Il ritorno del terrore: ’28 anni dopo’ segna un nuovo capitolo nella saga postapocalittica
Il nuovo film “28 anni dopo”, diretto da Danny Boyle, esplora un mondo postapocalittico dominato da zombie, affrontando tematiche sociali contemporanee e dando inizio a una trilogia ambiziosa.

Il ritorno del terrore: '28 anni dopo' segna un nuovo capitolo nella saga postapocalittica - Movitaliasovrana.it
La saga di ‘28 giorni dopo’ torna a incutere paura e suspense. Direttamente dalla mente creativa di Danny Boyle, regista vincitore di un Oscar, e dello sceneggiatore Alex Garland, nasce il nuovo capitolo intitolato ‘28 anni dopo’. Questa pellicola, in arrivo nei cinema italiani il 18 giugno grazie a Eagle Pictures, si propone di esplorare l’evoluzione di un mondo devastato da un virus che trasforma le persone in feroci zombie cannibali. Con un cast impressionante che include Jodie Comer e Aaron Taylor-Johnson, il film si posiziona come il primo episodio di una trilogia.
Un ritorno alle origini della saga
Danny Boyle e Alex Garland, già a lavoro sul film originale ‘28 giorni dopo’, decidono di ignorare il sequel del 2007 diretto da Juan Carlos Fresnadillo, ricollegandosi direttamente alla trama del film del 2002. La scelta di riprendere in mano la storia e di espandere l’universo postapocalittico ha contribuito a creare nuove dinamiche emergenti in un contesto che fa eco a problematiche sociali contemporanee. Questi autori britannici hanno mescolato elementi di intrattenimento con riflessioni profonde, creando una narrazione che stimola la mente e l’immaginazione, proprio come il primo capitolo fece all’epoca.
Un’analisi della trama e delle tematiche affrontate
Nel nuovo capitolo, si esplora una Gran Bretagna che, quasi tre decenni dopo l’inizio dell’epidemia, ha mantenuto l’infezione contenuta grazie a una quarantena severa imposta da una comunità globale. I sopravvissuti, ritratti in una società primitiva, vivono su una piccola isola. Qui, le dinamiche sociali richiamano un certo tipo di tribalismo, dove il gruppo si organizza attorno a regole severe. Tra i personaggi principali c’è Jamie , un cacciatore che decide di portare suo figlio Spike, un dodicenne mai in contatto con il mondo esterno, sulla terraferma per la sua prima esperienza di caccia agli infetti. Spike scopre verità scomode e, per colpa di un conflitto interiore, si trova a dover sfidare le norme imposte dalla sua società.
Le ispirazioni del film si riflettono nel contesto attuale, con riferimenti a forme di nazionalismo e alla rabbia che caratterizzano i rapporti umani in un’epoca segnata da tensioni. Il periodo della pandemia da Covid-19 gioca un ruolo cruciale nella storia, suggerendo una riflessione sull’assunzione di rischi, sul bisogno di connettersi nuovamente e sulla ricerca di un ritorno a una vita normale.
La trilogia in cantiere: un progetto ambizioso
Il produttore e regista Boyle ha rivelato che ‘28 anni dopo’ si inserisce in un progetto più ampio, concepito come il primo di una trilogia. La realizzazione del secondo capitolo, già in fase di produzione per mano di Nia DaCosta, è prevista per l’inizio del 2026. Il terzo film rimane ancora in fase di sviluppo per quanto riguarda i finanziamenti, con Boyle che ha scherzato sulla questione durante una conferenza stampa tenuta a Roma, suggerendo che sarà possibile contribuire al progetto tramite un QR code presente al lungometraggio.
Il regista ha parlato di quanto sia stato stimolante tornare alla scrivania con Garland, confrontandosi su diverse idee e ampliando la trama in modo significativo. Questo nuovo capitolo non solo esplora la lotta per la sopravvivenza, ma si propone anche di trasmettere un messaggio universale riguardo alla condizione umana e alla resilienza necessaria per affrontare le sfide di un futuro incerto.
La combinazione di horror e critica sociale in ‘28 anni dopo’ promette di catturare l’attenzione degli spettatori, riportandoli nel cuore dell’azione e della disperazione di un mondo postapocalittico che continua a riflettere le ansie e le tensioni del presente.