La morte di Sly Stone: l’icona musicale che ha cambiato il corso della musica pop degli anni ’60 e ’70
Sly Stone, fondatore di Sly and the Family Stone, è morto a 82 anni. La sua musica ha rivoluzionato la cultura pop, promuovendo l’unità razziale e lasciando un’eredità duratura.

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Sly Stone, fondatore del leggendario gruppo Sly and the Family Stone, è venuto a mancare il 9 giugno a 82 anni, segnando la fine di un’era nella musica pop. Con successi indimenticabili come “Everyday People“, “Stand!” e “Family Affair“, Sly, il cui vero nome era Sylvester Stewart, ha avuto un’influenza duratura sulla cultura musicale. Morto a Los Angeles, Stone aveva anni nei quali ha lottato con problemi di salute, inclusa una broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Le origini di Sly Stone: un talento precoce e una famiglia musicale
Sylvester Stewart, noto come Sly, nacque a Denton, in Texas, e crebbe a Vallejo, in California, in una famiglia di cinque figli caratterizzata da una forte connessione affettiva e religiosa. Fin da giovane, Sly mostrò il suo talento nel canto e nella musica. A soli 4 anni, si esibì sul palco durante uno spettacolo di Sam Cooke, e a 11 anni era già in grado di maneggiare diversi strumenti musicali, registrando un canto gospel con i suoi frati. Questi primi passi costituirono la base di un viaggio artistico che avrebbe lasciato un’impronta indelebile nella musica.
La sua passione per la musica lo portò anche a cimentarsi come deejay nella Bay Area. Qui, suonava sia canzoni dei Beatles che di artisti rhythm and blues, dimostrando una predisposizione per la fusione di generi e culture. Durante la sua giovinezza, si distinse per la sua dedizione all’unità razziale, suonando in band composte da musicisti di diverse origini.
L’ascesa di Sly and the Family Stone: un gruppo innovativo e pionieristico
Nel periodo tra il 1966 e il 1967, Sly fondò Sly and the Family Stone, il primo gruppo musicale ad unire uomini e donne di razza nera e bianca. Questo ensemble musicale divenne emblematico di un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali negli Stati Uniti. La loro musica rifletteva le tensioni, l’energia e la speranza di un’epoca in cui i confini sembravano sfumare.
Negli anni d’oro del gruppo, dal 1968 al 1971, Sly and the Family Stone si distinse per un sound che mescolava jazz, soul, funk e rock psichedelico. L’album di debutto “A Whole New Thing” aprì la strada, mentre il singolo “Dance to the Music” raggiunse la top 10 delle classifiche nel 1968, coincidente con l’assassinio del reverendo Martin Luther King Jr.. Il successo di questi brani non fece che amplificare la loro presenza musicale, affermando il gruppo come una delle forze dominanti della scena musicale.
Un’eredità culturale: il messaggio della musica di Sly and the Family Stone
La musica degli Sly and the Family Stone era caratterizzata da sonorità frenetiche, con fiati energici e ritmi pulsanti, unendo stili e influenze in modo innovativo. Brani come “I Want To Take You Higher” e “Stand!” incoraggiavano l’unità e il senso di comunità, mentre “Family Affair” affrontava temi più complessi in modo sobrio ma incisivo. Le loro canzoni si trasformarono facilmente in inni per intere generazioni, parlando non solo alla musica, ma anche alle speranze e alle lotte di una società in evoluzione.
Il gruppo conquistò i cuori del pubblico, pubblicando cinque singoli nella top 10, tre dei quali arrivarono al primo posto. Album come “Stand!“, “Therès a Riot Goin’ On” e “Greatest Hits” furono venduti in milioni di copie, influenzando moltissimi artisti. Il loro stile unico e il messaggio di inclusione erano così impattanti che molti musicisti cercavano di emulare sia l’aspetto visivo che il suono distintivo degli Sly.
L’impatto duraturo di Sly Stone sulla musica e la cultura
Oltre ai successi commerciali, Sly Stone lasciò un’eredità profonda nella cultura musicale. Artisti come i Jackson Five e i Temptations presero ispirazione dagli arrangiamenti di Sly, integrando nelle loro canzoni elementi che portano la sua firma stilistica. Anche Miles Davis, con il suo rivoluzionario “Bitches Brew“, si ispirò al sound di Sly, mentre altri musicisti jazz come Herbie Hancock lo citavano come fonte di ispirazione.
La sua personalità unica e il suo stile audace, caratterizzato da abbigliamento vistoso e accessori distintivi, lo resero un’icona anche al di fuori della musica. Questlove, noto musicista e autore, ha sottolineato come Sly avesse un’abilità straordinaria di oscillare tra momenti di leggerezza e serietà. Nella sua autobiografia, ha definito Sly come “più cool di tutto ciò che lo circondava“, evidenziando il suo status di pioniere musicale e culturale.
Oltre a una carriera musicale strabiliante, Sly Stone ha avuto tre figli e un matrimonio che attirò l’attenzione dei media, quando nel 1974 si sposò con l’attrice Kathy Silva sul palco del Madison Square Garden. Un evento che rimase nella memoria collettiva e sottolineò il suo stile di vita audace e appariscente. La morte di Stone segna non solo la scomparsa di un artista straordinario, ma anche una celebrazione del suo indiscusso contributo alla musica e alla cultura.