Riforma dell’accesso a Medicina e Odontoiatria: preoccupazioni e costi dell’accesso libero
La riforma dell’accesso a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria solleva preoccupazioni per i costi elevati e il rischio di sovraffollamento, con impatti significativi sulla qualità della formazione universitaria.

Riforma dell'accesso a Medicina e Odontoiatria: preoccupazioni e costi dell'accesso libero - Movitaliasovrana.it
La recente riforma dell’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, attuata dal Ministero dell’Università e della Ricerca, sta sollevando fondati interrogativi tra studenti, famiglie e docenti. Questo nuovo sistema, che prevede un semestre iniziale ad accesso libero seguito da un triplice test finale, si stima possa comportare costi enormi e criticità significative per il sistema formativo universitario italiano. L’indagine condotta da Testbusters mette in luce le problematiche economiche legate a questa transizione e le preoccupazioni degli studenti riguardo al futuro del loro percorso di studi.
I costi della riforma e l’impatto sui servizi
Secondo il rapporto di Testbusters, la riforma potrebbe comportare un aumento esponenziale dei costi, con un onere che supera i 500 milioni di euro all’anno, rispetto ai 5-10 milioni richiesti dal precedente sistema di test d’ammissione. Questo drastico incremento si colloca in un contesto già difficile per il sistema educativo e sanitario italiano, dove il definanziamento dei servizi pubblici ha creato una serie di difficoltà. Ad oggi, circa l’81% degli studenti intervenuti nell’indagine ha espresso preoccupazione per il sovraffollamento probabile nelle università, con un numero previsto di iscritti che potrebbe raggiungere le 80.000 unità in questo nuovo schema di selezione.
Il rischio di carenze di risorse economiche può avere un impatto diretto sulla qualità della formazione, con conseguente stress e incertezze per gli studenti che si approcciano a un semestre filtro, il quale non garantisce una vera e propria immatricolazione. Questo porta a pensare che gli studenti, al di fuori dell’ambito accademico, possano trovarsi privati della possibilità di accedere a borse di studio e ad altre agevolazioni, aggravando una situazione già critica.
Il nuovo semestre filtro: modalità e aspettative
Il nuovo sistema prevede un semestre filtro nel quale gli studenti sosterranno tre esami di materia specifiche tra chimica, fisica e biologia. Le modalità di esame saranno standardizzate e svolte in un’unica giornata a livello nazionale. Solo gli studenti che supereranno queste prove passeranno alla graduatoria nazionale, con opportunità di trasferimento ad altre facoltà biomediche per coloro che non raggiungeranno il punteggio necessario. Tuttavia, la novità di questo semestre aperto prevede una doppia iscrizione, consentendo agli studenti di immatricolarsi anche a un corso di laurea affine, con la possibilità di frequentare contemporaneamente più corsi.
Queste misure, sebbene appaiano favorevoli a prima vista, nascondono dei rischi. Gli atenei, da parte loro, devono attrezzarsi per affrontare un aumento potenziale degli iscritti, ma senza un parallelo incremento di docenti e infrastrutture. Gli studenti temono che tale situazione possa portare a un sovraffollamento nelle lezioni e nell’offerta formativa, mettendo a rischio la qualità dell’apprendimento.
Il parere degli studenti e le critiche alla riforma
Un aspetto chiave emerso dall’indagine è il malcontento tra gli studenti. L’81% degli intervistati ha espresso timori sia per l’aumento dello stress e dell’ansia dovuto alla nuova modalità di selezione, sia per la mancanza di certezze sul futuro professionale. Inoltre, la riforma prevede che una percentuale significativa di studenti possa sentirsi costretta a prevedere piani B e strategie alternative per affrontare eventuali insuccessi nel semestre filtro. Questo, secondo gli studenti, potrebbe tradursi in un anno di studi perso e in una notevole pressione psicologica.
Ulteriori critiche si fondano sull’inefficacia di questo nuovo approccio nel risolvere i problemi strutturali del Servizio Sanitario Nazionale. Molti esperti richiamano l’attenzione sul fatto che la difficoltà di trattenere i medici nel sistema pubblico è un problema radicato, e non semplicemente legato alla selezione degli studenti. La questione centrale rimane quella del benessere e della motivazione dei professionisti già in servizio, che sempre più spesso scelgono di migrare verso il privato o all’estero per migliori condizioni lavorative.
Sul tema, il CEO di Testbusters, Ludovico Callerio, ha evidenziato l’importanza di monitorare l’iter normativo con attenzione e promuovere un dialogo efficace tra il Ministero, le università e gli studenti, affinché si possano garantire riforme che non solo cambino le modalità d’ingresso, ma che affrontino in modo sostanziale e responsabile le criticità del sistema sanitario italiano.