Stop alle auto diesel Euro 5: ondate di cambiamenti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna
Dal 1° ottobre 2025, i comuni lombardi, piemontesi, veneti ed emiliani con oltre 30.000 abitanti limiteranno la circolazione delle auto diesel Euro 5, culminando in un divieto totale nel 2026.

Stop alle auto diesel Euro 5: ondate di cambiamenti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna - Movitaliasovrana.it
A partire dal 1° ottobre 2025, i comuni con oltre 30 mila abitanti situati in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna dovranno affrontare delle restrizioni significative riguardo alla circolazione delle auto diesel Euro 5. Questo provvedimento, contenuto nel decreto numero 121 del 2023, prevede un progressivo stop per le vetture immatricolate tra il 2011 e il 2015. La prima fase del divieto porterà all’interdizione dei veicoli nei giorni feriali, dalle 8.30 alle 18.30, e terminerà fino al 15 aprile 2026, quando si prevede il blocco totale. Si stima che circa 1,3 milioni di auto siano coinvolte in questo processo.
Dettagli sulle restrizioni per l’accesso alle auto diesel
La misura, piuttosto audace, segna un passo significativo nella lotta all’inquinamento atmosferico e al miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane. Le restrizioni, iniziate nel 2025, si applicheranno in fase progressiva, con l’obiettivo di ridurre il numero di veicoli diesel in circolazione. Nella prima fase, gli automobilisti troveranno la loro libertà di movimento limitata per diverse ore della giornata, con divieti in vigore nei giorni feriali. Tale iniziativa è stata accolta con sentimenti di preoccupazione da parte di molti automobilisti, che si trovano a dover riconsiderare le proprie abitudini di trasporto.
Nel 2026, la situazione si aggraverà con l’introduzione del divieto totale, spingendo i proprietari di veicoli diesel Euro 5 a cercare soluzioni alternative per la mobilità. Le auto interessate, in un numero impressionante che supera 1 milione, necessiteranno di un cambio di rotta e un’adeguata preparazione da parte dei cittadini per affrontare queste restrizioni.
Le reazioni del Governo e l’emendamento in discussione
Il dibattito attorno a queste misure ha portato alla luce la voce del Governo, con protagonisti come il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Il ministro ha espresso il suo impegno nel trovare una soluzione alternativa all’imminente stop delle auto diesel Euro 5. Salvini ha sottolineato l’importanza di una transizione graduale e non forzata, affermando di lavorare a un emendamento da inserire nel prossimo decreto infrastrutture.
Secondo il ministro, bloccare l’uso di veicoli diesel Euro 5 a livello nazionale potrebbe scatenare enormi problemi per le famiglie, i lavoratori e le attività commerciali, specialmente nelle regioni più colpite. Salvini ha puntualizzato che nella sola pianura padana il fermo potrebbe interessare ben sette milioni di veicoli, un numero che rappresenta una significativa porzione del parco auto commerciale e privato.
La posizione del Governo riflette la crescente preoccupazione per l’impatto sociale ed economico di tali restrizioni, oltre a evidenziare la necessità di un approccio equilibrato verso la sostenibilità e le esigenze quotidiane dei cittadini.
Soluzioni temporanee per gli automobilisti coinvolti
In attesa di chiarimenti sulla questione, le regioni interessate dall’interdizione stanno presentando delle soluzioni alternative per gli automobilisti che non possono sostituire il proprio veicolo. Tra queste, si segnala l’installazione di dispositivi GPS chiamati Move-In, che monitorano gli spostamenti e limitano il chilometraggio annuale consentito. Questa misura, nota come “deroga chilometrica”, permette ai proprietari di auto di continuare a circolare senza dover rispettare i severi limiti orari.
Tuttavia, l’efficacia di questa opzione è messa in discussione nel caso in cui l’emendamento proposto da Salvini dovesse essere approvato. Il “salva Euro 5” rappresenterebbe una vittoria per i sostenitori della mobilità convenzionale, evitando il ferreo blocco e mantenendo la mobilità di chi utilizza quotidianamente i veicoli diesel.
Questi sviluppi mostrano come il dibattito sul futuro della mobilità in Italia stia evolvendo. Con posizioni inizialmente contrapposte stanno emergendo soluzioni proattive e dettagliate per affrontare il tema della sostenibilità, senza dimenticare le necessità quotidiane e le preoccupazioni delle famiglie e dei lavoratori italiani.