Striscioni in tutta Italia: CasaPound commenta l’esito del referendum sulla cittadinanza
CasaPound critica il recente referendum sulla cittadinanza in Italia, evidenziando la bocciatura del quinto quesito e proponendo una riorganizzazione delle politiche migratorie attraverso striscioni provocatori nelle città.

Striscioni in tutta Italia: CasaPound commenta l'esito del referendum sulla cittadinanza - Movitaliasovrana.it
In diverse città italiane, da nord a sud, sono apparsi striscioni del movimento CasaPound, i quali esprimono una forte critica nei confronti del recente esito del referendum sulla cittadinanza. In particolare, il movimento ha ricorerto a frasi provocatorie, come “Niente quorum, che delusione… nessuna cittadinanza, remigrazione”, per evidenziare la bocciatura del quinto quesito, relativo alla riduzione dei tempi per la richiesta della cittadinanza. Una mossa che ha sollevato discussioni e polemiche sul ruolo dell’immigrazione e sull’integrazione in Italia.
Il referendum sulla cittadinanza e i suoi esiti
Il referendum recente ha rappresentato un punto cruciale per il dibattito sull’immigrazione in Italia. Il quinto quesito, che proponeva di ridurre i tempi per la richiesta della cittadinanza da dieci a cinque anni, è stato respinto, e non è stato raggiunto il quorum necessario per considerare valida la consultazione. Questo esito ha sollevato interrogativi sul supporto pubblico riguardo alle politiche migratorie e ha rivelato un’ampia resistenza da parte della popolazione nei confronti di cambiamenti significativi nelle norme sulla cittadinanza.
CasaPound ha colto l’occasione per dichiarare, attraverso i loro comunicati, che 4,5 milioni di italiani, pari al 35% dei votanti, hanno espresso un “no” chiaro e netto al quesito della cittadinanza. Un’informazione che il movimento utilizza per sottolineare la percezione di un rifiuto collettivo nei confronti di una visione tollerante e aperta sull’immigrazione. La bocciatura del referendum appare quindi come una vittoria simbolica per quei gruppi che spingono per una politica di restrizioni più severa.
La strategia comunicativa di CasaPound
CasaPound ha adottato una strategia comunicativa ben precisa, utilizzando striscioni affissi in luoghi strategici, tra cui anche le sedi della Cgil, per massimizzare la visibilità dei loro messaggi. Gli striscioni, pieni di ironia e provocazione, mirano a suscitare reazioni da parte del pubblico e dei media. Con frasi che accusano le istituzioni di “mascherare le loro reali intenzioni”, CasaPound intende dipingere il dibattito sulla cittadinanza come una manipolazione orchestrata dai poteri forti, che avrebbero fallito nel coinvolgere realmente i cittadini nelle scelte di politica sociale.
Questo approccio non solo attira l’attenzione su temi che dividono l’opinione pubblica, ma permette al movimento di rafforzare la propria base. Il messaggio di CasaPound parla di un ritorno alle radici, richiamando all’idea di una “remigrazione” e conducendo una campagna contro quelli che vedono come fallimenti delle politiche di integrazione attuate finora. La nota diffusa dal movimento evidenzia così la volontà di una parte della popolazione di riaffermare la propria identità e sovranità nei confronti dei flussi migratori.
Le richieste di CasaPound
Oltre a ciò, CasaPound fa appello a una riorganizzazione totale delle politiche migratorie italiane. Chiedono una “politica di remigrazione seria e strutturata” per affrontare questioni come il rimpatrio degli irregolari e il ritorno assistito per chi non si è integrato nella società. Queste richieste evidenziano una frustrazione crescente nei confronti di una classe politica percepita come incapace di gestire le sfide legate all’immigrazione.
La proposta di ricostruire le periferie, molte delle quali sono percepite come “enclave straniere,” è presentata come una soluzione non solo a problemi sociali ma anche a quelli economici, suggerendo che una nazionalità definita possa portare a una società più coesa e prospera. La retorica proposta da CasaPound, pur essendo polarizzante, cerca di colpire un nervo scoperto in una nazione dove il dibattito sulla cittadinanza e l’integrazione è sempre più acceso e complesso.
In questo contesto di alti toni e forti posizioni, CasaPound si inserisce in un dibattito che non mostra segni di attenuazione, puntando a convogliare la disillusione e la frustrazione di una parte dell’elettorato italiano nei confronti delle classi dirigenti e delle politiche migratorie.