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Il lato oscuro della bellezza: indagini su un chirurgo estetico di Roma dopo una tragedia

Il chirurgo estetico Josè Gregorio Lizarraga Picciotti è sotto indagine per omicidio colposo dopo la morte di una paziente, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza negli interventi estetici in Italia.

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Il lato oscuro della bellezza: indagini su un chirurgo estetico di Roma dopo una tragedia - Movitaliasovrana.it

Il mondo dei social media è spesso abbagliante, popolato da immagini di successo e di benessere. Tra i protagonisti di questo panorama c’era Josè Gregorio Lizarraga Picciotti, un chirurgo estetico di 65 anni, eroe della bellezza sui social e professionista di grande carisma. Tuttavia, dietro il sorriso e l’immagine patinata si nasconde una realtà drammatica. Attualmente, Picciotti è sotto indagine per omicidio colposo dopo la morte di una sua paziente, Ana Sergia Alcivar Chenche, in seguito a un intervento di liposuzione andato male. Questo caso ha sollevato interrogativi sul sistema di sicurezza nei procedimenti estetici in Italia, in particolare per quanto riguarda la legalità delle strutture sanitarie.

Indagini e accuse: il caso di Ana Sergia Alcivar Chenche

La storia ha inizio con la diagnosi di una situazione allarmante: Ana Sergia Alcivar Chenche, una donna di 46 anni originaria dell’Ecuador, è deceduta dopo essersi sottoposta a una liposuzione presso lo studio di Picciotti a Torrevecchia. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta, non solo a carico di Picciotti, ma anche di un’infermiera e di un’anestesista che hanno partecipato all’intervento. Gli agenti del commissariato Primavalle hanno avviato le indagini dopo il decesso della paziente, con l’obiettivo di chiarire le circostanze dell’accaduto.

Stando alle prime indagini, lo studio di Picciotti risultava privo delle necessarie autorizzazioni sanitarie per effettuare interventi chirurgici. Nonostante questo, il chirurgo continuava a operare, proponendo servizi a prezzi competitivi e attirando così numerose pazienti. Il contrasto tra l’immagine di successo che Picciotti svelava sui social e la realtà dei fatti ha destato più di qualche preoccupazione nelle autorità competenti.

Un passato problematico: segnalazioni e denunce

Le indagini su Josè Gregorio Lizarraga Picciotti non sono un evento isolato. In passato, il chirurgo era già stato al centro di diverse controversie, con pazienti che lo avevano denunciato per lesioni risalenti a interventi chirurgici eseguiti nel 2006 e nel 2018. Questi episodi non hanno impedito a Picciotti di costruirsi una reputazione come esperto di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Su piattaforme come “GuidaEstetica”, il medico si presentava come un professionista altamente qualificato, laureato all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nonostante i richiami dell’autorità e le denunce da parte di pazienti, Picciotti aveva saputo ritagliarsi un posto in un mercato saturo, conquistando fiducia tra le comunità di immigrati e non solo. Con contenuti studiatamente curati e una presenza accattivante sui social, aveva trasformato la sua immagine in quella di un professionista carismatico, facendo leva su promesse di risultati brillanti a prezzi abbordabili.

Le conseguenze: una comunità scossa e un’immagine distrutta

Il decesso di Ana Sergia Alcivar Chenche ha lasciato una scia di dolore e confusione nella comunità sudamericana di Roma, dove Picciotti era considerato una figura di riferimento. La frenata brusca della carriera di un chirurgo che si era fatto conoscere come un guru della bellezza ha avuto ripercussioni inaspettate. La clinica di Picciotti è stata sequestrata, mentre i suoi profili social sono stati oscurati. Quei contenuti una volta accattivanti ora sono diventati simbolo di una realtà pericolosa.

La fiducia riposta in lui da molti pazienti si trasforma in interrogativi angoscianti. Quante altre persone si sono affidate a lui senza sapere dei suoi precedenti e della mancanza di autorizzazioni nel suo studio? Gli investigatori sono ora impegnati a fare chiarezza, cercando di ottenere testimonianze e denunce da parte di eventuali altre vittime.

La tematica della sicurezza negli interventi estetici, già dibattuta e nervosa, riemerge con forza, ponendo l’accento su quanto ancora ci sia da fare per garantire la protezione e la salute delle persone che si affidano alla chirurgia estetica. La comunità, scossa e incredula, si chiede come sia possibile che un’immagine creata sui social possa aver travisato la realtà di una professione cruciale per il benessere altrui.