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Emergenza inquinamento in Campania: i dati preoccupanti del PM10 a maggio 2025

L’inquinamento atmosferico in Campania è in aumento, con sforamenti di PM10 che mettono a rischio la salute pubblica, richiedendo interventi urgenti da parte delle autorità locali.

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Emergenza inquinamento in Campania: i dati preoccupanti del PM10 a maggio 2025 - Movitaliasovrana.it

Con il termine di maggio 2025, la situazione dell’inquinamento atmosferico in Campania presenta un quadro allarmante, con numerose centraline dell’ARPAC che registrano un aumento preoccupante dei giorni di sforamento per il PM10. Questa situazione richiama l’attenzione sulla qualità dell’aria che i residenti respirano quotidianamente, sollevando interrogativi sulla salute pubblica e sull’efficacia delle misure adottate dalle autorità locali.

I dati delle centraline ARPAC

Analizzando i dati raccolti dall’ARPAC, spicca il primato della centralina di Teverola, che nel 2025 ha superato il limite massimo di PM10 per ben 45 giorni, un incremento notevole rispetto ai 30 giorni segnalati nello stesso periodo del 2024. Segue San Vitaliano, con 42 giorni di superamento, in gran parte a causa dell’intensificazione del traffico di mezzi pesanti. La zona industriale di Acerra fa registrare 38 giorni di sforamento, attribuito sia al traffico notturno che a fonti inquinate non ben identificate. Napoli, con la centralina negli Ospedali Pellegrini, ha evidenziato 34 giorni di sforamento, a causa del traffico intenso nelle vicinanze dell’aeroporto di Capodichino.

Altre centraline, come quelle di Acerra , Aversa, e Napoli , mostrano valori preoccupanti, suggerendo che il problema dell’inquinamento atmosferico si estende oltre le zone industriali, toccando anche aree urbane più densamente popolate. Rispetto al 2024, si registra un aumento medio dell’inquinamento atmosferico del 33%, con un significativo impatto sulla salute dei cittadini.

La salute dei cittadini in pericolo

La crescente incidenza e mortalità evitabile dovuta a malattie respiratorie e cardiocircolatorie rappresenta una grave preoccupazione per la Regione Campania. Si stima che ogni giorno, a causa dell’inquinamento atmosferico, circa dodici campani perdano la vita, di cui almeno quattro residenti a Napoli. La correlazione tra inquinamento e salute è ormai evidente e gli effetti nocivi delle polveri sottili, in particolare del PM10 e dei biossidi di azoto, richiedono interventi urgenti.

Le conseguenze sulla salute pubblica si manifestano in un aumento dei ricoveri ospedalieri e di patologie croniche come infarti, ictus e cancro del polmone. Sono richieste misure più rigorose da parte delle autorità sanitarie e politiche, ma la mancanza di azioni concrete continua a preoccupare gli esperti del settore. La percezione di emergenza sanitaria è diffusa, ma scarseggiano informazioni chiare sulla natura delle misure di contenimento e la loro applicazione.

Attività industriali e impatto ambientale

Un fattore decisivo nell’aumento dell’inquinamento è l’eccezionale crescita delle attività portuali e aeroportuali nella regione. Le operazioni commerciali sono in continua espansione, comportando un incremento del traffico pesante e un’ulteriore aggravante per le emissioni nocive. Nonostante il progresso turistico della Campania, il tessuto urbano e la qualità dell’aria non sembrano beneficiare di questi sviluppi, anzi, sembrano rimanere intrappolati in una spirale negativa.

Fino ad oggi, la gestione del debole equilibrio tra sviluppo economico e tutela della salute pubblica ha mostrato lacune significative. La questione del trasporto notturno di mezzi pesanti in zone residenziali e industriali è particolarmente critica, sollevando interrogativi su quale tipo di misure siano state adottate per limitare il loro impatto.

Riflessioni su leggi e politiche regionali

Nonostante le promesse e le normative europee che mirano a ridurre le polveri sottili, la Campania sembra essere lontana dal raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2030. La crescente preoccupazione dei cittadini, assieme al silenzio della politica, crea un clima di sfiducia nei confronti delle istituzioni, che continuano a sottovalutare la gravità della situazione.

Il fatto che la regione sia la prima in Italia per l’incidenza e mortalità da malattie legate all’inquinamento è una chiara indicazione che le misure attuali non siano sufficienti. Nel mentre, la Campania si trova a dover lottare non solo contro l’inquinamento dell’aria, ma anche contro quelle lobbies industriali che sembrano prevalere nel dibattito pubblico e politico, mentre la salute dei cittadini rimane in secondo piano.

Nel contesto della Giornata Mondiale senza Tabacco, queste problematiche emergono con maggiore forza. Con l’incidenza del cancro e altre malattie legate al fumo elevata nella regione, ci si interroga se una maggiore consapevolezza e azioni più incisive possano mai emergere. La situazione rimane critica, mentre la salute dei napoletani continua a pagare un prezzo inaccettabile per il profitto delle industrie.