Monte dei Paschi di Siena sotto la lente d’ingrandimento: indagine su accordi di acquisto e Banca Akros
La Procura di Milano avvia un’inchiesta sulla vendita del 15% di Monte dei Paschi di Siena per 1,1 miliardi, esaminando presunti accordi irregolari e il ruolo di Banca Akros.

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La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta che mette sotto esame la recente vendita del 15% di Monte dei Paschi di Siena, avvenuta il novembre scorso per 1,1 miliardi di euro. Quest’operazione ha coinvolto diversi importanti investitori, tra cui Francesco Gaetano Caltagirone e gli eredi Del Vecchio, con la mediazione di Banca Akros, collegata a Bpm. L’inchiesta viene alimentata da un’analisi approfondita della Guardia di Finanza su presunti accordi irregolari per l’acquisto di questo pacchetto azionario.
I dettagli dell’operazione e le figure coinvolte
Nel novembre scorso, il Ministero dell’Economia ha dato il via a una significativa operazione finanziaria, cedendo il 15% delle azioni di Monte dei Paschi di Siena. Il pacchetto azionario è stato venduto per un valore di 1,1 miliardi di euro. Gli acquirenti includono nomi di spicco come Francesco Gaetano Caltagirone e gli eredi Del Vecchio, ciascuno con una quota del 3,5%, insieme a Bpm, che ha acquisito il 5%, e l’agenzia Anima con una partecipazione del 3%. Banca Akros, la banca d’affari del gruppo Bpm, ha avuto un ruolo centrale come intermediario in questa operazione.
La trasparenza e la correttezza di questa vendita sono ora oggetto di scrutini più approfonditi. La Guardia di Finanza, tramite il suo Nucleo speciale di polizia valutaria, ha avviato acquisizioni di documenti presso Banca Akros. Queste azioni mirano a garantire che tutte le pratiche siano state seguite conformemente alle normative vigenti.
La notizia e la reazione delle istituzioni
Quando la notizia dell’inchiesta è emersa, è stata prontamente riportata dal sito di informazione Lettera43 e successivamente confermata dall’agenzia Ansa, che ha citato fonti giudiziarie. Stando alle informazioni circolanti, l’indagine è stata innescata da un esposto di Unicredit. Tuttavia, un portavoce di Unicredit ha categoricamente negato di aver presentato tale denuncia alla Procura di Milano, chiarendo che, in relazione a Delfin e Caltagirone, non ci sono stati esposti da parte della banca. Questa confusione ha portato a un maggiore interesse e speculazioni attorno alla questione.
Accuse di comportamento scorretto sono state sollevate, in particolare in riferimento alla gestione dei rapporti tra le varie istituzioni. Ad esempio, il Financial Times ha rivelato qualche mese fa che Unicredit avrebbe voluto partecipare all’asta per acquisire una parte delle azioni di Mps, ma senza ricevere alcun riscontro da parte degli intermediari.
Dichiarazioni e difese dalle banche coinvolte
Banca Akros, nel tentativo di difendere la propria posizione, ha emesso una nota in cui affermava che il collocamento del 15% di Mps è stata un’operazione condotta in maniera lineare e trasparente. Il comunicato assicura che ogni ordine è stato esaminato e «nessuna proposta di operazione correttamente presentata è stata ignorata». Questa risposta è stata una mossa strategica per dissipare le frazioni di malcontento e dubbio che potrebbero aver minato la reputazione della banca.
Il messaggio è chiaro: Banca Akros vuole dissociarsi da qualsiasi implicazione di pratiche scorrette. Tuttavia, la situazione resta complessa e la questione si ricomplica ulteriormente dal momento in cui Unicredit, pur non avendo rilasciato dichiarazioni ufficiali, resta nel mirino dell’opinione pubblica e della Procura.
Le prospettive future dell’inchiesta
L’executive director di Unicredit, Andrea Orcel, è stato interpellato riguardo alla situazione da un massmediologo di Report, un programma che ha posto l’accento sulle recenti dinamiche e controversie nel settore bancario italiano. Orcel ha promesso di fornire risposte nei tempi dovuti, ma l’incertezza persiste sulla reale portata dell’inchiesta.
Conseguentemente, la Procura di Milano continua la sua indagine, concentrandosi su possibili irregolarità legate agli accordi di acquisto e all’operato di Banca Akros. Sebbene siano state effettuate acquisizioni di documenti attraverso ordini di esibizione, non si sono registrate perquisizioni. Questo solleva interrogativi su come evolverà la situazione e quali saranno le implicazioni per le istituzioni coinvolte e per il mercato finanziario, non solo in Italia ma anche a livello internazionale. I prossimi sviluppi sono attesi con grande attenzione da investitori e analisti.