La tragica morte di Riccardo Zappone: un caso da chiarire per la giustizia
La morte di Riccardo Zappone a Pescara, dopo un fermo della polizia e un’aggressione in officina, solleva interrogativi su protocollo e responsabilità. Indagini in corso per chiarire le cause del decesso.

La tragica morte di Riccardo Zappone: un caso da chiarire per la giustizia - Movitaliasovrana.it
In Abruzzo, un episodio drammatico ha scosso la comunità e suscitato interrogativi sul comportamento delle forze di polizia. Riccardo Zappone, un trentenne con problemi psichiatrici, è morto a Pescara dopo un fermo in Questura. La sua morte segue una serie di eventi che coinvolgono un’aggressione in un’officina meccanica e l’uso di un taser da parte della polizia. Le indagini sono in corso e tre uomini sono stati indagati per lesioni personali aggravate.
L’aggressione e il pestaggio nell’officina
La giornata che ha portato alla tragica fine di Riccardo Zappone inizia in un’officina meccanica situata in strada comunale Piana, a Pescara. Qui, il giovane avrebbe dato in escandescenza, manifestando comportamenti violenti, probabilmente legati alle sue fragilità psichiatriche. Secondo le ricostruzioni, il personale dell’officina, composto dai due titolari, fratelli, e un loro conosciuto, ha reagito aggredendolo. Il pestaggio lo ha lasciato ferito e visibilmente in difficoltà. Solo dopo questo episodio è stata chiamata la polizia, che potrebbe aver dovuto intervenire in una situazione già potenzialmente pericolosa.
Quando gli agenti sono giunti sul posto, Riccardo era descritto come molto agitato e, per immobilizzarlo, è stata utilizzata una pistola elettrica. Secondo i rapporti della polizia, sono stati giustificati nell’uso della forza, affermando che il giovane si opponeva all’arresto. Questa scelta ha sollevato interrogativi e criticità sul protocollo adottato dagli agenti di polizia, specialmente considerando le problematiche psichiatriche di Riccardo. Una volta trasferito nelle camere di sicurezza, il giovane ha accusato un malore, portando all’intervento dell’ambulanza. Tuttavia, le manovre di rianimazione in ospedale non sono state sufficienti e il giovane ha perso la vita poco dopo.
L’inchiesta e le responsabilità
Il caso è ora oggetto di un’inchiesta da parte della Procura di Pescara, con tre uomini coinvolti nel pestaggio di Riccardo Zappone indagati per lesioni personali aggravate. Per ogni indagato, le circostanze specifiche e il modo in cui è stata condotta l’aggressione sono in fase di verifica. Le autorità cercano di ricostruire quel tragico evento per determinare le responsabilità di ogni attore coinvolto, includendo l’uso del taser da parte della polizia.
Questa indagine si rivela essenziale per chiarire se tra le percosse subite da Riccardo e il successivo arresto cardiocircolatorio ci sia un nesso causale diretto. L’uso di un bastone di legno durante l’aggressione è un aggravante significativo che gli inquirenti stanno considerando attentamente. La comunità attende risposte, mentre l’inchiesta prosegue per fare chiarezza su uno dei casi più complessi della recente cronaca abruzzese.
Lavoro dell’autopsia e le cause di morte
Una delle fasi chiave dell’inchiesta è rappresentata dall’autopsia, recentemente condotta dal medico legale Cristian D’Ovidio. Questo esame ha come obiettivo quello di stabilire con certezza le cause del decesso. È fondamentale determinare se la morte del giovane sia conseguente alle percosse o se l’uso del taser abbia avuto un ruolo decisivo.
L’autopsia analizzerà le evidenti ferite riportate da Riccardo e le eventuali lesioni interne per comprendere se possono essere attribuibili alle violenze subite. Risultati chiari in questo ambito potranno aiutare a delineare le responsabilità penali e civili, nonché a chiarire i fattori che hanno portato a un esito così tragico.
La famiglia di Riccardo Zappone si fa sentire
Nel corso di questi eventi drammatici, la famiglia di Riccardo ha sentito l’urgenza di chiarire pubblicamente il profilo del loro caro. In una nota, hanno sottolineato che Riccardo era un giovane con delle fragilità psichiatriche, ma non violento e senza precedenti penali. Hanno desiderato che la sua memoria non venisse strumentalizzata, ma riconosciuta nella sua vera essenza: un giovane generoso e umano.
La famiglia richiede che la verità sull’accaduto emerga e che il quadro di ciò che è realmente accaduto venga ristabilito. La loro richiesta è chiara e diretta: vogliono giustizia per Riccardo, affinché la sua morte non sia stata vano e affinché episodi simili non si ripetano in futuro.