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scontro in consiglio: frasi omofobe e polemiche durante la seduta regionale nelle marche

Acceso dibattito nel consiglio regionale delle Marche, con frasi omofobe dell’assessore Aguzzi che scatenano polemiche e critiche da parte delle opposizioni e della società civile.

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scontro in consiglio: frasi omofobe e polemiche durante la seduta regionale nelle marche - Movitaliasovrana.it

Durante un acceso dibattito nel consiglio regionale delle Marche, un episodio sconcertante ha catturato l’attenzione, mettendo in evidenza le tensioni politiche e le controversie sociali che agitano la regione. Il confronto si è iniziato con l’intervento del consigliere del Partito Democratico Romano Carancini, ma ha preso una piega inaspettata con la reazione dell’assessore di Forza Italia, Stefano Aguzzi. Questo scambio, già di per sé acceso, ha visto la comparsa di frasi omofobe che hanno sollevato un vespaio di critiche da parte delle opposizioni e dell’opinione pubblica.

botta e risposta tra Carancini e Aguzzi

Il tutto ha preso avvio quando, durante la seduta, Carancini ha iniziato a parlare. Senza alcuna cautela, Aguzzi ha commentato fuori microfono: “Chi è che sta facendo arrabbiare Carancini?”. Tale osservazione ha scatenato la reazione immediata del consigliere dem, che ha replicato con veemenza: “Le battute l’assessore se le può mettere in un posto dove lui ritiene. Non te lo puoi permettere, sei una persona scorretta. Vergognati”. L’atmosfera si è fatta incandescente al punto da costringere il presidente della seduta a sospendere le attività per cinque minuti.

Ma il peggio doveva ancora arrivare. Una volta ripresa la seduta, il dibattito tra Carancini e Aguzzi si è intensificato, con il primo che ha accusato il secondo di non avere legittimità a parlare, essendo quest’ultimo “in maggioranza perché non è stato eletto”. La risposta di Aguzzi ha lasciato tutti senza parole: “Se voi state dalla parte di chi fa quelle robe lì che lo prende in quel posto, non è che domandano a me…”. Una frase che ha immediatamente attraversato il Consiglio come un fulmine, creando un clima di sconcerto tra i presenti.

reazioni politiche e sociali all’accaduto

Le conseguenze di tali affermazioni non si sono fatte attendere. Micaela Vitri, consigliera regionale del Pd, ha denunciato l’accaduto definendolo “una scena vergognosa”, sottolineando come le parole di Aguzzi siano un esempio di una sottocultura inaccettabile e piena di pregiudizi. Vitri ha fatto notare come si sia verificato questo scempio proprio in concomitanza con il rifiuto della giunta regionale di concedere il patrocinio al Marche Pride, previsto a Pesaro il 21 giugno. La consigliera ha evidenziato come le affermazioni di Aguzzi offendano non solo gli avversari politici ma anche migliaia di cittadini marchigiani, dimostrando una mancanza di rispetto per tutte le persone che si discostano dai criteri di normalità imposti da una visione ristretta della società.

A rincarare la dose, Matteo Ricci, candidato dem alle prossime elezioni regionali, ha commentato duramente quanto accaduto, definendo le parole dell’assessore come indegne di chi occupa una carica pubblica. Ricci ha ribadito come la giunta attuale si dimostri omofoba, affermando che l’amministrazione delle Marche non rappresenta i valori di apertura e inclusione attesi dai cittadini. Ha espresso il forte impegno del Pd a partecipare al pride, evidenziando l’importanza di sostenere i diritti della comunità LGBTQIA+.

precedenti controversi

Non è la prima volta che il consiglio regionale delle Marche si ritrova al centro di polemiche a causa di dichiarazioni infelici. L’episodio attuale si inserisce in un contesto più ampio fatto di esternazioni particolarmente gravi. Nel 2021, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, aveva suscitato scalpore parlando di “sostituzione etnica” in relazione all’aborto. Non meno controverso era stato il suo commento riguardante il ruolo di genitore, dicendo che “il padre deve dare le regole, la madre accudire”. Questi precedenti gettano luce sulla cultura politica che permea l’amministrazione regionale, rivelando una visione ristretta e arretrata delle dinamiche sociali, destando preoccupazione tra le forze politiche di opposizione e tra i cittadini.