Viabilità silvopastorale, il Consiglio regionale del Veneto in guerra tra cacciatori e ambientalisti
Acceso dibattito in Veneto sulla proposta di legge per la viabilità silvopastorale, con sostenitori che ne evidenziano i benefici economici e ambientalisti preoccupati per le conseguenze ecologiche.

Viabilità silvopastorale, il Consiglio regionale del Veneto in guerra tra cacciatori e ambientalisti - Movitaliasovrana.it
La discussione nel Consiglio regionale del Veneto sulla proposta di legge riguardante la “viabilità silvopastorale” sta creando un acceso dibattito tra favorevoli e contrari. Questo provvedimento, presentato dalla maggioranza, ha sollevato forti preoccupazioni tra gli ambientalisti, che lo vedono come un’opportunità per i cacciatori di utilizzare veicoli come jeep in aree montane normalmente riservate a pedoni e ciclisti. La Lega, con Gianpiero primo firmatario, sostiene la necessità di tale legge, mentre il Movimento 5 Stelle si oppone con fermezza, mettendo in discussione le reali intenzioni del provvedimento.
La proposta di legge e le ragioni del supporto
La legge proposta mira a regolare la viabilità nelle aree silvopastorali, consentendo l’accesso a mezzi motorizzati per operazioni specifiche, come interventi di emergenza e assistenza alla fauna. I membri della maggioranza, in particolare i rappresentanti della Lega, argomentano che il provvedimento è essenziale per garantire una maggiore flessibilità nella gestione del territorio montano, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza e supportare l’agricoltura. Secondo questa visione, l’inserimento di mezzi motorizzati non solo faciliterà l’accesso alle zone più impervie ma anche permetterà una migliore gestione delle risorse e un intervento più rapido in caso di necessità.
I sostenitori della legge si appellano a possibili benefici per le comunità locali, aiuti in situazioni di emergenza e la promozione di forme di turismo che includano diverse modalità di fruizione del territorio. Giustificano, quindi, l’uso dei veicoli a motore come un’opportunità per valorizzare l’area montana veneta, sostenendo che l’accesso ai sentieri contribuirà a stimolare il settore economico locale. Tuttavia, le posizioni degli oppositori mettono in risalto le implicazioni di tali scelte.
La dura opposizione degli ambientalisti
Il Movimento 5 Stelle si è già espresso in modo critico, trovando nella proposta di legge una palese derogazione al rispetto dell’ambiente e delle normative vigenti. La consigliera M5s Erika Baldin ha definito il provvedimento una riforma che più che rispondere a esigenze collettive, favorisce cacciatori e le loro pratiche, innescando allarmismi su una possibile deregolamentazione del trasporto privato sulle strade di montagna. Secondo Baldin, il rischio è quello di trasformare sentieri adatti principalmente a camminatori e ciclisti in percorsi asfaltati per veicoli, con conseguenze devastanti per l’ecosistema.
La posizione del Movimento è chiaramente ecologica: l’accesso libero ai mezzi motorizzati potrebbe danneggiare la fauna locale, compromettendo la biodiversità e le normali abitudini di vita degli animali presenti in queste aree. La consigliera sottolinea quanto sia inaccettabile “creare autostrade per SUV” in luoghi che dovrebbero rimanere preservati da qualsiasi forma di sfruttamento su larga scala. La battaglia per la tutela dell’ambiente si intreccia, quindi, con le dinamiche politiche locali, alimentando un clima di conflitto tra le diverse fazioni.
Le conseguenze politiche e le prossime fasi
Nonostante le obiezioni espresse, molti emendamenti presentati dalle opposizioni non hanno trovato accoglienza, incontrando il rifiuto della maggioranza. Tra le proposte scartate anche quella di introdurre costi per il transito, una misura che avrebbe potuto limitare l’afflusso di veicoli in aree fragili. Baldin ha manifestato disappunto nei confronti della decisione, evidenziando la mancanza di dialogo e apertura da parte dei colleghi appartenenti al centrodestra, supportando una narrazione che schiera i partiti in due fronti nettamente contrapposti.
L’esame della proposta di legge continuerà nella prossima seduta, dove si prevede un ulteriore confronto tra le diverse opinioni espresse. La tensione è palpabile e il dibattito si fa sempre più acceso, mentre sia i sostenitori della legge che gli avversari sembrano prepararsi a una battaglia politica potenzialmente lunga e complessa. La posta in gioco riguarda non solo l’equilibrio naturale del territorio, ma anche il futuro delle politiche ambientali nel Veneto.