Identità svelata: madre e figlia morte a Villa Pamphili, caccia al presunto assassino americano

Si evolve drammaticamente il caso delle due donne scoperte senza vita nel parco di Villa Pamphili a Roma. Investigatori e autorità, incrociando video di sorveglianza e testimonianze, hanno effettivamente identificato le vittime e l’uomo ricercato, il quale avrebbe un legame con madre e figlia. Tutti e tre sono cittadini americani, rendendo il caso ancor più inquietante. Gli inquirenti continuano a raccogliere prove e a ricostruire gli ultimi momenti delle vittime, per fare chiarezza su una vicenda che sta colpendo profondamente l’opinione pubblica.

Le vittime e il presunto assassino: un legame inquietante

Le vittime sono state identificate come madre e figlia, la cui identità rimane riservata per non ostacolare l’indagine in corso. Entrambe erano americane e venivano avvistate in varie occasioni nella capitale. Il sospettato, anch’esso cittadino statunitense, è stato descritto da diversi testimoni come un uomo frequentemente visto insieme a loro poco prima della scoperta dei corpi. Risultano ancora poco chiare le circostanze che hanno portato alla loro fine tragica, ma a ogni modo, la connessione tra i tre appare sempre più evidente.

La polizia ha attivato una ricerca a tappeto, esaminando i filmati delle telecamere nelle mense dei bisognosi e in altre zone della città. È emerso che l’uomo indossava un cappellino ben visibile nei video e svariati testimoni hanno confermato di averlo visto nei pressi di Villa Pamphili insieme alle vittime. Proseguono inoltre le indagini per comprendere quale rapporto ci fosse tra il sospettato e le donne, approfondendo ogni pista possibile.

Indagini e risultati degli esami autoptici

Una svolta significativa è arrivata quando è stato rinvenuto un vestitino rosa, trovato in un cassonetto dei rifiuti nei pressi dei corpi, identico a quello indossato dalla bambina presente nei filmati. Questo dettaglio ha fornito agli investigatori un ulteriore elemento per il riconoscimento delle vittime e per inquadrare il contesto in cui si trovavano. L’indagine ha anche fatto luce su un presunto rifugio, poiché le avvisaglie indicano che madre e figlia si accampavano nel parco con l’assistenza di un’associazione caritatevole locale, che fornisce sostegno ai senza dimora.

In parallelo, è stata eseguita l’autopsia sulla bambina, da cui sono emerse evidenze di grave malnutrizione. Al contrario, i risultati riguardanti la madre non sono ancora chiari: gli esami hanno escluso un’overdose da sostanze stupefacenti diffuse, come l’eroina. Al momento, l’ipotesi di una morte per cause naturali non può essere esclusa.

Testimonianze chiave nel mistero di Villa Pamphili

Importanti dettagli sono emersi dalle dichiarazioni di una giardiniera che ha notato il trio passeggiare nel parco. Questa testimonianza ha fornito un collegamento fondamentale che ha permesso agli investigatori di ricostruire le ultime ore delle vittime. La giardiniera ha confermato di averli visti accampare nel parco e i poliziotti sono riusciti a risalire al tipo di tende utilizzate, rintracciando il supporto fornito dall’associazione che si occupa dei senzatetto nella zona.

Le modalità di identificazione dei membri del gruppo, registrati nei sistemi delle mense frequentate, hanno accresciuto l’ansia e la curiosità intorno a questa vicenda. Adesso, gli inquirenti si concentrano nello scoprire come sia possibile che le vittime, in una situazione di estrema vulnerabilità, siano giunte a questa tragica fine.

La caccia continua e le autorità sono determinati a prestare attenzione a ogni elemento della vicenda, consapevoli che ogni dettaglio potrebbe costituire un passo verso la risoluzione di questo caso scioccante. Mentre le indagini proseguono, la comunità di Roma attende aggiornamenti su ciò che è accaduto a queste due vite strappate in circostanze così drammatiche.