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Sicurezza sul lavoro in Sicilia: un’isola in emergenza tra morti e ispettori insufficienti

Aumento allarmante delle morti sul lavoro in Sicilia, con 22 decessi nei primi mesi del 2025 e una grave carenza di ispettori che compromette la sicurezza dei lavoratori.

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Sicurezza sul lavoro in Sicilia: un'isola in emergenza tra morti e ispettori insufficienti - Movitaliasovrana.it

Carmelo Magistro, autotrasportatore, è l’ultima vittima di un tragico evento sul lavoro in Sicilia, avvenuto il 3 giugno scorso a Noto. Questo incidente funesto si aggiunge a un preoccupante bilancio di 22 morti sul lavoro registrati nei primi quattro mesi del 2025 nell’isola. La Sicilia si colloca così al secondo posto in Italia per il numero crescente di decessi sul lavoro tra il 2024 e il 2025. Durante lo stesso periodo nel 2024 erano stati registrati solo 13 decessi. Oltre a questo allarmante dato, la regione detiene un altro primato negativo: il numero esiguo di ispettori del lavoro, che non riescono a garantire la sicurezza necessaria ai lavoratori.

Un drammatico aumento delle morti sul lavoro

La Sicilia vive un momento critico relativamente alla sicurezza sul lavoro, con l’aumento vertiginoso di incidenti mortali che sommano a quelli già registrati negli anni precedenti. Il caso di Carmelo Magistro ha riacceso l’attenzione su una problematica che da anni affligge l’isola. Non è solo un numero inoppugnabile, ma un dramma umano che colpisce famiglie e comunità. Ogni incidente riporta grimamente alla luce le vulnerabilità di un sistema che stenta a garantire condizioni di lavoro sicure.

La Sicilia si appresta così ad affrontare un nuovo ciclo di interrogativi circa il perché di questa escalation. Per capire il fenomeno è utile analizzare le statistiche e i contesti che lo circondano. È evidente che la carenza di ispettori del lavoro gioca un ruolo fondamentale in questo scenario. Negli ultimi anni, l’allerta riguardo alla poca presenza di personale addetto ai controlli ha assunto un carattere di urgenza. Le organizzazioni sindacali, in particolare la CGIL, hanno più volte sottolineato che senza un intervento incisivo si corre il rischio di cadere in un ciclo pericoloso di abusi e insicurezza.

La scarsità di ispettori: un problema da affrontare

Attualmente in Sicilia operano soltanto 49 ispettori del lavoro, un numero decisamente basso rispetto ad altre regioni italiane. A titolo di paragone, la Lombardia dispone di 751 ispettori, mentre la Calabria ne conta 161. L’inefficienza del sistema ispettivo siciliano è resa ancora più grave dalla notizia della prossima pensione di alcuni degli attuali ispettori. Ma cosa ha causato questa mancanza di risorse? La risposta si trova nel modello di autonomia conferito alla Regione, che ha uniche responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, insieme al Trentino Alto Adige.

Le conseguenze di questa autonomia sono evidenti: gli ispettori a volte si trovano a dover operare senza il supporto necessario, né di personale amministrativo né di dirigenti sul campo. Alcuni ispettori che sono stati inviati da Roma per rinforzare il team siciliano hanno lamentato anche problemi organizzativi e un generale stato di disorganizzazione. Questa situazione disarmante ha portato, come sottolineato dal segretario regionale della CGIL Francesca Lucchesi, a un’assurdità: un’azienda in Sicilia può essere controllata una sola volta ogni venti anni, a fronte di un tessuto imprenditoriale complesso e maturo.

Le richieste e le proposte per il futuro

Bruno Giordano, un magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, è fermo sull’idea che anche con tutti gli ispettori necessari la situazione resterebbe critica. “Ci vorrebbe un esercito” afferma, evidenziando la necessità di un intervento massiccio e coordinato per migliorare il monitoraggio sul campo. Giordano ha anche realizzato un libro, “Operaicidio”, dove affronta il tema delle morti sul lavoro e dei bisogni di maggiore attenzione mediatica e politica verso questo problema.

In vista del referendum dell’8 e 9 giugno, che tratta proprio della sicurezza sul lavoro, Giordano ha ribadito l’importanza di rivedere l’ottica con cui viene calcolato il fabbisogno di ispettori. Questi non dovrebbero essere misurati solo in base al numero delle imprese, ma anche considerando la totalità dei lavoratori, compresi quelli non registrati. L’ISTAT ha già segnalato che ci sono quasi 3 milioni di lavoratori in nero, un dato allarmante che complica ulteriormente la questione della sicurezza.

La strumentazione necessaria per affrontare la questione della sicurezza sul lavoro è di fondamentale importanza. Senza un coordinamento efficace tra le strutture ispettive e altre forze investigative, qualsiasi intervento si rivela vano. Solo attraverso una gestione integrata delle risorse e un potenziamento delle ispezioni si potrà sperare di invertire la rotta e ridurre questo pesante tributo che la Sicilia continua a pagare in termini di vite perse.