Corte d’Appello consente a Trump di mantenere la Guardia Nazionale in California durante le proteste
La Corte d’Appello del Nono circuito sospende l’ordinanza che limitava la Guardia Nazionale in California, mentre le manifestazioni contro le operazioni di polizia sui migranti continuano a intensificarsi.

Corte d’Appello consente a Trump di mantenere la Guardia Nazionale in California durante le proteste - Movitaliasovrana.it
Nelle ultime settimane, la California è stato il teatro di manifestazioni contro le operazioni di polizia indirizzate ai migranti, un tema che ha suscitato forti tensioni e mobilitazioni tra le comunità. In un colpo di scena significativo, la Corte d’Appello del Nono circuito ha deciso di sospendere un’ordinanza che limitava l’impiego della Guardia Nazionale nello stato, permettendo così a Donald Trump di mantenere le forze mobilitate in risposta a queste proteste.
Decisione della Corte d’Appello: cosa è successo
Il 16 giugno, la Corte d’Appello del Nono circuito ha disposto di mantenere in mazzo le forze della Guardia Nazionale già schierate a Los Angeles, epicentro delle manifestazioni contro i raid della polizia. Tale decisione deriva dalla sospensione dell’ordinanza emessa dal giudice distrettuale Charles Breyer, che aveva definito illegale la mobilitazione di oltre quattromila riservisti nel sud della California. Il giudice aveva motivato la sua sentenza affermando che la scelta di Trump violava i limiti della sua autorità, infrangendo il decimo emendamento della Costituzione. Quest’ultimo, infatti, stabilisce che i poteri non delegati al governo federale sono riservati agli stati.
La Corte d’Appello ha stabilito che le forze della Guardia Nazionale non saranno ritirate immediatamente e consentirà alle truppe di rimanere attive perlomeno fino all’udienza programmata per il 17 giugno. Due dei tre giudici che compongono il collegio sono stati nominati da Trump stesso, mentre il terzo da Biden, rendendo la dinamica della decisione piuttosto interessante e controversa.
La posizione della Casa Bianca e del Governatore Newsom
Dopo la sentenza di primo grado di Breyer, la Casa Bianca ha pubblicamente espresso il suo disaccordo. La portavoce Anna Kelly ha dichiarato che “il giudice distrettuale non ha l’autorità di usurpare il ruolo di comandante in capo del presidente”. Questa affermazione evidenzia la crescente tensione tra l’amministrazione federale e lo stato della California, in particolare con il governatore Gavin Newsom, che ha presentato il ricorso contro il dispiegamento delle forze.
Newsom ha sollecitato un controllo maggiore sulla sicurezza interna e ha contestato la decisione di Trump di schierare la Guardia Nazionale. Le sue preoccupazioni riguardano non solo l’esercito, ma anche il modo in cui queste forze possono interagire con i diritti dei cittadini, specialmente in un clima di crescente ansia per i migranti e per le politiche di immigrazione.
La reazione delle comunità locali e delle organizzazioni
Le manifestazioni in corso a Los Angeles e in altre città californiane hanno portato a un acceso dibattito pubblico. Le comunità locali, molti dei quali immigrati o supporto ai diritti umani, stanno monitorando da vicino la situazione, temendo che la presenza della Guardia Nazionale possa ulteriormente intensificare le tensioni. Diverse organizzazioni attiviste hanno già espresso preoccupazione per le potenziali violazioni dei diritti civili e per l’abuso di potere da parte dello Stato, sottolineando che l’intervento militare non dovrebbe essere la risposta a problemi sociali complessi.
Con l’udienza fissata per il 17 giugno, il futuro delle forze della Guardia Nazionale in California rimane incerto, mentre la nazione tiene d’occhio le conseguenze delle decisioni legali e politiche in gioco. Il dibattito sulla sicurezza, l’immigrazione e i diritti civili non potrà che intensificarsi nei prossimi giorni, rendendo la questione di fondamentale importanza sia a livello locale che nazionale.