Siti pornografici bloccano l’accesso in Francia per protesta contro la legge sulla verifica dell’età
Siti pornografici come Pornhub e YouPorn chiudono per utenti francesi in protesta contro la legge sulla verifica dell’età, sollevando preoccupazioni su privacy e sicurezza dei dati personali.

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La recente decisione di alcuni dei più noti siti pornografici, come Pornhub e YouPorn, di chiudere le proprie piattaforme per gli utenti francesi ha suscitato non poche polemiche. Questo gesto è una protesta contro la legge varata da Parigi, che impone l’obbligo di verifica dell’età per accedere ai contenuti per adulti. Aylo, la società proprietaria di queste piattaforme, afferma che le nuove misure sono inefficaci e rischiano di compromettere la sicurezza dei dati personali. A partire da oggi, gli utenti in Francia troveranno solamente un’immagine rappresentativa della “Marianne”, simbolo della Repubblica, con una scritta esplicativa.
L’obbligo di verifica dell’età in Francia
Nel 2025, la Francia ha introdotto una legge che richiede ai siti pornografici di garantire che gli utenti abbiano compiuto la maggiore età. Ciò avviene attraverso metodi di verifica come l’inserimento di dati di carte di credito o documenti d’identità. La motivazione dietro a questa iniziativa è la protezione dei minori da contenuti inappropriati. Tuttavia, le misure previste dalla legge non si limitano solo alla verifica dell’età: per tutelare la privacy degli utenti, le piattaforme devono offrire un sistema di gestione delle informazioni da parte di terzi, in modo che i dati identificativi non siano accessibili. Questa legge ha destato preoccupazioni in ambito privacy e sicurezza informatica.
Aylo ha sollevato dubbi sull’efficacia di questa normativa, sostenendo che essa possa addirittura esporre gli utenti a rischi di hackeraggio e fughe di dati. Gli esponenti della società sostengono che l’approccio della Francia sia sproporzionato e poco pratico, e hanno chiesto un confronto con le autorità per discutere alternative più adeguate. La situazione è complessa, poiché alla libertà di accesso ai contenuti si contrappone la necessità di tutela dei minori.
Le dichiarazioni di Aylo e della ministra Aurore Bergé
Alex Kekesi, esponente di Aylo, ha dichiarato che il sistema di verifica dell’età proposto dalla legge potrebbe compromettere i diritti alla privacy. Inoltre, Solomon Friedman, di Ethical Capital Partners, ha suggerito che aziende come Google, Apple e Microsoft potrebbero offrire soluzioni efficaci, in quanto già possiedono sistemi per verificare l’età dell’utente a livello di dispositivo. Questo punto solleva interrogativi su come le grandi aziende tecnologiche possano giocare un ruolo nella tutela della privacy degli utenti e nella sicurezza dei dati.
Aurore Bergé, ministra per le Pari Opportunità, ha commentato la possibile assenza di contenuti pornografici in Francia in caso di non adeguamento alla normativa. Su Twitter ha affermato che “tanto meglio“. Questa posizione evidenzia le tensioni tra il governo francese e le piattaforme di contenuti per adulti, mettendo in risalto la strategia del governo di limitare l’accesso a materiale violento o degradante.
L’inchiesta della Commissione Europea e il decreto Caivano in Italia
La questione non è isolata alla Francia. La Commissione Europea ha già avviato un’inchiesta nei confronti dei principali siti di pornografia online, accusandoli di non aver implementato adeguate misure di verifica dell’età e protezione dei minori. Questa inchiesta fa parte di una più ampia iniziativa per garantire la sicurezza digitale in Europa, in linea con il Digital Services Act, che mira a migliorare la sicurezza dei contenuti online e a proteggere i consumatori.
In Italia, la situazione è simile. Con il decreto Caivano, il governo ha introdotto una legge ispirata a quella francese. Tuttavia, a differenza della Francia, le linee guida concrete per l’implementazione di queste misure devono essere stabilite dall’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Questo pone interrogativi su come verranno gestite la privacy e la protezione dei minori nel contesto digitale italiano, con la necessità di trovare un equilibrio tra accesso ai contenuti e protezione degli utenti più giovani.