Carlo Ancelotti avverte: il fitto calendario del calcio mette a rischio salute e spettacolo
Carlo Ancelotti esprime preoccupazioni sul sovraccarico del calendario calcistico, evidenziando l’impatto negativo sulla salute dei giocatori e sulla qualità del gioco, richiedendo un approccio più equilibrato da parte delle organizzazioni.

Carlo Ancelotti avverte: il fitto calendario del calcio mette a rischio salute e spettacolo - Movitaliasovrana.it
Il fittissimo calendario del calcio moderno sta sollevando preoccupazioni sul benessere dei giocatori e sulla qualità del gioco. Carlo Ancelotti, recente allenatore della Nazionale brasiliana, ha espresso le sue opinioni in merito durante l’evento “Passione in campo“, organizzato a Reggio Emilia. Il suo intervento ha messo in luce le sfide senza precedenti che le squadre affrontano, sottolineando come il sovraccarico di impegni stia avendo un impatto significativo non solo sui calciatori, ma anche sul livello di divertimento per gli spettatori.
Un calendario sempre più impegnativo
Ancelotti ha rimarcato che il programma di quest’anno è particolarmente pesante, con molte squadre che devono gestire innumerevoli impegni e diversi calciatori in campo con le rispettive nazionali. Il nuovo formato della Champions League, accanto al Mondiale per club, ha ulteriormente complicato la situazione. Questi eventi si svolgono in periodi in cui i calciatori di alta classe sarebbero solitamente in vacanza. Tale situazione non solo incrementa il rischio di infortuni, con un sovraccarico di lavoro, ma, come sottolinea l’allenatore, porta anche a un impoverimento della qualità complessiva del gioco. Senza tempo sufficiente per recuperare e allenarsi adeguatamente, i calciatori non riescono a esprimere il massimo delle loro potenzialità in ogni singola partita.
L’impatto sulla preparazione delle partite
Oltre alle problematiche fisiche, Ancelotti ha evidenziato come il modo di preparare le partite sia cambiato drasticamente. Con un’agenda così fitta, i tecnici non hanno più il tempo necessario per preparare le gare in campo, preferendo fare affidamento sui video per analizzare le strategie degli avversari. Questa impossibilità di operare un lavoro pratico in allenamento porta a un’ulteriore svalutazione dello spettacolo calcistico. Ancelotti ha spiegato che, una volta, i tecnici potevano dedicare ore a praticare schemi e movimenti, mentre ora devono adattarsi a una realtà dove la preparazione fisica e tattica avviene prevalentemente attraverso schermi e analisi video.
L’aumento dell’intensità di gioco
Un altro aspetto sorvolato da Ancelotti è il cambiamento nell’intensità del gioco rispetto al passato. Oggi i calciatori sono costretti a compiere un numero considerevole di scatti e movimenti in campo, aumentando di fatto il rischio di lesioni muscolari. Rispetto a dieci anni fa, il livello di intensità è notevolmente cresciuto, e molti esperti del settore credono che il corpo umano fatichi a tenere il passo con tali richieste fisiche. Se un tempo i giocatori potevano gestire un’agenda fitta senza troppi problemi, oggi la situazione è profondamente cambiata e richiede nuove strategie di gestione.
Strategie per ridurre lo stress
Per fronteggiare questi problemi, Ancelotti ha adottato un approccio pragmatico. Quando è possibile, concede ai suoi calciatori un giorno di riposo dopo le partite. Ha commentato che, malgrado le attività leggere siano una prassi comune, a volte i giocatori si recuperano meglio passandone il tempo a casa con le proprie famiglie, piuttosto che dedicandosi ad attività a bassa intensità. Ancelotti ha messo in discussione l’importanza di una rigidità nei carichi di lavoro post-partita, suggerendo che questa flessibilità giova a tutti, non solo a chi ha giocato, ma anche a chi sta in panchina.
Le responsabilità delle organizzazioni
Infine, Ancelotti ha messo in evidenza che a subire le conseguenze di un calendario eccessivamente carico non sono solo i calciatori, ma anche gli allenatori, figure che non hanno voce in capitolo sulle principali decisioni. FIFA, UEFA, Leghe e Federazioni rimangono responsabili per la creazione di un’organizzazione che tenga conto delle reali necessità di salute dei giocatori e della qualità del gioco. Se queste entità non riescono a trovare un accordo su un calendario equilibrato, sarà difficile garantire che il calcio rimanga uno spettacolo di alto livello, capace di attrarre e emozionare il pubblico.