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Circhi italiani e animali: un a partire da nuove promesse infrante dal governo

Il governo italiano proroga fino al 2026 il divieto di utilizzo degli animali nei circhi, suscitando indignazione tra le associazioni animaliste e deludendo le aspettative di cambiamento della popolazione.

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Circhi italiani e animali: un a partire da nuove promesse infrante dal governo - Movitaliasovrana.it

La questione dell’uso degli animali nei circhi italiani si riaccende, attirando l’attenzione di associazioni animaliste e del pubblico. Dopo l’annuncio di Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, di un decreto legislativo volto a fermare questa pratica, il governo sembra aver intrapreso una direzione diversa, estendendo il divieto fino alla fine del 2026. Questa decisione ha generato un’ondata di indignazione tra i sostenitori dei diritti degli animali, i quali avevano accolto con favore le promesse iniziali di cambiamento.

Il rilancio del governo e la proroga

Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, ha scelto di prorogare fino al 31 dicembre 2026 il divieto sull’uso degli animali nei circhi. Questa decisione arriva in seguito a numerose pressioni da parte di associazioni per il benessere degli animali che hanno lamentato maltrattamenti in diversi contesti. Le critiche sono amplificate da un dato allarmante: circa 2.000 animali, tra cui leoni, ippopotami ed elefanti, continuano a convivere in contesti inadeguati, costretti a esibirsi per intrattenere il pubblico in condizioni che molti definiscono disumane.

Questo cambiamento di rotta, palesato attraverso un disegno di legge di appena due righe, ha suscitato scalpore. Le associazioni, come la LAV , avevano ripetutamente chiesto un impegno concreto per fermare lo sfruttamento degli animali. Le loro richieste, purtroppo, sembrano più lontane che mai dalla realtà, con l’ultimo caso di maltrattamenti recentemente denunciato. Ancora una volta, la speranza di mettere fine a questa pratica è svanita, lasciando il pubblico e gli attivisti sconcertati.

Gli appelli inascoltati delle associazioni animaliste

Le associazioni animaliste hanno cercato di far sentire la propria voce attraverso petizioni, appelli e mobilitazioni pubbliche. Con oltre 240.000 firme raccolte, hanno dimostrato che la maggioranza degli italiani desidera un cambiamento. La risposta del governo, però, ha lasciato un retrogusto amaro. Gianluca Felicetti, presidente della LAV, ha espresso la sua frustrazione riguardo al tradimento della parola data da Giuli e dal suo sottosegretario. L’assenza di ascolto delle posizioni espresse da diverse istituzioni e dalla popolazione evidenzia una disconnessione tra le decisioni politiche e desideri collettivi.

Sebbene sia stata approvata recentemente una legge contro i maltrattamenti sugli animali, molti sostengono che si tratti solo di un’opportunità mancata, come sottolineato da Giulia Giambalvo della LAV. Le aspettative nei confronti del governo sono alte, ma la riforma della legge sulla caccia, attualmente in fase di preparazione, solleva interrogativi sulla reale intenzione di garantire il benessere agli animali.

Le ripercussioni sui circhi e sugli animali

La vicenda dell’uso degli animali nei circhi italiani non si limita a una mera questione legislativa, ma coinvolge il futuro di migliaia di creature che giorno dopo giorno vivono in condizioni stressanti e inadeguate. Il circo Medini ha messo in evidenza i presunti abusi all’interno di tali strutture, accendendo i riflettori su una problematica che è diventata un punto centrale nel dibattito pubblico. La paura è che, con l’ulteriore rinvio, i diritti degli animali vengano ulteriormente ignorati, perpetuando una realtà di sofferenza per questi esseri viventi.

In risposta alle parole di disappunto delle associazioni, è ora prevedibile che il disegno di legge venga presentato in Parlamento. Qui ci si aspetta che i rappresentanti politici, di qualsiasi schieramento, mostrino una coerenza nell’affrontare una questione che ha attirato l’attenzione di così tanti cittadini. Gli sviluppi futuri saranno cruciali, poiché il contesto politico e sociale continua a evolversi, ma la protezione dei diritti degli animali deve rimanere una priorità. La chiamata a una riflessione profonda su come l’Italia tratti questi esseri viventi è più che mai urgente.