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Scoperta sconvolgente: un pipistrello africano avvistato per la prima volta a Lampedusa

Un team di ricerca ha scoperto per la prima volta in Europa il miniottero del Maghreb a Lampedusa, evidenziando l’importanza dell’isola nella conservazione della biodiversità mediterranea.

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Scoperta sconvolgente: un pipistrello africano avvistato per la prima volta a Lampedusa - Movitaliasovrana.it

Un team di ricerca ha recentemente documentato un avvenimento straordinario nell’ambito della biodiversità europea. Lampedusa, l’isola italiana nel cuore del Mediterraneo, è diventata il palcoscenico di una scoperta ecologica di grande rilevanza: un pipistrello africano, noto come miniottero del Maghreb, mai avvistato prima d’ora in Europa. Questo ritrovamento rappresenta una significativa espansione della distribuzione di questa specie e sottolinea l’importanza di questo territorio come centro di ricerca e conservazione per la fauna selvatica.

La scoperta in dettaglio

La presenza del miniottero del Maghreb , fino ad ora conosciuto esclusivamente in Nord Africa, è stata accertata grazie alla collaborazione di vari istituti di ricerca, tra cui il CNR-Irsa e il CNR-Iret, e il Centro Nazionale per la Biodiversità . L’indagine, pubblicata sulla rivista “Mammalian Biology”, ha evidenziato l’importanza delle isole, non solo come habitat, ma anche come porte d’ingresso di specie potenzialmente vulnerabili e dai delicati equilibri ecologici.

Quest’isola, strategicamente posizionata nello Stretto di Sicilia, ha ricevuto attenzione per le sue caratteristiche quanto mai uniche. Il team di ricerca ha effettuato un’analisi approfondita combinando tecniche diversificate come il monitoraggio acustico automatico e l’analisi genetica attraverso campioni di guano. I risultati hanno svelato un quadro faunistico interessato in gran parte sconosciuto, portando a una riflessione sulle condizioni attuali della biodiversità locale.

Fabrizio Gili, ricercatore coinvolto nello studio, ha sottolineato come le piccole isole siano spesso ecosistemi vulnerabili, soggetti a repentini cambiamenti climatici e ambientali. “L’accesso limitato a risorse naturali può influire drasticamente sulla sopravvivenza delle specie, in particolare quelle che dipendono da fonti d’acqua.” Lampedusa, già in passato, aveva mostrato segnalazioni di vari chirotteri, ma senza mai un esame sistematico, per cui molti esperti ora si domandano quale sia la reale varietà della fauna presente.

L’esplorazione condotta

Nel mese di ottobre 2024, il gruppo di ricercatori ha intrapreso una missione di esplorazione, esaminando rifugi naturali e artificiali. I bunker lasciati dalla Seconda guerra mondiale sono stati tra i luoghi indagati, poiché spesso i pipistrelli scelgono questi spazi come siti di riparo. Il lavoro si è concentrato non solo sulla cattura degli animali, ma anche sull’individuazione di prove della loro presenza attraverso guano e resti alimentari.

Una volta analizzati i campioni genetici provenienti dagli escrementi rinvenuti in una località chiave, il cimitero storico dell’isola, è emerso il miniottero del Maghreb. Questo rappresenta una prima per l’Europa, evidenziando l’importanza di tutelare e monitorare continuamente la biodiversità di questa isola. I risultati della ricerca hanno implicazioni sostanziali per la conservazione, poiché allargano i confini geopolitici della specie, ora ufficialmente riconosciuta anche in un contesto europeo.

Implicazioni per la conservazione

La conferma della presenza del miniottero del Maghreb non è solamente una questione da statistica naturale. Essa implica automaticamente un ampliamento della protezione e delle misure di tutela previste per le specie europee, in accordo con gli impegni sanciti dal cosiddetto Bat Agreement, un trattato internazionale mirato alla salvaguardia dei chirotteri. Questo accordo già contempla 55 specie e ora, con la nuova scoperta, il numero totale salirà a 56.

Ciò porta a un’attenzione maggiore per l’ecosistema locale, permettendo di strutturare migliori strategie di conservazione. Negli ultimi anni, la pressione antropica, a causa dell’aumento del turismo e dei cambiamenti climatici, ha risollevato dubbi circa la solidità delle popolazioni faunistiche sull’isola. Le ricerche proseguono, ponendo Lampedusa come un esempio di laboratorio naturale in grado di offrire informazioni vitali sulla biodiversità mediterranea.

Altre specie avvistate

Durante l’indagine, oltre al miniottero del Maghreb, sono state rilevate almeno altre sette specie di pipistrelli. Tra esse, evidenziano l’orecchione di Gaisler , precedentemente noto in Europa solo a Malta e Pantelleria, e il ferro di cavallo di Mehely . I campioni genetici identificati dalle specie locali hanno rivelato nuovi aplotipi mitocondriali endemici di Lampedusa, indicativi di un isolamento genetico rispetto ad altri gruppi, il che rende questa scoperta ancora più significativa.

La varietà inattesa di pipistrelli sull’isola pone Lampedusa come essenziale punto di riferimento per gli studi sulla biodiversità. Ogni popolazione di pipistrelli rappresenta un’importante risorsa di diversità genetica e unicità ecologica. La ricerca continua a sottolineare l’urgenza di approfondire le conoscenze sui chirotteri europei, il cui sfruttamento improprio e la perdita di habitat mettono a rischio la stessa esistenza di specie rare e preziose, prima che venga eroso il loro valore per gli ecosistemi locali e nazionali.