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Portuali di Marsiglia e Genova si oppongono all’invio di armi destinate all’Israele

I lavoratori portuali di Marsiglia e Genova protestano contro l’invio di armi in Israele, rifiutandosi di caricare munizioni e organizzando manifestazioni per la pace e la giustizia sociale.

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Portuali di Marsiglia e Genova si oppongono all'invio di armi destinate all'Israele - Movitaliasovrana.it

In un contesto di forte tensione internazionale, i lavoratori portuali di Marsiglia e del Golfo di Fos hanno preso una posizione decisa contro l’invio di armi in Israele. Le azioni di protesta si sono intensificate nelle ultime ore, con i sindacati che esprimono chiaramente il loro dissenso verso le operazioni che considerano complici di atrocità in corso a Gaza. Questo articolo esplora le recenti decisioni dei portuali, le loro motivazioni e le manifestazioni di solidarietà organizzate.

La posizione fermata dei portuali di Marsiglia

I membri della Confederazione Generale del Lavoro francese hanno annunciato che non parteciperanno al caricamento di un cargo contenente pezzi di ricambio per mitragliatrici destinate all’esercito israeliano. Questa decisione, comunicata nei giorni scorsi, segna una chiara opposizione alla guerra e alla conflittualità tra le nazioni. Secondo i sindacalisti, la comprensione del carico ha determinato un intervento immediato: “Abbiamo scoperto che parte del carico, contenente componenti per armi, sarebbe dovuta partire dal nostro porto. Con questi approvvigionamenti si continua a massacrere la popolazione palestinese.” La CGT ha agito per evitare di essere implicata in quello che definisce un genocidio, sottolineando il loro impegno per la pace e la giustizia tra i popoli. I pallet carichi di munizioni, prodotti dall’azienda marsigliese Eurolinks, sono stati messi da parte, e i lavoratori si sono rifiutati di caricarli sulla nave in direzione di Haifa.

La mobilitazione dei lavoratori portuali di Genova

Subito dopo la comunicazione ricevuta dalla Francia, anche il Collettivo dei lavoratori portuali di Genova ha deciso di mobilitarsi. Con il sostegno dell’Unione Sindacale di Base , è stato indetto un presidio ai varchi del porto per impedire l’attracco della nave ZIM Contship ERA, che trasportava il cargo contenente armi. Secondo le informazioni fornite dal sito investigativo Disclose, il cargo israeliano prevede uno scalo a Genova prima di dirigersi a Salerno e quindi tornare a Haifa. Con chiarezza, i lavoratori hanno espresso il loro rifiuto a diventare complici di un conflitto. “Non vogliamo essere complici del genocidio che continua a Gaza,” hanno affermato, invitando la cittadinanza a unirsi al presidio per solidarizzare con coloro che si oppongono alle guerre e alle violenze imposte dai governi.

Programma di sciopero e manifestazioni contro la guerra

In seguito alle proteste e al previsto blocco del carico, i portuali di Genova hanno deciso di non continuare il presidio se la situazione si risolvesse. Tuttavia, in ogni caso, hanno annunciato uno sciopero generale previsto per il 20 giugno, mirato a contestare le dinamiche economiche e sociali legate alla militarizzazione e alla guerra. José Nivoi, a capo del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali e USB Mare e Porti, ha spiegato che “la parola d’ordine sarà ‘Disarmiamoli’, proprio contro l’economia di guerra che stiamo vivendo.” La manifestazione a Genova si svolgerà partendo dal varco di San Benigno, creando un forte richiamo per una manifestazione collettiva contro il conflitto.

I portuali non si fermeranno solo alle azioni locali. Per il giorno successivo, hanno previsto il noleggio di pullman per partecipare a una manifestazione a Roma, contro l’aumento delle spese militari e le conseguenze di una lunga crisi economica aggravata dalla guerra. Le azioni dei portuali dei due scali europei evidenziano una crescente consapevolezza sulle questioni di conflitto e giustizia sociale, e rappresentano una risposta palpabile a un problema che sta interessando l’intera comunità internazionale.