Crisi dei servizi sociosanitari: grave situazione in alto vicentino, Cunegato denuncia
L’Alto Vicentino affronta gravi carenze nei servizi sociosanitari, con un collasso della neuropsichiatria infantile e consultori familiari insufficienti, sollevando preoccupazioni per il benessere dei minori e delle famiglie.

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L’Alto Vicentino sta affrontando gravi difficoltà nei servizi sociosanitari, in particolare per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile e i consultori familiari. Carlo Cunegato, rappresentante della Coalizione Civica di Schio, ha lanciato un allarme riguardo il deterioramento degli standard di assistenza nel Distretto 2. La sua denuncia si poggia sull’iniziativa di dieci sindaci della zona, che hanno voluto portare alla luce le criticità del territorio. Ecco una panoramica approfondita della situazione attuale.
Il servizio di neuropsichiatria infantile in crisi
Secondo quanto dichiarato da Cunegato, il servizio di neuropsichiatria infantile nel Distretto 2 è quasi al collasso. In passato, la dotazione di medici era di sei unità, ma attualmente ne restano soltanto due. Questa drastica riduzione ha comportato lunghe attese per le visite, arrivate fino a un anno e mezzo. Tali ritardi hanno un impatto diretto sulle diagnosi, rallentando interventi terapeutici essenziali per i bambini e compromettendo il loro sviluppo. La mancanza di assistenza tempestiva non solo crea disagi ai minori, ma mette in difficoltà anche le famiglie, che si trovano a fronteggiare situazioni di crescente ansia e vulnerabilità.
Cunegato esplicita che una diagnosi precoce è fondamentale per garantire un adeguato intervento. Purtroppo, questa realtà mette in evidenza come molti bambini non riceveranno i supporti necessari in un periodo cruciale della loro vita. Il risultato è un allarmante disservizio che non può essere trascurato. I genitori, in apprensione per la salute mentale dei propri figli, si vedono costretti a aspettare tempi insostenibili per un consulto che potrebbe, se non ottenuto, compromettere future opportunità di benessere per i loro piccoli.
I consultori familiari allo sfacelo
Oltre alle problematiche legate alla neuropsichiatria, Cunegato evidenzia anche lo stato critico dei consultori familiari nella zona di Thiene e Schio, definiti “allo sfacelo”. La situazione è preoccupante: nel Veneto, la media di consultori disponibili è di uno ogni 38.000 abitanti, già inferiore alla media nazionale, mentre il Distretto 2 ne ha solo due per una popolazione di 180.000. Questo fa sì che un consultorio debba servire quasi 90.000 abitanti, creando un grave squilibrio nella disponibilità di servizi.
Nel 2022, il consultorio di Thiene disponeva di due psicologi e due assistenti sociali; oggi, rimane attivo solo un assistente sociale. Delle due psicologhe, una ha un contratto part-time e l’altra, la dottoressa Bergozza, ricopre molteplici ruoli, rendendo difficile la gestione delle attività con l’utenza. La situazione a Schio è ancora più critica, con un personale ridotto al minimo, mentre la psicologa in forza ha già annunciato le dimissioni. Questa carenza di personale aumenta il rischio di lasciare molte famiglie senza il supporto necessario.
Le conseguenze di questa crisi sono gravi anche per il servizio adozioni, che si trova ad affrontare una paralisi per l’assenza di una figura psicologica qualificata. Le madri che sperimentano depressione post-partum, da parte loro, non riceverebbero più il supporto di cui avrebbero bisogno, generando ricadute sulla salute mentale e sul contesto familiare.
Differenze tra i distretti e la certificazione UNICEF
Cunegato ha messo in evidenza la disparità tra i servizi del Distretto 2 e quelli di Bassano, dove la situazione risulta molto più efficiente. A ulteriore conferma di questa disparità, la recente certificazione UNICEF ha visto coinvolti gli ospedali di Bassano e Santorso, riconosciuti per la qualità dei servizi per l’infanzia e le famiglie. Tuttavia, il Distretto 2 non ha ricevuto simile riconoscimento, portando a domande sulla gestione dei servizi da parte della dirigenza.
Cunegato ha espresso preoccupazione su come la dirigenza abbia indirizzato la propria candidatura per la certificazione UNICEF e sul motivo per cui non sia stata concessa. La mancanza di questo riconoscimento evidenzia una significativa regressione nella qualità dei servizi del Distretto 2 e rappresenta un chiaro declassamento di quella che un tempo era considerata un’eccellenza.
Questo quadro allarmante getta una luce su una questione cruciale: come possono le istituzioni locali garantire il rispetto dei diritti fondamentali per i più vulnerabili senza un adeguato monitoraggio e un impegno concreto nel miglioramento dei servizi?
Responsabilità delle istituzioni locali
Cunegato ha infine richiamato l’attenzione sulle responsabilità delle autorità locali, chiedendo se la sindaca Marigo fosse al corrente di tutte queste problematiche. Ha insinuato che la presenza della vicesindaca alla cerimonia di premiazione dell’UNICEF fosse un atto simbolico in contrapposizione alla grave realtà dei servizi sul territorio. La situazione attuale non fa altro che testimoniare un mancato impegno verso i cittadini e una lacuna nel garantire i diritti fondamentali a quelli più fragili.
In questo scenario, l’atteggiamento delle istituzioni locali potrà influenzare notevolmente la risposta della comunità ai bisogni emergenti. Gli appelli di Cunegato si uniscono alla richiesta di maggiore attenzione e responsabilità da parte dei decisori, auspicando un’azione concreta per ridurre il divario nelle prestazioni sociosanitarie, garantendo a tutti i cittadini assistenza e supporto in condizioni dignitose.