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La storica promozione del Ravenna: un viaggio nel tempo con Cristiano Scapolo

Cristiano Scapolo ricorda la storica promozione del Ravenna in Serie B, l’impatto di Guidolin e le sfide affrontate nella carriera, ora dedicata all’allenamento giovanile negli Stati Uniti.

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La storica promozione del Ravenna: un viaggio nel tempo con Cristiano Scapolo - Movitaliasovrana.it

Il Ravenna Calcio ha sempre avuto un posto speciale nei cuori dei suoi tifosi, soprattutto per la storica promozione in Serie B avvenuta 32 anni fa. Quell’anno, il team si è contraddistinto non solo per le capacità tecniche dei suoi giocatori, ma anche per l’intuizione del suo allenatore, Francesco Guidolin. Il racconto di Cristiano Scapolo, uno dei protagonisti di quell’impresa, riporta alla luce le emozioni, le sfide e la determinazione che hanno caratterizzato quel periodo indimenticabile della storia calcistica ravennate.

La magia di un gruppo affiatato

Riflettendo su quella stagione, Scapolo descrive il Ravenna come una vera e propria orchestra in cui ogni membro sapeva esattamente cosa fare. Con una formazione composta da giocatori del calibro di Toldo, Baldini, Buonocore e Zauli, l’organico era davvero impressionante. “Avevamo il miglior allenatore che avessi mai avuto in carriera,” confessa Scapolo, sottolineando quanto Guidolin avesse saputo plasmare una squadra che sembrava inarrestabile. L’inizio di quel campionato non era stato semplice, ma il girone di ritorno fu esplosivo, coronato da una festa che segna il successo di un gruppo di giovani calciatori.

La vivacità di quei momenti nasceva dalla consapevolezza che quel successo sarebbe stato effimero. La festa era mitigata dalla tristezza di sapere che molti giocatori, a partire da Scapolo stesso, sarebbero stati destinati a nuove avventure sportive, proseguendo la carriera in altri club come l’Atalanta. Scapolo ricorda un debutto pieno di adrenalina, con un gol segnato in una partita emozionante contro il Cagliari: “Aprii io le marcature, è stato un inizio esplosivo.”

La sfida in Serie A e il cammino di Guidolin

Tuttavia, l’avventura del Ravenna si fermò ben presto. Il salto in Serie A si rivelò complesso e le difficoltà emersero rapidamente. “Credo che Francesco non fosse pronto per quella esperienza – commenta Scapolo – e la squadra non si adattò facilmente a quel tipo di gioco.” Il malcontento all’interno dello spogliatoio portò all’esonero di Guidolin. Un’esperienza peggiore rispetto a quella vissuta in Serie B, culminando in una retrocessione che lasciò una cicatrice nel cuore dei tifosi.

Ma per Scapolo, la carriera continuava. Sotto la nuova guida di Prandelli, si riprese la strada verso la massima serie, con l’intento di dimostrare tutto il talento accumulato. I suoi anni al Bologna furono frutto di ottime prestazioni, segnando anche in Coppa Italia. “Le mie migliori stagioni le ho vissute lì,” afferma con orgoglio.

Le opportunità mancate e il ritorno a Napoli

Un’altra opportunità di rilancio si presentò in seguito, quando la Roma di Zeman si fece avanti. La situazione sembrava fiorente, ma in un attimo, tutto cambiò. Un infortunio al primo giorno di ritiro lo costrinse a un lungo stop. “È stato un grande dispiacere, ero convinto che con Zeman avrei potuto brillare,” racconta il calciatore rammaricato. Scapolo si spostò poi a Napoli, dove, purtroppo, la squadra non riusciva a trovare stabilità. Nonostante tutto, un suo bellissimo gol contro l’Atalanta attirò l’attenzione, segnando il suo breve passaggio nella città partenopea.

L’eredità di un calciatore: da Ravenna a Cincinnati

Oggi, Cristiano Scapolo vive negli Stati Uniti, dove allena i giovani del Cincinnati. “Sono qui da vent’anni e la situazione calcistica è cresciuta incredibilmente,” racconta entusiasta. Il campionato MLS ha fatto notevoli progressi e il livello giovanile è diventato competitivo, avvicinandosi a quello europeo. Le esperienze italiane rimangono vivide nella sua memoria e fungono da insegnamenti fondamentali per i ragazzi che oggi segue.

Scapolo ha avuto la fortuna di lavorare con nomi del calibro di Trap, Ulivieri, Mondonico e Guidolin, scegliendo quest’ultimo come il suo riferimento per il gioco e le idee. “Alleno con passione, i ragazzi hanno bisogno di esempi concreti,” conclude, sottolineando l’importanza di trasmettere non solo competenze tecniche, ma anche la cultura calcistica che ha caratterizzato la sua carriera.