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Tribano di Padova e il mistero dell’affluenza al referendum: errore nei dati ufficiali

Tribano, comune di 4.000 abitanti, ha registrato un’errata affluenza dell’81% al referendum a causa di un errore di trascrizione, ridimensionando l’entusiasmo iniziale dei cittadini e del sindaco Cavazzana.

REFERENDUM  2025  GENTE AL VOTO

Tribano di Padova e il mistero dell'affluenza al referendum: errore nei dati ufficiali - Movitaliasovrana.it

La piccola realtà di Tribano, un comune di circa quattromila abitanti in provincia di Padova, si è trovata al centro dell’attenzione per un imprevisto risultato legato al recente referendum. Con un’affluenza dal 81% dei votanti, Tribano si è rivelato il Comune con la maggiore affluenza, superando addirittura i borghi toscani più virtuosi. Tuttavia, si è presto scoperto che si trattava di un errore nei dati, registrato anche sul portale Eligendo del Ministero dell’Interno. Il sindaco Massimo Cavazzana ha condiviso le sue impressioni su questo evento inaspettato, rivelando un mix di orgoglio e dispiacere per la situazione.

un errore che ha sorpreso tutti

L’81% di affluenza si è rivelato solo un errore di trascrizione, con il dato per ora ufficiale apparso per diverse ore sul portale, creando momenti di entusiasmo tra i cittadini di Tribano. Questo errore si è originato da un malfunzionamento nel seggio 4, dove un’errata contabilizzazione ha portato a uno zero in più registrato. La tempestiva verifica dei dati da parte della Prefettura ha immediatamente reso noto l’errore, comunicando al Viminale la necessità di correggere il dato. Di conseguenza, l’affluenza reale è calata nella media provinciale, che si attesta tra il 25% e il 30%.

L’episodio ha suscitato comprensibile sorpresa nei cittadini e negli amministratori. Il sindaco Cavazzana ha espresso, con un tono nostalgico, quanto avrebbe significato per lui e per la comunità un dato del genere, che richiamerebbe ricordi dei gloriosi anni ’90, quando il referendum sulla preferenza unica registrava punte di oltre il 90% in Veneto.

la passione di massima cavazzana

Massimo Cavazzana, architetto e imprenditore che guida Tribano dal 2019, ha sottolineato la sua appartenenza a un’epoca di grande fervore politico. Una nazione in cui il voto era considerato un’azione fondamentale per il futuro e il benessere della comunità. A sottolineare la sua posizione si è recato a votare esprimendo, come ha dichiarato, il suo “NO” su ben cinque schede. Cavazzana ha evidenziato che con i quasi 400 milioni di euro spesi per il referendum, sarebbe stato lecito aspettarsi risultati migliori e una gestione più razionale delle risorse.

In queste parole si percepisce una profonda responsabilità verso il proprio operato e quello dell’intera comunità. C’è una certa amarezza nel non aver potuto concludere il referendum con l’orgoglio apparente di un’alta affluenza che avrebbe potuto posizionare Tribano come esempio per altri comuni.

un futuro da costruire

Guardando avanti, il sindaco Cavazzana non nasconde la speranza che il prossimo referendum possa avere esiti diversi, auspicando la possibilità che non sia necessario raggiungere un quorum. L’entusiasmo iniziale suscitato dall’affluenza clamorosa ha svelato la vivacità della comunità di Tribano e il desiderio di partecipazione attiva alle questioni politiche.

Il piccolo comune, sebbene abbia dovuto affrontare un inconveniente nelle statistiche elettorali, continua a dimostrare il proprio attaccamento ai valori democratici e la volontà di essere partecipe nei processi decisionali. Un episodio che, sebbene involontariamente divertente, mette in luce anche l’importanza della precisione nei dati e della comunicazione in ambito politico. Rimane dunque un’istanza di riflessione, dove l’impegno dei cittadini e delle istituzioni si fondono per un futuro sempre più attivo e coinvolgente.