Governo e Regioni al centro di una controversa proposta di abbattimento di uccelli protetti
Il governo italiano prevede l’abbattimento di 800 mila uccelli protetti, suscitando polemiche tra ambientalisti e istituzioni, mentre il dibattito politico si intensifica sulla legalità e etica della caccia in deroga.

Governo e Regioni al centro di una controversa proposta di abbattimento di uccelli protetti - Movitaliasovrana.it
Si delinea un’inquietante iniziativa da parte del governo e delle Regioni italiane, che prevede l’abbattimento di circa 800 mila uccelli protetti, tra cui 230 mila storni e 580 mila fringuelli. Queste specie, tutelate dalla normativa europea sulla salvaguardia della fauna aviana, potrebbero diventare oggetto di caccia attraverso deroghe legali, accendendo non poche polemiche tra associazioni ambientaliste e istituzioni. Il dibattito è acceso e coinvolge le stesse forze politiche, creando divisioni e un clima di disorientamento nel pubblico.
La riunione della Conferenza Stato-Regioni
La Conferenza Stato-Regioni ha recentemente approvato il “riparto delle ‘piccole quantità’ prelevabili in deroga per l’anno 2025”, dando il via libera a un piano che coinvolge diverse regioni, comprese quelle governate da partiti di centrosinistra, tradizionalmente più attenti alla tutela ambientale. Le Regioni coinvolte includono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Trento, Umbria e Veneto, ognuna con le proprie peculiarità e motivazioni per richiedere l’abbattimento. Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle politiche, suscitando la denuncia della Lega abolizione caccia , che accusa il governo di agire in un clima di “ingordigia venatoria”.
La posizione del Ministro dell’Agricoltura
Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si è trovato al centro di un acceso dibattito, dichiarando che le critiche sulla deregulation della caccia sarebbero solo “fake news”. Tuttavia, il suo commento ha trovato una reazione immediata da parte di attivisti e sostenitori della fauna selvatica, i quali sollevano preoccupazioni riguardo alla legalità e all’etica di tali piani. La tutela dell’avifauna, secondo i detrattori, non dovrebbe essere negotiabile, soprattutto in virtù del trattato europeo che richiede giustificazioni stringenti per la caccia in deroga.
La normativa sulla caccia in deroga
Secondo l’articolo 9 della Direttiva Uccelli dell’Unione Europea, la caccia in deroga è autorizzata solo in circostanze eccezionali, come quando ci sono reali minacce a salute e sicurezza pubblica o danni ingenti alle coltivazioni. Inoltre, l’autorizzazione deve passare attraverso un processo di approvazione dell’Ispra, l’ente italiano preposto alla protezione ambientale, che deve valutare i rischi per la biodiversità. Nonostante queste regole, l’Italia ha una storia problematica riguardo al rispetto delle normative europee, evidenziata da precedenti condanne da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
L’interpretazione dell’Ispra e il parere della Liguria
Recentemente, l’Ispra ha emesso un parere controverso riguardo al numero di uccelli da abbattere, affermando che gli 800 mila esemplari proposti dalla Liguria potrebbero essere considerati “sostenibili.” Questo cambio di rotta nelle stime ha sollevato preoccupazioni e dibattiti intensi, poiché la valutazione è percepita come una minaccia per la conservazione delle specie aviarie. La Liguria ha presentato motivazioni per sostenere il piano, sottolineando argomentazioni legate alla tradizione gastronomica e alla conservazione del paesaggio rurale, ma le sue prove sono state percepite come fragili.
Critiche e sfide al piano di abbattimento
Un aspetto critico della situazione riguarda la reale possibilità di controllo sul numero di animali abbattuti. Le cifre proposte per le catture sollevano interrogativi su chi e come verranno monitorati gli abbattimenti. Inoltre, l’intervento su specie specifiche come il fringuello solleva ulteriori problematiche, dato che questa specie è spesso presente in gruppi misti con altri uccelli protetti, potenzialmente compromettendo anche la loro sicurezza. È probabile che l’abbattimento di 800 mila uccelli possa aumentare senza un adeguato controllo, portando a conseguenze devastanti per l’ecosistema avicolo.
In questo scenario complesso e controverso, è fondamentale monitorare attentamente l’evolversi della situazione e le risposte delle comunità locali e delle organizzazioni per la difesa dell’ambiente.