Salute mentale a Roma: cresce il numero di persone in difficoltà e la Caritas lancia un grido d’allerta
La Caritas di Roma denuncia l’emergenza della salute mentale nel Lazio, evidenziando l’aumento dei disturbi psichici post-pandemia e la necessità di un intervento istituzionale urgente e coordinato.

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A Roma e nel Lazio, la salute mentale rappresenta un diritto fondamentale che, purtroppo, resta ancora inattuato. La Caritas diocesana di Roma ha presentato un documento programmatico alla Regione Lazio per evidenziare quanto questo argomento sia diventato una questione di emergenza socio-sanitaria, soprattutto in seguito all’impatto della pandemia da Covid-19. La situazione è preoccupante, con un aumento significativo dei disturbi psichici che colpiscono una fetta crescente della popolazione, inclusi i più giovani.
Il quadro allarmante della salute mentale
Nel documento redatto dalla Caritas, viene messo in luce come il disagio mentale stia crescendo esponenzialmente a Roma, creando enormi difficoltà per le persone che ne soffrono. Si stima che attualmente circa 45.000 famiglie nella capitale e 70.000 in tutto il Lazio siano direttamente colpite da questa problematica. I dati offrono un’immagine chiara di una crisi che non può più essere ignorata. L’analisi approfondita punta il dito sulle carenze del sistema sanitario e sull’inadeguata risposta delle istituzioni nel fornire assistenza. Le famiglie si trovano a fare i conti con un carico di sofferenza emotiva, spesso aggravata dalla mancanza di risorse e di servizi adeguati. L’emergenza psichica, in particolare nei giovani, è stata accentuata dalla pandemia, portando a una richiesta di supporto che appare ancora insoddisfatta.
Il ruolo della Caritas e il piano d’azione
La Caritas di Roma, guidata da Giustino Trincia, ha messo insieme un’equipe di lavoro composta da esperti nel campo della sanità e dell’assistenza sociale. Questa squadra ha il compito di identificare le problematiche più urgenti e di suggerire possibili soluzioni da garantire agli individui e alle famiglie danneggiate da problemi di salute mentale. Il documento è stato presentato in un incontro con Massimiliano Maselli, assessore regionale alle Politiche sociali, il 30 maggio. Questa occasione ha rappresentato un passo significativo verso l’apertura di un dialogo con l’amministrazione regionale, evidenziando la necessità di un approccio integrato e coordinato per affrontare l’emergenza.
I temi trattati nel documento riguardano sia la mancanza di accesso ai trattamenti, che la scarsità di strutture adeguate per il sostegno delle persone con disturbi psichici e, più in generale, la necessità di una campagna di sensibilizzazione per orientare l’opinione pubblica su questi temi. L’obiettivo è catalizzare l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini su una questione delicata e spesso trascurata, promuovendo una cultura della salute mentale inclusiva e di supporto.
L’impatto della pandemia sul disagio mentale
La pandemia ha sottolineato e amplificato problemi già esistenti. L’isolamento e le restrizioni sociali hanno contribuito a un incremento del malessere psicologico, evidenziando l’urgenza di intervenire. I giovani, per esempio, si sono trovati a fronteggiare ansie e stress senza i normali strumenti di sostegno. La Caritas ha posto l’attenzione su questa emergenza, rilevando che “il supporto non arriva nel modo e nei tempi giusti.”
Il post-pandemia ha avviato un dibattito importante sul come ricostruire un sistema di assistenza che soddisfi realmente i bisogni delle persone. La Caritas insiste sulla necessità di politiche sanitarie più efficaci e di programmi pubblici in grado di rispondere alle molteplici esigenze dei cittadini. Solo così sarà possibile affrontare e mitigare la sofferenza, dando la giusta attenzione a un diritto fondamentale come quello alla salute mentale.