Manifestazioni a Buenos Aires: le richieste di giustizia e diritti dei pensionati e donne
A Buenos Aires, manifestazioni unite di femministe e pensionati denunciano le politiche del governo Milei, chiedendo diritti fondamentali e protezione per le vittime di violenza di genere.

Manifestazioni a Buenos Aires: le richieste di giustizia e diritti dei pensionati e donne - Movitaliasovrana.it
A Buenos Aires, la lotta per la giustizia sociale ha raggiunto un nuovo culmine, mentre le strade della capitale argentina si riempiono di manifestanti che chiedono diritti fondamentali. Tra striscioni che chiedono giustizia per le vittime di femminicidi e cartelli che invocano un aumento delle pensioni, si è assistito a un forte eco delle richieste di chi si oppone alle politiche del governo di Javier Milei. A dieci anni dalla storica marcia di Ni Una Menos, le attiviste del movimento trasfemminista sono scese in piazza non solo per commemorare il passato, ma per sostenere chi lotta contro scelte economiche considerevolmente impattanti.
La marcia di Ni Una Menos: un decennio di lotte e conquiste
La nascita del movimento Ni Una Menos, avvenuta dieci anni fa, ha rappresentato un cambiamento significativo nella lotta per i diritti femminili in Argentina e oltre. Al grido di “siamo la voce di chi non ha più voce”, circa 300.000 persone hanno marciato nel 2015, portando all’attenzione pubblica un problema sistemico di violenza di genere. Recentemente, però, la celebrazione di questi successi si è mescolata a un senso di urgenza, poiché le attiviste hanno espresso la loro preoccupazione per le politiche governative attuate attualmente. Luci Cavallero, sociologa e attivista di Ni Una Menos, sottolinea l’urgenza di unire le lotte. Secondo la Cavallero, “Il movimento femminista è vivo e attivo; la battaglia contro l’estrema destra è più necessaria che mai”. La protesta attuale non è solo simbolo di ricorrenza, ma testimonia la connessione tra diverse categorie in lotta contro le ingiustizie.
I pensionati e il peso delle misure governative
I pensionati in Argentina si trovano a fronteggiare sfide senza precedenti, aggravate dalle misure economiche adottate dal governo. La pensione minima, che ammonta a circa 290 dollari, è insufficiente per garantire un’esistenza dignitosa, costringendo molti a vivere al di sotto della soglia di povertà. In questo contesto, il congelamento dei sussidi e la riduzione della copertura dei farmaci attraverso il Programma di assistenza integrale sono misure che pesano fortemente sui più vulnerabili.
Le critiche alla gestione governativa aumentano, con nuove proteste che emergono settimanalmente. Ana Maria Tapia, parte dell’organizzazione “Jubilados insurgentes”, ha partecipato attivamente a queste rivendicazioni da oltre un anno, e ha subito repressione da parte delle forze dell’ordine, testimoniando l’aggressività con cui vengono affrontate le manifestazioni pacifiche. La Tapia esprime preoccupazione: “La battaglia delle pensionate è una questione che riguarda tutti noi. Un giorno potremmo essere nella loro situazione. È essenziale creare una rete di supporto reciproco”.
Le lotte unite: una poderosa alleanza tra femminismo e diritti dei pensionati
Nel corso degli anni, Ni Una Menos ha raggiunto importanti risultati legislativi in Argentina, tra cui la legge sulla parità di genere e sull’aborto, oltre a un migliore accesso alla giustizia per le vittime di violenza. Tuttavia, le attuali politiche del governo Milei sembrano minacciare queste conquiste. Il Cancelliere del Ministero delle Donne, Genere e Diversità, il governo ha ridotto i finanziamenti destinati alla protezione delle donne e ha eliminato programmi essenziali, causando un forte allarme tra le attiviste.
Maria Eugenia Otonina, voce attiva nella protesta, sottolinea come le politiche attuali stiano riportando indietro le conquiste ottenute: “C’è un’atmosfera di odio e repressione. La mobilitazione è fondamentale per contrastare questa regressione”. Questo richiamo all’unità tra diverse lotte per i diritti civili evidenzia il bisogno di solidarietà tra vari gruppi, siano essi pensionati, donne o lavoratori. Le parole di Mónica Santino, attivista storica, ribadiscono l’importanza di unire le battaglie: “Siamo nelle strade perché le sfide ci uniscono. Abbiamo bisogno di stare insieme, oggi più che mai”.