I bambini e la crisi climatica: un futuro in pericolo che non hanno creato
La crisi climatica colpisce gravemente i bambini, con proiezioni allarmanti che indicano un aumento delle temperature e rischi per la loro salute e futuro. Urge un intervento globale.

I bambini e la crisi climatica: un futuro in pericolo che non hanno creato - Movitaliasovrana.it
La crisi climatica continua ad avere un impatto devastante su tutti, ma i bambini sono i più vulnerabili e subiscono le conseguenze maggiori, nonostante abbiano contribuito molto meno al problema. Situazioni come ondate di calore estreme, raccolti falcidiati, siccità gravi, inondazioni, cicloni e incendi boschivi stanno già colpendo i più giovani. Se si riuscisse a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C entro la fine del secolo, circa 38 milioni di bambini, attualmente di cinque anni, avrebbero maggiori possibilità di sfuggire a eventi climatici estremi. Questi dati emergono da un rapporto di Save the Children, pubblicato in vista della Giornata mondiale dell’Ambiente.
Nati nella crisi climatica: numeri che preoccupano
Il rapporto “Born into the Climate Crisis 2” racconta una storia allarmante per i bambini nati nel 2020, che dovranno affrontare future ondate di calore. Sulla base dell’analisi condotta in collaborazione con i climatologi della Vrije Universiteit di Bruxelles, emerge che, senza gli interventi necessari, entro il 2100, il riscaldamento globale subirà un incremento di 2,7 °C. Ciò metterebbe a rischio circa 100 milioni di bambini, il che rappresenta l’83% dei 120 milioni di bambini nati nell’anno 2020, esponendoli a un caldo estremo senza precedenti. Tuttavia, se il riscaldamento viene contenuto a 1,5 °C, il numero di bambini destinati a questa sorte scenderebbe a 62 milioni.
L’analisi evidenzia non solo il futuro climatico dei bambini, ma anche le ingiustizie globali in atto. I bambini più colpiti sono quelli che vivono in paesi a basso e medio reddito, dove le disuguaglianze sociali ed economiche amplificano gli effetti della crisi climatica. La lotta per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C è cruciale per garantire il diritto dei più giovani a un ambiente sano e sostenibile.
Storie di danni irreparabili e di resilienza
Il rapporto di Save the Children non parla solo di numeri, ma offre anche testimonianze dirette di come i bambini soffrano già per la crisi climatica. Denise, una sedicenne brasiliana, ha visto la sua vita stravolta dalle inondazioni più gravi degli ultimi ottant’anni, che hanno distrutto la sua casa e l’hanno costretta a interrompere la scuola per due mesi. Le sue parole illustrano la realtà di chi affronta questa crisi: “Ho avuto conseguenze sia a livello psicologico che sul mio percorso scolastico. I miei voti sono calati notevolmente e per farli risalire è stato davvero difficile.”
Anche Haruka, 16 anni, proveniente da Vanuatu, racconta come il continuo passaggio di cicloni abbia disintegrato la sua comunità. “I cicloni fanno paura. Ogni anno ci distruggono e non ci preoccupiamo più nemmeno di riparare il soffitto. Questo ciclo apparentemente infinito è diventato la nostra normalità,” racconta. Queste esperienze sono solo un campione delle difficoltà che molti giovani stanno affrontando, mentre si ritrovano a sopportare il peso di una crisi di cui non sono responsabili. Inoltre, hanno meno risorse per affrontare le conseguenze climatiche, aumentando il rischio di malattie, fame e altre emergenze.
Un futuro incerto: proiezioni allarmanti
L’analisi approfondita del rapporto non si ferma qui. Le proiezioni partono da uno scenario in cui il riscaldamento globale potrebbe superare i 3,5 °C, una condizione che metterebbe a rischio circa 111 milioni di bambini, il che rappresenta il 92% dei nati nel 2020. Questo aumento drastico delle temperature comporterebbe ripercussioni severe per la salute dei minori e per il loro accesso alle cure, all’istruzione e alle risorse necessarie per una vita dignitosa.
In Italia, le stime parlano di un’esposizione totale. Si stima che il 100% dei bambini nati nel 2020 dovrà affrontare ondate di calore estreme, già con un aumento di 2,7 °C. Daniela Fatarella, direttrice di Save the Children Italia, sottolinea l’importanza di affrontare la crisi climatica come una questione di diritti per l’infanzia. La situazione dei minori è un fenomeno globale che richiede sforzi collettivi e riforme significative per proteggere il loro futuro. Con il prossimo negoziato di Bonn all’orizzonte, l’associazione esorta il governo italiano a garantire che i diritti dei bambini siano integrati nelle politiche climatiche per il bene delle generazioni future.
Questi dati parlano chiaramente: è necessario agire ora per mantenere viva la speranza e garantire un futuro migliore.