marcelli, il sentiero per raggiungere la meta è lungo e richiede impegno, con una durata di oltre tre ore e mezza. L’escursionista segnala che camminare attraverso le faggete e radure, come il Piano della Gardosa, si rivela un’esperienza ripagante.

La parte finale del percorso porta alle famose “svolte”, tornanti molto ripidi che preparano i visitatori all’arrivo nella conca del lago di Pilato. La scalatrice descrive il momento dell’arrivo come carico di emozioni, un anticipato battito di vita in un paesaggio che sta recuperando lentamente il suo splendore. Sebbene le acque non abbiano ancora raggiunto il livello che unisce i due bacini, l’immagine del lago è comunque affascinante, quasi come se stesse trattenendo il respiro in attesa di tornare alla sua normale bellezza.

La delicatezza del suo ecosistema

Durante la sua visita, Sara ha espresso una forte attenzione all’ecosistema che circonda il lago. Avvicinandosi al bordo di uno degli invasi, ha notato una recinzione posta per tutelare una specie di crostaceo preistorico, il chirocefalo del Marchesoni, che è unico di questa area. Le uova di questo piccolo abitante sono depositate tra le rocce e la scalatrice sottolinea l’importanza della prudenza: basta un passo falso per andare a colpire questo delicato equilibrio. Consapevole della responsabilità dei visitatori, Marcelli incoraggia a seguire le regole e a percorrere solo i sentieri consentiti.

Un legame profondo con la montagna

Il monte Vettore ha un posto speciale nel cuore di Sara, che ha scalato queste vette più di duecento volte. Per lei, questo luogo non rappresenta solo un obiettivo da raggiungere, ma un’esperienza di connessione profonda con la natura e con qualcosa di più grande. Anche se il lago di Pilato non ha mostrato il suo massimo splendore, Marcelli ha voluto essere presente, evidenziando l’importanza di visitare santuari naturali anche nei loro momenti di vulnerabilità. Queste visite devono essere un atto di rispetto nei confronti di luoghi fragili, che meritano di essere ascoltati e compresi. La sua storia e il suo amore per questo ambiente trasmettono un messaggio chiaro: la bellezza si presenta anche nei momenti di attesa e fragilità.