La sorprendente longevità dei gatti rispetto ai cani: scoperte dall’Università di Bath
Uno studio dell’Università di Bath rivela che la longevità dei gatti rispetto ai cani è influenzata dalla dimensione del cervello e dalla complessità del sistema immunitario.

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La ricerca condotta dall’Università di Bath, nel Regno Unito, offre nuovi spunti per comprendere perché i gatti tendono a vivere più a lungo dei loro amici cani. La pubblicazione sui fattori biologici che influenzano la longevità si è rivelata illuminante, mostrando che la dimensione del cervello e la complessità del sistema immunitario dei gatti possono essere tra i principali motivi di questa differenza di vita.
Le differenze biologiche tra gatti e cani
Lo studio avviato dai ricercatori ha evidenziato che i gatti, in media, posseggono una vita media di circa 17 anni, mentre i cani si fermano a circa 12 anni. Tra le ragioni di questa disparità, uno dei fattori principali è la dimensione relativa del cervello: le ricerche suggeriscono che un cervello più grande fornisca vantaggi comportamentali significativi. Benjamin Padilla-Morales, l’autore principale dello studio, ha spiegato come queste dimensioni possono migliorare il comportamento e la sopravvivenza degli animali.
Ma non è solo la grandezza del cervello a fare la differenza. Il sistema immunitario dei gatti è caratterizzato da una complessità superiore che consente una risposta più efficace alle malattie e agli agenti patogeni, portando a una maggiore aspettativa di vita. Inoltre, lo studio ha rivelato che specie con cervelli ampi, come delfini e balene, mostrano una similarità nella longevità, confermando il legame tra intelligenza e durata della vita. Dall’altra parte, mammiferi con cervelli più piccoli, come i topi, hanno un’aspettativa di vita notevolmente ridotta.
Tuttavia, esistono delle eccezioni interessanti a questa regola. Il curioso caso del ratto talpa, ad esempio, dimostra che alcune specie possono vivere anche oltre le aspettative standard nonostante dimensioni cerebrali limitate. Questo animale, che vive sotterraneo, può raggiungere i 20 anni. Anche per i pipistrelli, che nonostante le piccole dimensioni del cervello hanno una durata di vita sorprendentemente lunga, gli scienziati hanno osservato un legame con una maggiore resilienza immunitaria, suggerendo che fattori genetici specifici possono conferire un vantaggio in termini di sopravvivenza.
Gli animali più longevi del pianeta
Quando si parla di longevità nel regno animale, è impossibile non menzionare il squalo della Groenlandia, considerato il vertebrato più longevo che si conosca con una vita che può superare i 500 anni. Questo squalo, noto anche come “squalo dormiente” per il suo comportamento tranquillo, abita le acque gelide del Nord Atlantico e dell’Artico. Gli scienziati stimano che la vita media di questa specie si collochi tra i 250 e i 500 anni.
Recentemente è stato identificato un esemplare di squalo della Groenlandia, datato intorno al 1505, che ha stupito il mondo scientifico per la sua età. Questa incredibile longevità è attribuita a vari fattori: un metabolismo molto lento, temperature fredde che rallentano il processo di invecchiamento e una crescita annuale di appena un centimetro.
La dieta di questo squalo include una varietà di pesci, calamari e resti di mammiferi, che contribuisce a mantenere il suo stato di salute. La sua vita così lunga lo ha reso un soggetto di interesse per gli studiosi della biologia marina, che cercano di comprendere meglio i meccanismi dell’invecchiamento nei vertebrati. Pur affrontando minacce come la pesca accidentale e i cambiamenti climatici, la conservazione di questa specie è di cruciale importanza per la salute degli ecosistemi marini, di cui è una parte fondamentale.