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Guerra tra clan cinesi a Prato: sei arresti per estorsioni e sfruttamento della prostituzione

Operazione della procura di Prato svela una faida tra gruppi criminali cinesi per il controllo della prostituzione, con sei arresti e un contesto di violenza e intimidazioni.

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Guerra tra clan cinesi a Prato: sei arresti per estorsioni e sfruttamento della prostituzione - Movitaliasovrana.it

Una recente operazione della procura di Prato ha portato alla luce una faida tra gruppi criminali cinesi che si contendono il controllo di traffici illeciti, in particolare la prostituzione. Questo episodio di violenza, con un forte senso di omertà, ha visto coinvolti diversi delinquenti provenienti da vari background etnici, mettendo in evidenza il complicato mosaico criminale che caratterizza la città toscana. Sei persone sono state arrestate, con accuse gravi di estorsione e sfruttamento della prostituzione, offrendo uno spaccato inquietante della situazione attuale.

Gli arresti e il contesto criminale

Nel corso delle indagini condotte dalla procura, diretta da Luca Tescaroli, sono finiti in carcere Haije Hu, un cittadino cinese di 35 anni, un uomo di 36 anni di origine calabrese, un pakistano di 48 anni e tre cittadini cinesi intorno ai 30 anni, tutti legati alla regione del Fujan. Le accuse nei loro confronti riguardano estorsione e sfruttamento della prostituzione, per reati commessi lo scorso 1° ottobre 2024 a Prato. La situazione è emersa dopo che il proprietario di un’auto incendiata, Hui Chen, è stato anche minacciato in modo esplicito attraverso un gesto simbolico, che sembra indicare il tentativo di intimidazione da parte di un rivale.

I dettagli dell’operazione rivelano un ambiente criminale dove delinquenza e traffico di esseri umani si intrecciano, complicando ulteriormente la lotta per il controllo di un business altamente redditizio. La procura ha evidenziato la pericolosità di questa situazione e il bisogno di intervenire per interrompere la spirale di violenza tra i vari gruppi coinvolti.

L’intimidazione e il simbolismo della barra

Un episodio chiave che ha attirato l’attenzione degli inquirenti è stato l’incendio di una Hyundai nel viale della Repubblica, seguita dalla scoperta di una bara con una foto di Hui Chen all’interno della lobby dell’albergo in cui si trovava. Questo gesto, definito dalla procura come “plateale e grave intimidazione,” è rappresentativo delle modalità di intimidazione comunemente usate da organizzazioni criminali, riprendendo schemi analoghi a quelli di clan mafiosi del passato.

Hui Chen, anche arrestato, ha mostrato una certa ritrosia a parlare, scelta giustificata dalla procura come un tentativo di protezione personale. Ciò dimostra come la paura di ritorsioni possa condurre le vittime a mantenere il silenzio, creando un circolo vizioso nell’ambito della criminalità organizzata. I legami tra i vari gruppi etnici, e in particolare tra cinesi, italiani e pakistani, hanno reso la situazione ancor più intricata.

Duelli per il controllo della prostituzione

Le intercettazioni telefoniche hanno svelato i contendenti di questa battaglia per il predominio nel mercato della prostituzione: da un lato Hui Chen, presunto boss, dall’altro Haije Hu, un ex fedelissimo che aspira a prendere il suo posto. Secondo le indagini, Hu ha cercato di forzare Chen a saldare un debito e ad abbandonare l’utilizzo di un luogo specifico, il Wall Art Apartment Hotel, come base per la sua attività. Questo conflitto non è solo un problema locale: la prostituzione è diventata una delle attività più lucrative della criminalità organizzata dell’area pratese, con ramificazioni che attraversano le frontiere nazionali.

Il panorama criminale è stato arricchito da questi elementi, evidenziando la necessità di un intervento deciso da parte delle autorità per contenere la proliferazione di simili conflitti. La procura di Prato si è attivata per comprendere appieno la portata della situazione e della rete di relazioni tra i vari gruppi coinvolti.

Un contesto complesso di collaborazioni criminali

La procura ha sottolineato l’integrazione tra i gruppi criminali cinesi e altre etnie, evidenziando la loro capacità di collaborare e di approfittare delle risorse disponibili. Questo è visibile nelle attività criminali che non si limitano alla prostituzione, ma si estendono a rapine, incendi e altri atti violenti. Negli ultimi anni, Prato ha visto un aumento significativo di eventi delittuosi, dai freddi episodi di accoltellamenti agli incendi di magazzini, rendendo la città un punto caldo per attività illecite.

Il fenomeno della “guerra delle grucce” è emblematico di una lotta per il controllo di un mercato che trae profitto dal business della moda. Questo mercato, che si aggira attorno ai 100 milioni di euro, è il più grande distretto di fast fashion in Europa, dove le dinamiche commerciali si mescolano con la criminalità in modo preoccupante. Le autorità sono al lavoro per affrontare questa realtà, ma il cammino appare lungo e impervio.