Giornata mondiale dell’ambiente: l’urgenza di agire contro l’inquinamento da plastica
La Giornata Mondiale dell’Ambiente evidenzia l’urgenza di affrontare l’inquinamento da plastica, con dati allarmanti sull’inefficienza del riciclo e la necessità di un approccio globale e circolare.

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La Giornata Mondiale dell’Ambiente, celebrata quest’anno con un forte focus sulla lotta contro l’inquinamento da plastica, ha visto emergere nuovi dati allarmanti. L’ONU, attraverso il suo Programma Ambientale , ha ribadito che la sfida dell’inquinamento da plastica richiede un’azione collettiva. Secondo il WWF, ogni anno viene prodotta una quantità stupenda di plastica, pari a circa 410 milioni di tonnellate, delle quali solo una piccola frazione – il 9% – viene effettivamente riciclata. Queste statistiche sottolineano la necessità di affinare le strategie di gestione della plastica, soprattutto considerando che tra 19 e 23 milioni di tonnellate di plastica si riversano nel mondo acquatico ogni anno. Senza un’iniziativa decisa, l’UNEP prevede un incremento del 50% in questo fenomeno entro il 2040.
L’impatto della plastica sull’ambiente e sulla salute
L’inquinamento da plastica ha ripercussioni immediate e a lungo termine sull’ambiente, coinvolgendo il nostro ecosistema locale. Il Mediterraneo, ad esempio, è uno dei mari maggiormente colpiti, con oltre l’80% dei rifiuti presenti nelle sue acque costituito da plastica. La presenza di microplastiche, che penetrano nel nostro cibo e nell’aria che respiriamo, solleva preoccupazioni anche per la nostra salute. Stime recenti indicano che la continua esposizione a questi contaminanti potrebbe portare a problemi significativi e a lungo termine nel nostro organismo.
António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha messo in evidenza l’urgenza di raggiungere un accordo ambizioso a livello globale. Le sue parole risuonano come un appello alla comunità internazionale per un cambiamento necessario e urgente, augurandosi che gli stati membri possano unirsi per affrontare questa emergenza ambientale.
Un approccio globale all’inquinamento da plastica
Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP, ha sottolineato l’importanza di affrontare non solo il problema del riciclo, ma di considerare l’intero ciclo di vita della plastica. Secondo Andersen, l’unico modo per evitare che l’inquinamento da plastica pervada oceani, suolo e corpi umani è l’adozione di un approccio circolare alla gestione dei materiali. Questo implica una riconsiderazione radicale non solo di come utilizziamo la plastica, ma anche di come la produciamo e smaltiamo.
Nei prossimi due mesi, a Ginevra, saranno convocati rappresentanti di circa 100 paesi per riprendere i negoziati per un trattato globale sulla plastica, iniziati nel 2022 senza risultati concreti. Questo incontro rappresenta un’opportunità cruciale per dimostrare non solo l’interesse della comunità internazionale per il problema, ma anche per formulare strategie efficaci e misure condivise.
Situazione in Italia: progressi e sfide
In Italia, la situazione del riciclo della plastica ha visto progressi significativi. Dati del consorzio Corepla mostrano che nel 2024 il Paese ha raggiunto il riciclo di 931.096 tonnellate di imballaggi in plastica, corrispondente a una percentuale di riciclo del 49,6%. Questo risultato avvicina l’Italia all’obiettivo europeo del 50%, con un anno di anticipo. Tuttavia, per soddisfare il traguardo del 55% previsto per il 2030, è richiesto un ulteriore impegno e azioni concrete.
Nonostante questi passi avanti, l’Italia non si può definire un’eccellenza in materia di gestione dei rifiuti plastici. L’introduzione della plastic tax, prevista già dal 2020, è stata rinviata ben sette volte e attualmente è programmata per entrare in vigore nel luglio 2026, sempre che non ci siano ulteriori ripensamenti. Questa situazione mette in luce la necessità di un sistema normativo più coerente e tempestivo nel gestire la crisi dell’inquinamento da plastica.