Cucina 100 Passi: Un Ristorante per Sostenere il Lavoro dei Giovani con Disabilità a Palermo
A Palermo nasce “Cucina 100 Passi”, un ristorante che offre opportunità lavorative a giovani con disabilità mentali, promuovendo legalità e inclusione sociale attraverso la formazione e l’uso di ingredienti biologici.

Cucina 100 Passi: Un Ristorante per Sostenere il Lavoro dei Giovani con Disabilità a Palermo - Movitaliasovrana.it
Un’iniziativa innovativa sta prendendo piede a Palermo nell’ambito del progetto “Capitale Italiana del Volontariato 2025”. Si tratta di Cucina 100 Passi, un ristorante che avrà come protagonisti giovani con disabilità mentali, coinvolti in un percorso di formazione e occupazione pratici legati alla cucina. Questo progetto è stato avviato da Danilo Sulis, noto pioniere delle radio libere e indissolubilmente legato alla memoria di Peppino Impastato. Cucina 100 Passi non è solo un luogo dove si cucina, ma un simbolo di impegno per la legalità e l’inclusione sociale.
Radici storiche e sociale del progetto
Cucina 100 Passi si radica fortemente nella storia di Radio 100 Passi, emittente fondata nel 2010, che riprende l’eredità di Radio Aut. Quest’ultima, guidata da Impastato, era famosa per la sua lotta contro il malaffare mafioso. L’associazione Cesvop e Fitel Sicilia, insieme ad altre associazioni come MeravigliosaMente, Itaca e Punto di Partenza, hanno sostenuto l’avvio di Cucina 100 Passi, mostrando un forte legame tra cultura, sociale, e legalità. La mission del progetto non si concentra solo sulla preparazione di cibi, ma sullo sviluppo di competenze pratiche e relazionali per i giovani coinvolti, contribuendo a un clima di maggior inclusione sociale.
Il valore del lavoro nel progetto
Danilo Sulis, parlando della sua esperienza, sottolinea come il progetto non si limiti a occupare temporaneamente i ragazzi in attività quotidiane, ma tenda a garantire loro un lavoro vero e proprio. Annamaria Catalano, madre di un giovane con autismo, evidenzia un aspetto cruciale: la necessità di fornire opportunità di lavoro anche ai giovani disabili, in modo che non si trovino in una situazione di precarietà al termine del ciclo scolastico. La volontà di Cucina 100 Passi è quella di garantire diritti e dignità lavorativa a chi è spesso escluso da queste dinamiche, rispondendo a un bisogno fondamentale della società.
Legalità e sostenibilità si intrecciano
La scelta di un menù vegetariano che utilizza ingredienti biologici, prodotti da aziende etiche e coltivati su terreni confiscati alla mafia, dimostra l’attenzione per la legalità e la sostenibilità. Il ristorante sorgerà in un bene sottratto alla mafia, simbolicamente trasformando uno spazio di paura in un luogo di comunità. Sulis e il suo team vogliono dimostrare che la legalità e il benessere della società possono e devono andare di pari passo. La lotta contro la mafia passa anche attraverso la creazione di posti di lavoro e opportunità per i giovani, contribuendo a spezzare il ciclo della povertà e della violenza.
Sfide burocratiche e progetti futuri
Nonostante le buone intenzioni, il progetto affronta numerose difficoltà burocratiche. Sulis avverte che il sistema può rivelarsi ostacolante, rallentando il processo di riconversione dei beni espropriati alla mafia. I finanziamenti stralciati dal centro di salute mentale dell’ASL aiuteranno a coprire gli stipendi dei ragazzi coinvolti, permettendo così al progetto di espandersi e di dotarsi di nuove attrezzature, come un gazebo e un food truck. L’idea è quella di portare il ristorante nelle piazze e nei luoghi pubblici, dimostrando che la disabilità è una risorsa da valorizzare e non da stigmatizzare.
La visione di un futuro inclusivo
Sulis non nasconde le sue ambizioni e la sua determinazione. Parla di una Palermo in cui il co-housing tra giovani disabili sia una realtà e non un’eccezione. L’obiettivo è quello di creare un contesto favorevole dove ogni individuo, a prescindere dalla propria condizione, possa trovare il proprio posto e vivere dignitosamente. Un progetto che raccoglie i frutti di una lunga esperienza e di una intensa passione per la giustizia sociale, con la speranza di cambiare il volto della città, una “pizza” alla volta.